Penny Dreadful - Season-2

Penny Dreadful: quando le serie crescono

Penny Dreadful: la seconda stagione – di Francesca Fichera.

Penny Dreadful: quando ritorna sembra che un anno sia volato. Un anno o poco più da quando dicevamo “Siamo tutti Vanessa Ives” e rimanevamo attaccati a un finale amaro e aperto che lasciava presagire molte cose confondendone altrettante – soprattutto se messo in relazione con il bel trailer della seconda stagione.

E non c’è che dire, tanto è cambiato dall’elegante e appassionante prima parte della serie neo-vittoriana di John Logan. L’esplorazione della Londra moderna e dei suoi mostri è andata avanti, ma con nuove figure a popolare i suoi angoli bui; figure nuove per la storia, non per il genere. Le streghe sono il nemico da combattere per assicurare la salvezza dell’eterea Vanessa Ives – una Eva Green rauca e sempre validissima – e dei suoi amici. A capo della congrega, incarnazione del Male perfido e sensuale, Miss Poole (Helen McCrory), in grado di regalarci una scena letteralmente sublime a bagno nel sangue (2×01, Fresh Hell) e diversi momenti di stronzaggine pura.

Più nette sono le linee che separano i singoli percorsi intrapresi da ciascun personaggio, meno numerose le scene d’ensemble. La trama si snoda in vari punti, tutti più o meno appassionanti da seguire, con vette di letterale lirismo raggiunte dalla storyline della creatura di Frankenstein, ex Caliban ora auto-battezzatosi John Clare, come il poeta inglese. Accanto a lui – ed a lui legate – emergono la vicenda e la vera natura del mad doctor Victor (Harry Treadaway), seguendo sviluppi sempre più subdoli e complessi. E d’altra parte c’è Dorian Gray (Reeve Carney), alle prese con le solite avventure estreme e una storia d’amore dai contorni inattesi – in assoluto la sottotrama più noiosa di tutta la stagione.

In apparente contraddizione con quanto appena detto, le cose sono cambiate, aggiungendo e togliendo, ma non si è affatto modificato il modo di dirle: là dove Il Trono di Spade ha parzialmente fallito, Penny Dreadful ha dimostrato di aver vinto. Conservando uno stile riconoscibile, intervenendo sui contenuti ma non sul contenitore. Pur nutrendosi – si potrebbe dire per natura – dei cliché del genere, la scrittura si è riconfermata profonda e curata, e più volte capace di donare momenti sinceramente toccanti – vedi i dialoghi tra Vanessa e John nel lazzaretto, in 2×04 (Evil Spirits in Heavenly Places) e 2×05 (Above the Vaulted Sky) – accanto ai più consueti brividi richiesti dalla categoria della serie e dal suo target.

E la tensione, fidatevi, cresce. Cresce com’è cresciuto lo show, e in qualsiasi senso lo si voglia intendere. Gli eventi tragici si susseguono, i ricordi gettano altre ombre su di un tempo che ne è già gravido – un intero episodio di flashback, The Nightcomers (2×03), sfiora la forza e la compiutezza di uno standalone, grazie anche al carisma di Patti LuPone  – e l’erotismo esplode nei cuori e nei momenti più sbagliati – attendiamo tutti i fuochi d’artificio fra l’Ethan Chandler di Josh Hartnett e la bella Vanessa. Si riesce a guardare nei personaggi e a scoprirli infiniti, pieni di facce e di anfratti che fino a poco prima neanche si sospettavano – come Sembene (Danny Sapani), fino alla prima stagione nel ruolo defilato di aiutante e servitore, adesso più esplicitamente coinvolto nell’azione.

Insomma, in quanto a serie tv di genere quella targata Showtime è senz’ombra di dubbio una delle migliori in circolazione. Non ha tradito e non pensiamo che lo farà – siamo a metà, e domenica prossima è atteso il giro di boa con il sesto episodio, dal titolo Glorious Horrors. CineFatti ama l’horror, specialmente quando è elegante, e non può esimersi dal consigliarvi la visione di questo ottimo prodotto.

Credi che il passato ritorni?

Molto di più. Non ci abbandona mai“.

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