Cockneys Vs Zombies: il tamarro non basta – di Roberto Manuel Palo.
Dopo l’avvento, nel 2005, dello stracult Shaun of the Dead, in molti hanno provato ad emularne le gesta cercando di far parodie più o meno efficaci sul genere zombie. Sono nati così film come Fido oppure Benvenuti a Zombieland o il più recente Juan de los muertos, ma nessuno è riuscito ancora ad eguagliare la bellezza del film di Wright.
Nella stessa patria di Shaun, il Regno Unito, Cockneys Vs Zombies di Matthias Hoene rappesenta uno degli ultimi tentativi in tal senso. Sarà riuscito Hoene a girare un film che possa spodestare dal trono Shaun?
La trama
La trama è molto semplice: una banda, composta dai fratelli Andy (Harry Treadaway) e Terry Maguire (Rasmus Hardiker), dalla cugina Katy (Michelle Ryan), da Mental Mickey (Ashley Bashy Thomas) ed Eric (Dudley Sutton), deve tentare di scassinare una banca per procurarsi i soldi necessari a salvare il nonno di Andy e Terry (Alan Ford) e gli altri anziani di un ospizio in fallimento.
Qualcosa va storto e vengono braccati immediatamente dalla polizia, prendono degli ostaggi e, appena usciti, non si troveranno a fronteggiare i poliziotti, ma una marea di zombie che hanno cominciato ad invadere Londra. Intanto anche il nonno e i suoi amici si barricano nella casa e combattono come possono, mentre i due fratelli corrono alla sua ricerca.
Sin dall’inizio lo spettatore capirà che gli sceneggiatori James Moran e Lucas Roche hanno una capacità di far ridere alquanto limitata, le battute sono squallidissime ed enormi “Mah!” usciranno spontanei dalle nostre bocche ad ogni battuta.
Il problema di questo film è proprio la ricerca ad ogni costo della risata fino a renderla forzata; questo al punto da rendere piuttosto misere diverse scene. Ovviamente se fai 1000 battute, alla fine una deve per forza essere divertente, ed è il caso della scena in cui il vecchio Hamish (Richard Briers) viene inseguito dagli zombi che, muovendosi con la stessa sua lentissima andatura, non riescono a raggiungerlo. Non per niente è il momento ripreso per pubblicizzare il film in ogni trailer.
No gore, no party
Totalmente assente qualsiasi segno di gore o splatter, tranne casi sporadici, cosa gravissima per un film a tema zombie. Per ovviare alla scarsità di simpatia, Moran e Roche giungono alla soluzione estrema, ovvero inserire nel film i Cockneys del titolo.
I Cockneys sarebbero i tamarri di Londra, e la loro caratteristica è mettere il fuck (e suoi derivati) una volta ogni mezza parola. Non capisco perché faccia tanto ridere, ma di solito questa soluzione alla disperata sembra funzionare nella maggior parte dei film.
Hoene, prima dell’uscita di Cockneys Vs Zombies, ci ha tenuto più volte a ribadire che questo film non è ispirato a Shaun of the Dead, bensì ai Pirati dei Caraibi, ma è inevitabile, già dalla prima sequenza, iniziare a fare i paragoni con Shaun per via dell’affinità dei plot e della presenza degli zombie (anziché dei pirati).
In fin dei conti, però, la regia di Hoene, regista tedesco che ha fatto la gavetta tramite prodotti home-video, non è male, è sicuro, mai traballante ed è aiutato dall’ottima fotografia di Daniel Bronks.
Gli effetti speciali non mi hanno soddisfatto molto proprio per il motivo che di sangue e frattaglie se ne vede ben poco – e la CGI del braccio squarciato di Mickey è veramente realizzata malissimo.
C’è molto da migliorare per questi ragazzi che potevano portare a casa un buon risultato con qualcosa di più intelligente e, invece, si ritrovano con un film che fa acqua da quasi tutte le parti nonostante il fatto che cast attoriale e regia siano tutt’altro che da buttare.