Irrational Man - CineFatti

Irrational Man (Woody Allen, 2015)

Mistero e ragione a spasso con Irrational Man.

È più irrazionale la giovane studentessa che “sorvola” sulla pancetta di un attempato professore di filosofia o il professore frustrato e in odore di depressione che pensa di poterla fare franca dandosi all’omicidio? Siamo in un film di Woody Allen e quindi la risposta non può essere scontata.

Come in Match Point (insuperato) e Sogni e Delitti, anche con Irrational Man il regista newyorkese percorre la strada ambiziosa della riflessione sui misteri della natura umana. E ci prende gentilmente per mano – senza dimenticare di farci anche sorridere al cospetto dei brillanti scambi di battute tra i suoi personaggi – per farci assistere alle vicende personali di Abe Lucas (Joaquin Phoenix), un professore di filosofia con alle spalle numerosi flirt con le sue allieve e in profonda crisi esistenziale (da tempo lavora senza successo a un saggio di filosofia). Quando Abe accetta la cattedra in un college di una città di provincia, subito la sua aria tormentata attira l’interesse della graziosa studentessa Jill Pollard (Emma Stone) e di una collega sposata e infelice, docente in chimica (specializzazione non casuale).

Cullato da un sottofondo blues inframmezzato da brani di musica classica, il film viaggia tra commedia e dramma, spedito nel ritmo e nei dialoghi, e spazza via in un sol colpo i toni ottimistici del precedente Magic in the Moonlight (sempre con la Stone). Anche qui però è sempre alla felicità che, come in un romanzo di Dostoevskij tutti, soprattuto l’uomo comune, anelano disperatamente. E poco importa se per ottenerla bisogna sporcarsi le mani e la coscienza. Flirtando con il fato e con il caso.

Proprio la casualità è il vero protagonista della pellicola assieme alla duplice visione della realtà di Jill e Abe che raccontano gli stessi accadimenti della storia restituendo visioni e suggestioni differenti. Gli ingredienti per un’ottima commedia nera ci sono tutti. A cominciare dalla giusta dose di cinismo, dalle speculazioni filosofiche condite di ironia e dal cast ispirato: Phoenix perfetto con lo sguardo stanco e appannato, Stone vivace e fresca come in tutta la sua filmografia. Eppure Irrational Man alla fine non riesce a comunicare tutto il malessere e l’inquietudine che dovrebbe. O che ti aspetti. E si riduce a un bell’esercizio di stile, per dirla con le parole della pragmatica madre di Jill quando definisce i saggi filosofici di Abe; un uomo che ama cullarsi nel suo disagio, con una bottiglia al fianco e una o più spalle femminili su cui piangere. E che solo grazie al caso (una conversazione ascoltata distrattamente in un locale) decide di riprendere in mano la sua vuota esistenza

Francesca Paciulli

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