L’uomo invisibile: quando il mostro è più che umano (o post-umano) – di Francesca Fichera.
Si parla tanto degli Universal Monsters e del loro ritorno, da Dracula a Frankenstein e dintorni, dove si trova il meno famoso ma altrettanto tremendo Uomo invisibile, personaggio fuoriuscito da uno dei mille mondi di H. G. Wells.
Come il suo più rigido e imponente compagno interpretato da Boris Karloff, anche luomo trasparente proviene da un azzardo della scienza, dalla forza della sperimentazione portata ai suoi estremi.
A differenza di Frankenstein però, Luomo invisibile sceglie di sperimentare sul suo stesso corpo, come dottor Jekyll e Andre Delambre de La mosca, mutando la conoscenza scientifica da strumento in arma che estende la distruzione dal sé a tutto il resto.
Chi è l’uomo invisibile
James Whale racconta la storia dellinvisibile Jack Griffin con il consueto tono daltri tempi, dalle atmosfere cupamente e melanconicamente gotiche (bianco e nero di Arthur Edeson), introducendone il personaggio sotto unaura che fin da subito trasuda cattiveria.
È immediatamente chiaro che luomo che attraversa la tormenta di neve e trova riparo nella locanda gestita da Jenny Hall la caratterista Una OConnor, presente anche in altre serie della Universal assomiglia più a un crudele fantasma che a un viaggiatore in carne ed ossa.
Una persona che perdendo il senso dei confini mentali si è lasciata sfuggire (volutamente) anche quelli della propria fisicità, in un preludio allegorico al futuro del post-umanesimo.
Il primo di una lunga serie
Il film è il primo di una più o meno lunga serie: nel successivo Il ritorno delluomo invisibile (1940) Claude Rains sarà sostituito dal carismatico Vincent Price, di cui rimarrà solo e letteralmente uno spettro vocale ne Il cervello di Frankenstein del 1948, dove il personaggio ha nientaltro che un cammeo.
Intanto, come per Frankenstein, è già nata la controparte femminile La donna invisibile, vestita da Virgina Bruce e al volto bendato si sono impegnati a dare voce, alternandosi, attori come John Barrymore e Jon Hall.
Lopera di Whale del 33, nella parziale ma sempre bella ingenuità che caratterizza allo stesso modo le sue sorelle dellepoca, si pone, insomma, a monte di una tradizione. In ballo ci sono il genere la fantascienza e i suoi significati, la sua valenza di osservatorio del presente, inventario del passato e tracciato di spunti e direzioni nei confronti del futuro. (e poi, chi lavrebbe detto? La bionda Flora amata dalluomo invisibile altri non è che Gloria Stuart, futura voce narrante del Titanic di James Cameron).

