Predestination - CineFatti

Predestination (Michael e Peter Spierig, 2014)

Predestination gioca senza paura coi paradossi temporali.

La fantascienza non ha mai mancato di esplorare le possibilità del viaggio nel tempo, più e più volte inciampando nella problematica maggiore dietro la semi-impossibilità di rappresentarla con tratti realistici: il paradosso.

Per evitarlo è necessario non correre il rischio, altre volte lo si può aggirare con un escamotage particolare come in Interstellar; i fratelli Michael e Peter Spierig hanno, invece, intrapreso una via nuova: la decisione di entrare nell’impossibile senza girarci attorno e scrivere una storia irreale al puro scopo di osservare cosa potrebbe accadere giocando con i paradossi.

Viaggio allucinante

Il terzo lungometraggio degli australiani è una sequela di indizi, a partire dal titolo: Predestination. Siamo nel presente, sempre se questa parola ha ancora un qualche significato (chiedetelo a De Crescenzo in 32 Dicembre), e un agente del Temporal Bureau tenta di bloccare l’’ultimo attentato del Fizzle Bomber.

Una carneficina è evitata, ma il criminale fugge e una fiammata cancella via col fuoco la faccia al nostro eroe. Nel futuro nelle sale operatorie del Bureau gli viene regalato un nuovo viso e una nuova identità, diventando Ethan Hawke, manon una nuova missione: il suo scopo è ancora catturare il Fizzle Bomber.

Per riuscirci vola indietro nel tempo agli anni Settanta, si finge barista in una bettola e inizia una lunga conversazione con uno degli astanti (Sarah Snook), scrittore conosciuto come The Unmarried Mother (trad. la madre non sposata), del quale ascolta l’’intera assurda storia di vita.

Ma la parola fine sembra non esistere né per lo scrittore né per il nostro agente e Predestination si trasforma in uno di quei giochi da Settimana Enigmistica a cui al lettore è richiesto di unire i punti per creare un’’immagine nitida e precisa.
Né più né meno per il film degli Spierig Bros.

Illusioni narrative

All’inizio di Predestination stuzzicano lo spettatore con una sparatoria tra due ombre per poi proseguire in una direzione diversa da quanto immaginata dando retta ai promo pubblicati nei mesi precedenti.

L’’azione cede il passo a un lungo dialogo e a un flashback dove la Snook non conosce la compagnia di Hawke, dove entra in gioco il misterioso Noah Taylor e le prime incongruenze strisciano verso il pubblico.

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Tempo a profusione

Sul grande schermo si profila una storia diversa da quanto ci si aspettava: il Temporal Bureau lo vediamo a malapena, le loro indagini non ci riguardano. Quel flashback strisciando in avanti assume un ruolo da protagonista.

Ingannati a credere Predestination fosse un whodunit come tanti altri, una lotta tra il bene e il male, presto entriamo a far parte del gioco e a esser coinvolti nella domanda: cosa può nascere da un paradosso se il tempo non scorre più in maniera lineare per ogni singolo essere umano?

La risposta è incredibile, assurda al punto da scatenare solo due possibili reazioni per gli spettatori, la decisione di non continuare la visione o lasciarsi andare e accettare il risultato della partita.
La seconda, come avrete immaginato, è la soluzione che suggeriamo.

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Giocattolo perfetto

Gli Spierig Bros non sono sceneggiatori di alto livello, tanto meno eccellono come registi, l’’unico loro interesse è mettere su storielle di genere spicciole, idee condite da azione e collegamenti più astuti che intelligenti tra i loro personaggi.

Daybreakers tutto sommato era di gran lunga più complesso di Predestination in termini di world building, ma sul piano dei personaggi la staffetta passa alla loro ultima creatura, con un Ethan Hawke tornato a prender le redini del progetto col suo classico talento grezzo che abbiamo imparato ad amare negli anni.

In conclusione si può dire che siamo di fronte a un compito stilato a dovere, con nessuna pretesa di credibilità e il grande pregio di non voler a tutti i costi imboccare lo spettatore con la soluzione fin quando non si è arrivati al termine, quando il dubbio seminato in precedenza aveva già iniziato a germogliare e cercava solo una conferma.

Predestination è un giocattolo e come tale non è niente male.

Fausto Vernazzani

Voto: 3.5/5

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