Assalto dallo spazio: i primi morti viventi romeriani – di Roberto Manuel Palo.
A causa di un esperimento scientifico fallito, il Dottor Karol Noymann (John Carradine) muore. Questo evento prova molto il Dottor Adam Penner (Philip Tonge), molto amico di Noymann, che, decidendo di offrire i suoi servigi solo per il bene dell’umanità e non per costruire l’arma nucleare più potente, decide di lasciare il suo incarico presso il governo degli Stati Uniti.
Una sera il cadavere di Noymann entra vivo nella casa di Penner: è una entità spaziale invisibile che ha preso possesso del cadavere dello scienziato per avvertire il suo amico che il loro pianeta, se la Terra non si arrenderà entro ventiquattro ore, verrà completamente distrutto. Il Dottor Penner verrà creduto solo dalla figlia Phyllis (Jean Byron) e dal suo allievo John Lamont (Robert Hutton).
E così, dopo esattamente un giorno, comincia l’invasione aliena e i morti viventi iniziano a camminare. I quattro si chiudono in un bunker antinucleare per cercare di studiare qualcosa che fermi questi esseri mentre, per la prima volta nella Storia, tutte le Nazioni mondiali si uniscono per una causa comune.
Zombie degli altri mondi
Assalto dallo spazio di Edward L. Cahn, dal punto di vista della sceneggiatura (Samuel Newman) e della regia è un film trascurabile. Non c’è nulla di nuovo rispetto alle invasioni spaziali o degli ultracorpi tanto diffuse tra gli anni Quaranta e gli anni Sessanta negli Stati Uniti, e rientra nel novero del visto uno, visti tutti.
Ma c’è una cosa molto importante che dà a questo film un valore culturale non indifferente: per la prima volta in assoluto si parla in un film di morti viventi nel senso romeriano della parola e non di zombie caraibici derivati da strani riti magici da parte di stregoni haitiani.
Quindi, tramite la possessione da parte degli invasori alieni, i morti camminano sulla Terra e anche la psicologia dei personaggi rinchiusi nel bunker ha una prima parvenza dei cliché che, successivamente, caratterizzeranno gli zombie movie che prolificheranno dopo il 1968 o, più esattamente, dal 1979, dopo il secondo episodio della trilogia romeriana.
Da tutto questo non è difficile pensare che la pellicola di Cahn sia stato uno dei riferimenti principali per Romero, insieme a La lunga notte dell’orrore di John Gilling, del 1966, film inglese che porta il pericolo zombie in una città non caraibica per la prima volta e dove gli zombie hanno movenze e caratteristiche molto vicine a quelle romeriane, anche se sempre derivanti dai riti voodoo.
La critica
Tralasciando l’immenso valore culturale, Assalto dallo spazio, nonostante duri solamente sessantaquattro minuti, non si lascia vedere con piacere a causa anche di attori non proprio eccellenti e di una sceneggiatura ancor più farraginosa del resto dei film sci-fi del periodo.
Nessuna scena è da ricordare e lo spettatore guarderà il film come se fissasse il vuoto attendendo di riprendere la facoltà del suo cervello e ridestarsi improvvisamente. La vicenda non conquista, niente attrae lo spettatore e gli effetti speciali sono un po’ alla Ed Wood (che, proprio in quell’anno, usciva al cinema con il suo celeberrimo Plan 9 From Outer Space).
Nonostante non lo consiglierei a nessuno va comunque ringraziato Edward L. Cahn, la cui regia si limita a panoramiche, found footage e campo/controcampo senza nessun tipo di trovata particolare, perché grazie a lui, a Gilling, ai fumetti della E.C. Comics, a Richard Matheson e il suo I am Legend e alla relativa trasposizione del 1963 di Ubaldo Ragona L’ultimo uomo della Terra, oggi esiste uno dei film più belli e rivoluzionari della storia del cinema: Night of the Living Dead.
E anche uno dei generi d’intrattenimento più efficaci: lo zombie movie.
E allora grazie, infinitamente grazie!
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