Machete Kills - CineFatti

Machete Kills (Robert Rodriguez, 2013)

Machete Kills: Danny Trejo non messaggia e non delude.

In qualsiasi sito di cinema si scrive che Sole a Catinelle di – ma in realtà si dovrebbe scrivere con – Checco Zalone ha surclassato Machete Kills di Robert Rodriguez nel suo giorno d’esordio. Mi sembra abbastanza normale considerando che il film con Zalone è proiettato in tutto l’Universo, mentre Machete Kills si deve accontentare di sole 180 sale. In realtà il film di Rodriguez ha avuto la sfortuna di uscire in questo periodo ma era atteso da tutti dopo il grande successo del precedente Machete.

La tamarraggine e la struttura di Machete Kills è rimasta la stessa del predecessore, al diavolo caratterizzazioni psicologiche, al diavolo discorsi profondi, al diavolo tutto, solo puro e semplice divertimento e azione senza un attimo di respiro, contornata da un’ampia dose di splatter con l’utilizzo (purtroppo) di una discutibile computer graphics.

In questa nuova avventura Machete/Danny Trejo viene contattato dal presidente degli Stati Uniti (Charlie Sheen, per la prima volta registrato col suo vero nome, Carlos Estevez) per eliminare un pazzo rivoluzionario (Demián Bichir) e un trafficante d’armi che vuole distruggere l’intero mondo con la sua tecnologia d’ultima generazione (Mel Gibson). Con l’aiuto di Luz/Michelle Rodriguez e della sua squadra Machete dovrà compiere la missione con la consapevolezza che: “Machete non fallisce”.

Sin dall’inizio di Machete Kills il ritmo è sostenuto e tutto lascia presagire il festival dell’assurdo con la riproposizione (a grande richiesta) della scena – già presente nel primo film – di Machete che lega l’intestino di un nemico all’elica di un elicottero. Giù con la follia, nemici strambi come Desdemona/Sofia Vergara con le armi impiantate sul seno e sull’inguine, il Voz di Gibson o il Camaleonte che cambia faccia appena visto e prende le sembianze di personaggi celebri come Lady Gaga o Antonio Banderas.

Che sia pistola o machete, il film è pieno di mutilazioni, frattaglie, sangue, violenza senza un attimo di tregua e tutti gli appassionati si divertiranno a più non posso anche grazie ad alcune battute – consideriamole freddure – ben riuscite. Rodriguez ci sa fare dietro la macchina da presa, ma non si scopre certo l’acqua calda.

Come sempre c’è il però: un film come Machete Kills è uno di quelli dove un minimo secondo di pausa dal delirio totale può mandare in vacca tutta la baracca. La parte centrale offre più di un momento del genere e, una volta che si è capito che le uccisioni non hanno sempre quell’originalità che ci si aspetta, inizia a sopraggiungere un po’ noia. Per fortuna rimarrà tale, ci si divertirà ugualmente, a seconda dei gusti, ma lascia più di un timore nell’aspettare il prossimo episodio.

Per fare un esempio, questa saga è come quei giocattoli che i bambini usano talmente tante volte che gli viene la nausea solo a vederli e li buttani; oppure, ancora meglio, è come quei videogiochi che, una volta scoperto che bisogna fare quasi sempre la stessa mossa e schiacciare quasi sempre gli stessi pulsanti per andare avanti e vincere, li si ripone nello scaffale e non li si riprende mai più. Machete Kills ha evitato di raggiungere questo stadio per il rotto della cuffia presentandone solo i primi sintomi, speriamo che Rodriguez riesca a presentarci qualcosa di nuovo con l’avventura nello spazio.

Roberto Manuel Palo

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