di Francesca Fichera.
LOscar Wave [hashtag da seguire: #OscarWave] di CineFatti è iniziata e non si ferma. A maggior ragione se manca soltanto un mese alla fatidica cerimonia di premiazione in quel di Los Angeles – meno importante di tante altre, è vero, ma stampata nellimmaginario collettivo come poche cose al mondo. Prepariamoci, dunque, non solo a guardare, ma anche ad ascoltare, con le 5 nomination allOscar per Migliore Colonna Sonora.
Si comincia con The Book Thief (Storia di una ladra di libri) di Brian Percival, con soundtrack a firma di John Williams. Canonica e ligia nel rispondere allinput dato dallambientazione storica del film, non mostra di avere particolari punti di forza, a parte qualche momento – o movimento – del finale. Dà la sensazione di un già sentito che lascia segni poco profondi.
Anche se non è di certo laspetto del film che di più cattura i sensi, la colonna sonora di Gravity, ad opera di Steven Price, è una di quelle parti del discorso senza le quali il discorso non sarebbe ciò che effettivamente è. E non renderebbe al massimo. Qui ci va di dire che il suo compositore merita senzaltro più del regista Alfonso Cuarón.
Oceani elettrici, ridondanti sottofondi urbani e atmosfere oniriche in Her di Spike Jonze, che per intessere il tappeto musicale della sua straordinaria love story sceglie gli Arcade Fire; nonostante i giganti in gara, un Oscar a questo film sarebbe senza dubbio originale, oltre che ben assegnato.
Alexandre Desplat sembra essere diventato garanzia dei drammi esistenziali raccontati con una certa leggerezza: la soundtrack da lui composta per Philomena di Stephen Frears non brilla di particolare estro; probabilmente perché non deve. Un commento discreto – seppure, qualche volta, eccessivamente ripetitivo – ai fatti raccontati. Non il Desplat migliore, comunque.
È tutto un po finto in Saving Mr. Banks, compresa la colonna sonora di Thomas Newman e Robert Sherman: ben costruita comè, e con uniperpresenza di rielaborazioni dei temi cult di Mary Poppins, funge da ottimo commento allartefatto – ma suadente – entusiasmo del film di John Lee Hancock.
E mo?
E mo fate la vostra scelta. Come nellenigmista. Tanto non cambierà un kaiser, ma intanto vi sarete divertiti (e anche, anzi soprattutto, arricchiti).
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