Mate-me Por Favor (Anita Rocha da Silveira, 2015)

di Victor Musetti.

È una delle migliori sorprese di Orizzonti il film d’esordio della giovane brasiliana Anita Rocha da Silveira. Mate-me Por Favor (Kill Me Please il titolo internazionale) è un coloratissimo racconto di formazione a tinte horror capace di far convivere al suo interno atmosfere da college movie (l’influenza di un capostipite come Scream è evidente) con un’estetica pop a metà strada tra Spring Breakers e Donnie Darko.

Siamo a Barra da Tijuca, periferia di Rio de Janeiro. Bia ha quindici anni ed è in piena crescita ormonale. Insieme alle sue amiche sta scoprendo la propria sessualità divisa tra una relazione con un dolce ragazzo suo coetaneo e un’inspiegabile pulsione di desiderio nei confronti di un’altra ragazza. Nel frattempo si stanno verificando dei terribili omicidi nel quartiere tutti indirizzati a ragazze giovani. Questi fatti di cronaca fungeranno da tessuto connettivo per i vari rapporti interpersonali tra gli studenti, creando legami inaspettati e sfasciando rapporti consolidati.

Anita Rocha da Silveira mostra sin dalla scena d’apertura di non volersi prendere troppo sul serio, quando per presentarci gli omicidi di cui si parlerà per il resto del film inquadra un primo piano di una ragazza intenta a strillare ripetutamente verso la macchina da presa per poi sparare il titolo del film a tutto schermo. Questo gusto per l’estetica pop tanto cara al cinema indipendente americano contemporaneo è sfruttato in modo interessante da Anita Rocha da Silveira, a partire dall’utilizzo delle musiche, che a volte servono semplicemente a indicare un’emozione di un singolo personaggio o, addirittura, nella messa in scena di un vero e proprio balletto narrativamente scollegato da tutto il resto ma perfettamente coerente con l’atmosfera generale del film.

Il mondo creato di Anita Rocha da Silveira riesce ad essere realistico pur essendo di per sé estremamente surreale. Non vi è traccia, per esempio, in tutto il film, di un adulto. Nemmeno a scuola vi sono professori né a casa delle protagoniste vi è mai modo di fare conoscenza dei loro genitori. La loro esperienza con la morte, con questa sequela di omicidi in serie, è vissuta come un gioco, come un evento eccitante di cui parlare con gli amici. Tutti, ognuno a modo suo, vivono l’esperienza degli omicidi come un percorso di scoperta di sé, a partire da Bia stessa che, inspiegabilmente, è eccitata di scoprire che il suo ragazzo la considera somigliante ad una delle ragazze uccise.

È interessante ad esempio lo spazio che viene dato ai pensieri sessuali di queste ragazzine, così morbosamente interessate ai dettagli delle uccisioni e, soprattutto, a cosa si provi ad essere stuprate. In un certo senso quello delle uccisioni diventa una fonte di adrenalina mista a desiderio. Il desiderio di essere protagoniste. Anita Rocha da Silveira crea un film generazionale con una delle regie più originali viste in Orizzonti, ma non solo. Mate-me Por Favor ha infatti tutte le carte in regola per diventare un piccolo film di culto, intriso com’è di riferimenti alla cultura popolare di oggi (Facebook e gli iPhone sono, com’è giusto che sia, estremamente presenti) ma senza possedere i difetti della maggior parte dei racconti di formazione moderni, strutturandosi come un college horror all’americana e, per questo, incredibilmente divertente.

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