Record di incassi nel 2003, L’onnipotente Bruce, tradotto in Una settimana da Dio, fu un successo ed ebbe tra i suoi meriti anche il lancio della carriera di Steve Carell, prima di 40 anni vergine. A distanza di 12 anni arriva la risposta inglese, in originale Absolutely Anything, in italiano Un’occasione da Dio, traduzione di cui potremmo lamentarci, ma del resto le somiglianze col “veicolo” di Jim Carrey sono tali da giustificare il misfatto. La differenza sta in sufficienti minuscoli dettagli degni di nota.
Dagli Stati Uniti al Regno Unito, Un’occasione da Dio ha per protagonista Neil Clarke (Simon Pegg), insegnante di inglese col pallino dello scrittore – fallito –, con un amore chiuso nell’armadio per la sua vicina Catherine (Kate Beckinsale) e un fedelissimo cane di nome Dennis. A renderlo onnipotente non sarà però Dio, bensì il Consiglio Galattico degli Esseri Superiori, appena venuti a conoscenza della razza umana tramite una sonda inviata nello spazio.
La reazione? Distruggere la Terra a meno che gli uomini non si dimostrino degni. Tuttavia di oltre 400 milioni di specie incontrate mai nessuna ha passato il test. Insomma, Un’occasione da Dio, ha come errore l’aver nominato invano il Signore, poiché a esser “divini” sono una manciata di specie aliene dai poteri sconfinati tanto quanta la loro crudeltà. Nulla di misericordioso, zero regole per Neil, al contrario di Bruce, e una esilarante capacità di sfruttare la lingua alla lettera.
La somiglianza immensa non rende Absolutely Anything in alcun modo originale, migliorato in gran parte per la brillante idea di ispirarsi a un grande classico della fantascienza, A Boy and His Dog, imitando il rapporto tra Vic e Blood e facendone una commedia a suo modo efficace. Certo in originale ha aiutato anche l’immenso cast di voci, motivo principale della nascita del progetto: il compianto Robin Williams a dar la voce a Dennis e i Monty Python per gli Esseri Superiori.
Poco in realtà, se contiamo che nessuno di loro appare mai, se non Terry Jones in un brevissimo cameo, ma del resto lui è anche regista, per la prima volta da 20 anni. Il talento di Jones non è mai stato eccelso, gli applausi i suoi precedenti titoli li guadagnarono grazie all’irriverente comicità dei Monty Python tutti (mai insieme in un film dai tempi de Il senso della vita nel 1983), qui Jones avrebbe potuto chiaramente essere sostituito da un qualunque altro mestierante. Dispiace dirlo.
Simon Pegg è il vero traino, cui riesce a tener testa solamente il navigato Sanjeev Bhaskar, conosciuto più nel Regno Unito che altrove, ma in Italia si ha la fortuna di possedere il doppiatore Carlo Valli, voce storica di Williams, che con tanta bravura regala al pubblico nostrano un’interpretazione divertente quanto l’originale. Per il resto Un’occasione da Dio è da consumare con rapidità, per palati interessati e a mente aperta, con poche scene davvero buone e tante fin troppo dozzinali.
La pigrizia ha condannato Un’occasione da Dio a non eccellere in toto, troppo radi i tentativi di discostarsi dall’immediato e comprensibile paragone col film di Tom Shadyac. L’unico vero modo per apprezzare il ritorno dietro la macchina da presa di Jones e dietro il microfono dei Monty Python è quello di agganciarsi ai riferimenti ad altri titoli, a quelle gag riuscite e agli attori che nonostante tutto riescono a fare un buon lavoro… eccezion fatta per Kate Beckinsale, insipida come non mai.
Fausto Vernazzani
Voto: 3/5