Amityville Horror: quando il sequel supera l’originale.
Nel 1979 uscì nelle sale un film che ebbe un enorme successo e decretò l’inizio della celebrità di Ronald De Feo. Si intitolava Amityville Horror ed era diretto da Stuart Rosenberg. Il film diede inizio a un numero spropositato di seguiti ed imitazioni, based on a true story (altrimenti la gente non si spaventa).
In realtà non era nulla di speciale, bensì un dramma piuttosto noioso che a un certo punto virava verso l’horror e conserva l’unico merito di aver lanciato il filone delle case possedute. La sola cosa veramente degna di nota sono le finestre della casa che le conferiscono le sembianze di un volto umano terrificante.
Nel 2005 è il turno del primo remake ufficiale di Amityville Horror, diretto da Andrew Douglas. L’obiettivo è quello di provare a far meglio del predecessore. Non è che ci volesse molto, ma l’obiettivo è stato raggiunto. Ritroviamo la famiglia Lutz formata da Kathy (Melissa George) e George (Ryan Reynolds) che vanno a vivere in una casa isolata ad Amityville, venduta a prezzo stracciato, insieme ai loro tre bambini (esordio assoluto per Chloe Grace Moretz).
I coniugi vengono a scoprire dal prete della zona che in quella casa un ragazzo, Ronald De Feo, sterminò l’intera famiglia alle 3:15 del mattino. Facendo poco caso all’informazione, tutti gli abitanti della casa iniziano a sentire che nelle sue stanze c’è qualcosa che non va, mentre strane voci intimano a George di imitare Ronald De Feo.
Dal punto di vista horror Amityville Horror ha un impatto positivo, merito di un ritmo abbastanza serrato, tranne per i dialoghi – prolissi e abbastanza inutili – della sceneggiatura di Scott Kosar (L’uomo senza sonno) e una efficace messa in scena dei momenti di tensione. Il film è prodotto dalla Platinum Dunes di Michael Bay, quindi è strano che non ci sia almeno un’esplosione.
La versione 2005 di Amityville Horror, oltre che per regia e ritmo, è migliore rispetto a quella del 1979 anche per ciò che riguarda la recitazione. Non che io impazzisca per Ryan Reynolds, ma il suo personaggio è molto difficile da interpretare e Reynolds se la cava egregiamente. Buone anche le prove di Melissa George nel ruolo della mamma spaventata e della Moretz in quello della bambina che parla con i fantasmi.
Amityville Horror alterna (bene) tutti i trucchi della paura tradizionale, come le apparizioni di facce inquietanti sugli specchi, i movimenti improvvisi di ombre o le porte che scricchiolano, a effetti speciali e uso dello splatter. Molte scene sono riprese dall’originale, come quella ormai celebre del prete che, benedicendo la casa, viene assalito dalle mosche – citata anche nella saga demenziale di Scary Movie. E non mancano i momenti ad alto tasso adrenalinico, come quando la Moretz tenta di camminare restando in equilibrio sulla cima del tetto , una scena da Ultimo Minuto.
In fin dei conti Amityville Horror è un buon film, ottimo per passare novanta minuti incollati alla sedia, con buoni momenti horror e una recitazione più che discreta. Non è il miglior film del mondo – grazie anche a una sceneggiatura non propriamente all’altezza – ma di sicuro è al primo posto rispetto a tutti i sequel e le imitazioni dell’originale, quest’ultimo compreso.
See You Soon.