di Fausto Vernazzani.
Cutter Hodierne è famoso per due cose dallo stesso titolo: Fishing Without Nets. Iniziò come cortometraggio e vinse il Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival, incoraggiamento sufficiente a spingerlo a dirigerne un lungometraggio accaparratosi il premio alla regia allo stesso Sundance due anni dopo, cioè nel 2014. Come si suol dire, non lasciar la vecchia via per la nuova e così grazie alla stessa storia ha duplicato il successo ottenuto allinizio di questa che si prepara a essere una promettente carriera nel cinema internazionale e statunitense.
Fishing Without Nets prende il testimone di Captain Phillips, film dapertura del BFI London Film Festival nel 2013 e prosegue il trend dei film sui pirati: protagonista è Abdi, un giovane pescatore vessato da una situazione economica insostenibile, costretto a lasciare sua moglie e suo figlio nelle mani dei contrabbandieri per farli fuggire dalla Somalia, paese ormai distrutto dalla guerra e dall’inquinamento dei mari. Lunica soluzione ai suoi problemi lha evitata fino allultimo minuto: cedere la propria esperienza in mare ai pirati, unirsi a loro pur di guadagnarsi da vivere.
Il nostro Cicerone si chiama Abdikani Muktar, attore che non lascia il segno, a metà tra la povera riva e il mare inospitale dove navi di ogni genere sono costrette a passare pur sapendo lenorme rischio corso da loro. Il pericolo è dietro langolo, sia per i pirati ceduti a leggende metropolitane, sia per i naviganti lasciati in mare senza alcuna difesa. Due punti di vista attraversati dai toni di un thriller carico di tensione, sulla scia della scuola di Peter Berg, Doug Liman e Paul Greengrass, registi dedicatisi a una forma di regia iperattiva quasi documentaristica. Fishing Without Nets, pur non essendone la copia, segue la scia di Captain Phillips e riesce a sfruttarne il successo grazie allinvolontario richiamo, differenziandosi con un tocco più riflessivo.
Ma al contrario del film di Greengrass non ci sono personaggi a cui affezionarsi, Abdi è il veicolo di una rappresentazione generale della povertà in Somalia e per quanto le sue vicende siano drammatiche, non le si riesce a percepire come un orrore di un singolo: lintera narrazione di Fishing Without Nets sfugge al particolare e entra nel generico. Un vantaggio volendo osservare il film di Hodierne sotto unottica di informazione e apprendimento delle meccaniche dietro gli atti di pirateria di cui sentiamo sempre più spesso parlare (e in cui lItalia è coinvolta con la situazione dei Marò in India). Non si approfondisce mai e questo è il difetto che rende la visione un ottimo prodotto di regia premio al Sundance meritato -, ma non unopera esattamente coinvolgente. Si poteva fare di meglio e siamo sicuri che Hodierne può riuscirci.