Stephen King's Under The Dome: 10 cose da sapere sulla serie CBS

di Francesca Fichera.

Della serie CBS Under The Dome, adattamento dell’omonimo romanzo di Stephen King (il grande), avevamo già parlato a suo tempo, e col prezioso supporto di due succulenti teaser. Adesso ritorniamo a discuterne onde illustrarvi, punto per punto, il decalogo che l’Hollywood Reporter ha messo in circolo per sfatare qualche mito ed aiutare a dissipare almeno un paio di dubbi. Può apparire più promozionale che altro, certo – siamo tutto fuorché ingenui, mi pare; ma al di là dei più banali intenti encomiastici, alcune informazioni utili riescono comunque a trapelare.

Punto 1. : i produttori presentano Under The Dome come “l’evento televisivo dell’estate”. In primo luogo per la cura degli effetti speciali. E qui lo spoiler abbonda: da amputazioni a scontri d’auto, passando per l’efficace immagine di una mucca tagliata a metà dalla caduta della cupola [nel libro l’animale “sacrificato” è uno scoiattolo, n.d.a.], fino ad altri colpi di scena, in deciso aumento a partire dal secondo episodio.

Punto 2. : Under The Dome NON è una miniserie. Anche se la durata prevista è di 13 episodi, sia  Neal Baer che Brian K. Vaughan sono ottimisti riguardo al fatto che un tale format possa ampliarsi sviluppandosi in un numero ben più alto di stagioni, com’è successo per E.R. Law & Order.

Punto 3. : Il romanzo di Stephen King racconta le vicende della cittadina di Chester’s Mill relative all’arco di tempo complessivo di una settimana. La serie sfora quel limite temporale già alla sua decima puntata. Vaughan ha spiegato che King in persona si è mostrato disponibilissimo a dare al plot di UTD direzioni diverse, finanche deviazioni: “Potete fare ciò che io non ho fatto”, ha affermato lo scrittore durante un colloquio con lo staff. E (almeno così sembra) ha mostrato non poco entusiasmo nei confronti di un finale, alternativo ed inedito, proposto dai creatori della serie.

Punto 4. : Sempre a proposito di King, non è escluso che possa dedicarsi alla scrittura di un intero episodio di Under the Dome – e sappiamo che ‘il re’ non è nuovo alle sceneggiature televisive, come dimostra in maniera lampante il fortunato caso de La tempesta del secolo. Ad ogni modo (e per ora) il timone resta a Baer e Vaughan, con l’entusiasta beneplacito di King – suggellato da un “It’s your baby, rock it” che ammicca sfacciatamente ad Elvis.

Punto 5. : Le risposte agli interrogativi più impellenti verranno date quasi subito. Su tutte, quelle alla domanda: perché, se la cupola cade sulla città, nessuno pensa di fuggire dal basso, ossia scavando? Alla seconda puntata e alla vicenda di due giovanissimi “scavatori” è affidato l’arduo compito di riuscire a sedare la curiosità degli spettatori.

Under the Dome - il poster
Under the Dome – il poster

Punto 6. : La morte sarà una presenza costante, come nel libro così nella serie. L’anima fortemente dark di Under The Dome non verrà sacrificata alle dure restrizioni delle emittenti televisive…

Punto 7. : Vaughan è giunto ad affermare che in UDT sono condensati i tratti migliori dell’operato di King e di quello di Steven Spielberg: “il primo vede sempre il peggio dell’umanità, il secondo invece il suo meglio”, ha detto V., “Ma sono simili in una cosa: nell’amare così profondamente l’essere umano da giocare a metterlo costantemente in situazioni assurde e stare lì a guardare che succede”. E questo discorso calza a pennello soprattutto a The Dome, che potrebbe essere definito il racconto di una sfida (fra le più improbabili) delle capacità umane.

Punto 8. : Under The Dome risolverà i suoi misteri uno alla volta. Lo ha precisato Vaughan a proposito del lavoro di sceneggiatura, dove ci si è voluti allontanare e dal concept e dall’evoluzione di LOST, salvatosi – secondo Vaughan – solo per via del mirabile approfondimento psicologico e narrativo di ciascun personaggio, che ha spinto il pubblico ad affezionarvisi. Ma a suo parere circondare il mistero centrale di tanti altri piccoli misteri destinati a rimanere insoluti non fa bene alla storia né, tanto meno, agli spettatori. Perciò lo script di UDT gioca su ciò che in LOST – e in altri casi ad esso simile – c’è di positivo: il lento e progressivo svelamento dei personaggi e dei loro micro-mondi narrativi – che è poi quel che caratterizza altrettanto bene il romanzo kinghiano.

Punto 9. : Come più volte ribadito dalla produzione, Under the Dome non rientrerà nel genere post-apocalittico allo stesso modo in cui vi rientrano altri prodotti della sua stessa specie. Più che concentrarsi sul ‘dietro le quinte’ dell’apparizione della cupola, la serie si impegnerà infatti a ritrarre le conseguenze dell’emergenza nella vita di tutti i giorni: cosa succede, cioè, quando le persone non possono più svolgere il loro lavoro, il denaro perde ogni valore, le esistenze quotidiane cessano di avere il loro significato abituale. Tutto verrà filtrato dallo sguardo – e dagli sguardi – all’interno della cupola, invece che dal suo esterno.

Punto 10. : Oltre al prolungamento della storia (spiegato nel punto 3), sono previste anche importanti aggiunte interne alla trama originaria. In una parola: personaggi nuovi, atti a rafforzare la “componente sociale” del plot – come precisato da Baer in merito alla presenza della coppia lesbica rimasta intrappolata a Chester’s Mill a causa della cupola.

Il punto 11, già ricordato in precedenza, riguarda la speranza di una rinnovata giustizia mediatica per l’opera di Stephen King: non la perdiamo, ma teniamo comunque gli occhi aperti. Soprattutto il prossimo lunedì 24 giugno, alle 10 di sera, sul canale CBS.

4 pensieri su “Stephen King's Under The Dome: 10 cose da sapere sulla serie CBS

  1. Grazie, compagno. La tua solidarietà è particolarmente importante <3
    p.s.: speriamo di trovare un modo semplice e veloce per sintonizzarci sulla CBS, quel fatidico giorno!

    – Fran

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