Giorni contati - CineFatti

Giorni contati (Peter Hyams, 1999)

Giorni contati: un film che non conta.

Guardando Giorni contati di Peter Hyams, la Gialappa’s Band commenterebbe all’unisono: Il festival della stupidera. Degno di una puntata di Mai Dire Banzai la pellicola è un miscuglio fatale di idiozia e incompetenza che ha inglobato in sé i poveri Arnold Schwarzenegger – che in quegli anni si stava dedicando più alla commedia – e Gabriel Byrne, l’unico che cerca, per quanto umanamente possibile, di fare quel che può per il ruolo cretino che gli è stato affidato.

Giorni (s)contati è ambientato a New York tra il 28 Dicembre e il 31 Dicembre 1999 e parla dell’imbecille Jericho Cane (Schwarzy) una figura che mai si era vista al cinema ovvero un ex-poliziotto che ha perso la fede in Dio a causa della morte della moglie e della figlia. Jericho ora fa l’addetto alla sicurezza e si trova a salvare l’imbecille Christine York (Robin Tunney) da una banda di teppisti. Christine è nata nel 1979 e, invece del solito schiaffetto sul didietro, è stata imbevuta di sangue di serpente. La ragazza rivela a Jericho che vede cose strane ed è osservata perennemente da qualcuno. Il saggio Schwarzy, invece di portarla da un tossicologo, si prende la briga di proteggerla, ma il suo avversario è nientedimeno che il più imbecille Satana che abbia mai messo piede su un set (Byrne).

Azioni imbecilli, dialoghi imbecilli, eventi inspiegabili, girato da cani, recitato peggio, Giorni contati è uno dei film più inutili, scontati e pieni di déja-vu – imbecilli – che abbia mai visto. Hyams confeziona qualcosa di raccapricciante e contraddittorio, dovuto anche alla sceneggiatura – imbecille, ovviamente – di Andrew W. Marlowe. Facciamo un piccolo esempio: in pratica il diavolo deve possedere Christine prima della fine del millennio, altrimenti a mezzanotte e uno del 2000 i computer non esploderanno e lui morirà. Byrne si mette in moto il 28 Dicembre: quando si dice fare tutto all’ultimo momento, hai veramente i giorni contati.

Schwarzy e Christine si rifugiano in chiesa perché gli è stato assicurato dal vescovo che Satana non si azzarda nemmeno ad entrare in  una delle tante case del Signore. Ed eccolo lì, Byrne, entrare in chiesa come un gatto entra nelle stanze di casa che hanno la porta aperta. Niente dolori, niente urla, una serietà serafica, ha con sé addirittura dei crocifissi in tasca per poter infilzare chiunque lo contrasti. Non si azzarda a entrare in Chiesa? Avete fatto male i conti, lui ha i giorni contati.

Per non parlare dell’intelligenza del personaggio Christine: tu sei inseguita da sicari dell’ordine ecclesiastico che ti vuole morta per non far compiere l’atto a Satana. Schwarzy si offre gentilmente di proteggerti, il vescovo ti propone di stare in chiesa con loro e di allontanare Schwarzy in modo da stare più al sicuro e tu che fai? Scarichi Schwarzy e resti con loro in piena balia dei sicari? Quando si dice fornire l’assist all’avversario – ora sì che hai anche tu i giorni contati… imbecille.

Tante altre sono le idiozie di Giorni contati e non basterebbe un libro per elencarle e spiegarle tutte, ‘eccessiva durata della pellicola – ben 117 minuti – porta lo spettatore che avrà il coraggio di arrivare fino alla fine più che ad avere i giorni contati ad avere i minuti contati e rischiare il suicidio per aver speso in questo modo due ore preziose della sua vita. Non fatelo, c’è sempre la possibilità di redimersi.

See You Soon.

Roberto Manuel Palo

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