La Top Ten delle più belle sorprese del 2012

di Fausto Vernazzani.

Ogni anno, come una tempesta di neve senza controllo, siamo sommersi dai giudizi impietosi e non di Tizio pronto a dir quali siano i migliori film dell’anno secondo lui, Caio accusatore contro i peggiori e Sempronio rivalutatore. Varia gente sostiene che le liste siano la morte del cinema, ma ammetto di non essere d’accordo, Dicembre e Gennaio sono i mesi più adatti per iniziare la caccia al film “perduto” seguendo quelle liste che cercano di far scoprire anche qualcosa di nuovo, ed è così che ho deciso fosse giunto il momento anche per CineFatti di iniziare a metter su una piccola vetrina: due saranno le top ten che pubblicherò in questo mese, la prima sarà la classica valutazione dei miei favoriti, la seconda, questa che state per leggere, sui 10 film che mi han sorpreso e stupito minuto per minuto nonostante le scarse/inesistenti aspettative. Sperando di rendere un servizio come in molti lo hanno reso a me negli anni, eccovi le (mie) sorprese del 2012.

10.  Brandon Trost era per me un milite ignoto, ma scoprii un giorno che si trattava di un Direttore della Fotografia in embrione, illuminatore di set che ho amato (Un uomo qualunque) e per registi esigenti (Rob Zombie). Ma come l’ho scoperto per davvero è stato grazie al suo esordio alla regia insieme al fratello Jason Trost, anche protagonista del dramma futuristico e weird The FP. Ufficialmente distribuito nel 2011, per noi italiani, con l’unica via a noi nota, è stato disponibile solo diversi mesi dopo l’inizio dell’anno appena passato. La storia di un “locale” in una cittadina devastata da gang più o meno criminali, in cui la sorte degli uomini viene decisa con il gioco Dance Dance Revolution. Assurdo, slang da hip hop a raffica e trama trash fanno di The FP una piccola gemma del so bad it’s good.

9. Molti in questi giorni si divertono a smembrare questo film, puntandolo come uno dei peggiori dell’anno (strano che invece elogino Ted), ma a mio parere, venendo dal pessimo regista russo Timur Bekmambetov, Abraham Lincoln: Vampire Hunter, distribuito in Italia come La leggenda del cacciatore di vampiri, è stato una gran bella sorpresa. Rimanendo nel limbo del discreto, il primo film tratto dai romanzi di Seth Grahame-Smith (anche sceneggiatore), è un divertente mix di storia e horror che cerca a tutti i costi di mantenere la sua fedeltà alle vicende del Presidente Lincoln tra un combattimento e l’altro. Il protagonista Benjamin Walker avrebbe meritato qualche applauso in più di quanti ne ha invece avuti.

8. Il found footage è una moda detestabile, sin da quando Paranormal Activity ha dimostrato che con uno sputo si potesse guadagnare sia successo critico (stento ancora a crederci) che di pubblico, è esplosa la mania. Tuttavia di tanto in tanto spuntano film come The Troll Hunter e Rec, e quest’anno è toccato a Chronicle di Josh Trank. Un gruppo di ragazzi scopre una roccia misteriosa sottoterra che dà loro il potere della telecinesi, ma non tutti ne fanno l’uso più giusto. Ottimi effetti, buona caratterizzazione dei personaggi, pur essendo la solita storia del ragazzino maltrattato che si ribella, e una regia furba unita al bravo Dan DeHaan all’inizio di una folgorante carriera (sarà in The Amazing Spider-Man 2), sfido chiunque a non esser soddisfatto dopo la visione di Chronicle.

7. Sono tra i pochi esseri umani al mondo ad odiare il James Bond di Daniel Craig, ma in questa sua terza opera nelle vesti di 007 ha dato il meglio di sé. A Cesare quel che è di Cesare, ed è dunque un obbligo morale togliersi il cappello di fronte a Sam Mendes per avermi fatto rivalutare questa nuova versione dell’eterna saga da cui non mi aspettavo più nulla da tantissimi anni. Nella seconda parte scade un po’ nell’assurdo (sopravvivere all’acqua gelata con tanta facilità?), ma la buona struttura e l’ottimo cast di contorno (Javier Bardem e Ralph Fiennes, ottimi acquisti) hanno reso Skyfall un meritatissimo successo commerciale. Poi, che dire, come si può non innamorarsi del brano cantato da Adele, forse il segnale più grande del ritorno di 007 alle grandi avventure che lo avevano reso famoso, ora in una veste nuova e personale in simbiosi con gli anni fatti di paura e oscurità a cui appartiene.

6. Lo confesso, la trama, gli spot pubblicitari ed i trailer mi han fatto vedere Intouchables (forse lo conoscerete meglio come Quasi amici) come una sorta di malattia infettiva da evitare a tutti i costi. Poi l’ho visto, e il film di Olivier Nakache ed Eric Toledano mi ha sorpreso per l’incredibile dolcezza e carisma dei due straordinari attori protagonisti: Omar Sy e François Cluzet. Tratto da una storia vera, è il racconto d’un aristocratico paraplegico alle prese con il suo nuovo badante, un insospettabile scansafatiche della periferia che gli farà tornare la voglia di vivere. Non originale, ma di classe, simpatico e con gli ottimi Earth Wind & Fire nella bella e ritmata colonna sonora, protagonista di una scena di “ballo” che in mano ad altri autori sarebbe stata resa in maniera patetica anziché vivace. Il cinema francese non può non essere costantemente tra le sorprese d’ogni anno.

5. Per lungo tempo Jennifer Lynch è stata considerata un abominio nato dal genio di David Lynch, figlia d’arte incapace di essere anche solo per un istante allo stesso livello del padre, il quale ci ha ormai abituato da tanto tempo al vero cinema visionario, ma il suo ultimo film Chained è un semplice “horror” che potrebbe stupirvi per la sua delicatezza. Vincent D’Onofrio è un serial killer che adesca le sue vittime come tassista per poi portarle a casa sua, stuprarle ed ucciderle. In una delle sue tante “battute di caccia” si ritrova con un bambino che terrà con se come suo schiavo personale per anni ed anni, lo ribattezza Rabbit e tenta di trasformarlo in una sua sorta di erede. Il male che cerca di trasmettersi di generazione in generazione è raccontato da una narrazione ben sostenuta e mettendo da parte tutti gli elementi improbabili, la nuova pellicola di Lynch Jr. è un irresistibile one man show di D’Onofrio.

4. La Walt Disney Pictures in questi anni, da quando il 3D è diventato di moda, ha deciso di riproporre nelle sale i suoi grandi classici moderni in una versione tutta nuova, scelta puramente economica che si è rivelata essere una mossa molto astuta. Fatto sta che agli inizi degli anni ’90, Gary Trousdale e Kirk Wise, magnifico duo che si nasconde anche dietro il bellissimo Il Gobbo di Notre Dame, avevano intenzione di girare La Bella e la Bestia in 3D, tant’è che la famosa scena del ballo, con le sue aggiunte in CGI, la cercarono di rendere il più possibile tridimensionale. Vederlo distribuito finalmente nella versione desiderata dal originariamente dai due registi, è stato un momento meraviglioso e commovente di grande cinema. Se mai avrete occasione di vederlo in questo formato, che sia in DVD o riproposto per caso in qualche sala vicino casa vostra, il mio consiglio è di farvi sorprendere da un grande classico del cinema d’animazione, tanto potente da esser capace ancora di stupire dopo oltre 20 anni dalla sua uscita.

3. Non avrei mai creduto di poter tenere in considerazione un film italiano in qualunque lista della mia vita, ma forse è proprio in questo che si nasconde la sorpresa. Presentato a Tokyo e da allora applaudito in qualunque festival sia stato presentato (dopo Dubai e Torino, toccherà al Sundance), L’ultimo pastore di Marco Bonfanti, ancora non distribuito nelle sale, è una dolce perla di zucchero per i bambini di tutte le età (anche i grandi insomma). La storia di uno degli ultimi pastori nomadi della Lombardia, Renato Zucchelli, è a metà tra documentario e fiction, una landa intermedia dove il buon regista si destreggia con una maestria inaspettata per un autore ancora alle prime armi. Da vedere e da seguire, costi quel che costi, per sostenere il vero cinema italiano indipendente, e perché sarebbe bello poter vedere il grande sorriso di Zucchelli riempire lo schermo di tutti i cinema d’Italia. Mi auguro che in un modo o nell’altro vi sarà possibile vederlo e, sicuramente, essere d’accordo con la gioia che trasmette fotogramma dopo fotogramma.

2. E chi avrebbe mai detto che Joe Carnahan, regista del terribile The A-Team, avrebbe mai potuto dirigere un film così interessante come The Grey, arrivato in ritardo di oltre un anno rispetto alla distribuzione internazionale. Liam Neeson, attore sottovalutato e sprecato nel semplice action movie, è Ottway, un cacciatore di lupi per una compagnia petrolifera dell’Alaska, sopravvissuto insieme ad un gruppo di colleghi ad un incidente aereo nel bel mezzo delle valli innevate della regione più impervia degli Stati Uniti. Lo spettatore è guidato da Carnahan attraverso i sogni e le emozioni di Ottway/Neeson, un viaggio introspettivo contornato dall’atmosfera perfetta per un freddo survival movie, in cui i veri protagonisti non sono né gli uomini, né il lupo, ma i pensieri del personaggio principale: il finale è tanto inaspettato, quanto significativo. Un grande applauso per Carnahan, che d’ora in poi seguirò con più attenzione.

1. Flop al botteghino. Perché? C’è qualcuno a cui non è piaciuto? Ho letto forse recensioni negative? No, nemmeno una, eppure per qualche assurdo motivo il nuovo adattamento cinematografico del Judge Dredd dei fumetti, Dredd 3D, non ha avuto la giusta risonanza. Un comic movie che tarda persino ad uscire nelle sale italiane, pur trattandosi del migliore in assoluto del 2012 (The Avengers? No, grazie), diretto con grande cura da Pete Travis, inaspettato maestro dell’action movie, violento e fedele alla fonte originaria nel non mostrare mai il volto di Karl Urban (protagonista invisibile). In Mega-City One, immensa città di un futuro post-apocalittico, è difesa dai Giudici (giudici ed esecutori allo stesso tempo), una polizia che ha fatto del processo breve il suo cavallo di battaglia, nelle cui fila si fa spazio Dredd, ligio al dovere e pronto a farsi strada nell’edificio controllato dal boss della droga Ma-Ma. Grafica straordinaria, effetti speciali da urlo e 3D migliore dell’anno (scusami Peter Jackson) per un film che unisce intrattenimento ad alta qualità, senza mai lasciare da parte i contenuti. Spero con tutto me stesso che Travis e Urban tornino insieme per un sequel che renda giustizia ad un personaggio rovinato dall’interpretazione di Stallone.

4 pensieri su “La Top Ten delle più belle sorprese del 2012

  1. lo spumante di fine anno ti ha aperto visioni inaspettate eh?No,perchè la leggenda del cacciatore di vampiri ,è una di quelle pellicole che fan curriculum per un viaggio in treno fino a vlodstok eh ^_^

    ciao e buon anno! ^_^

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    1. Essì, ammereganata, ma con le palle sotto! In effetti sarebbe interessante scrivere quali film da portare per un viaggio in treno sulla transsiberiana :°D

      Buon anno anche a te carissimo!
      Faust

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