Photo - CineFatti

ROMA2012: Photo (Carlos Saboga, 2012)

Una photo malinconica racchiude il Portogallo di Saboga.

La misura dell’amore varia di persona in persona, ognuna convinta di conoscerne ogni segreto finché quella idilliaca passeggiata sul filo del rasoio non è spinta giù nel baratro. È la situazione in cui è precipitata la Elisa di Photo, separata dalla madre Elsa solo da una vocale, neanche nell’aspetto è individuabile una singola differenza.

Identiche, ma ormai solo nel ricordo. Elsa ha si è ormai separata dalla terra dei vivi dopo una lenta agonia durante la quale ha scelto di non pronunciare una parola che fosse una. Un silenzio importante per Elisa, sua accompagnatrice fin nella morte nella loro casa in Francia, lontana dal padre Tom lasciato in passato dalla madre.

Quel silenzio colpisce Elisa in un momento cruciale, il fidanzato italiano Luca le ha chiesto la mano e ora non può fare altro che pensare al dubbio sortole con la morte della madre: e se Tom non fosse mai stato il suo vero padre? Del resto Elsa negli anni Settanta ebbe una moltitudine di compagni, tra cui i rivoluzionari Martim, Uriel e Sergio.

Sconfiggere la morte

Il passato sopravvive alla morte attraverso le foto, una moltitudine di ricordi che tengono in vita quei giorni di Elsa vissuti con la passione per la rivoluzione e la fotografia con cui documentava ogni cosa eccetto una, la nascita di Elisa. Una nascita rimasta nel silenzio così come la morte, lasciando un’identità incompiuta.

Così lo sceneggiatore Carlos Saboga, collaboratore del compianto Raoul Ruiz per I misteri di Lisbona, esordisce dietro la macchina da presa con l’aiuto del direttore della fotografia Mário Barroso, anche lui compagno di Ruiz, con una storia eccezionale dove non esiste morte finché il passato resta imbrigliato nelle maglie del presente.

La poesia di una foto

Se sia un capolavoro o no sarà il tempo a deciderlo, ma la certezza che si tratti di un’opera di rara bellezza e raffinatezza è immediata. Un racconto delicato e dal finale poetico racchiuso in un’esplosione nascosta nelle fotografie in bianco e nero che passano di mano in mano, vive più dei personaggi e dei loro intrecci.

È il perfetto manierismo d’i una regia scolpita nelle interpretazioni solide come pietre di Anna Mouglalis (Elisa), sensuale e serpentina nel suo crudele masochismo, e di Didier Sandre, la cui apparizione sarà anche breve, ma più significativa delle pur ottime prove di Johan Leysen (Tom) e Simão Cayatte, nel ruolo del figlio di Sergio, David, interesse carnale più che amoroso, di ’una donna sperduta in cerca di un contatto fisico con la madre defunta che vada oltre l’incredibile somiglianza che le unisce.

Quaderni portoghesi

Non tra i vincitori della sezione CinemaXXI in cui è stato presentato, ma tra i film più preziosi dell’intero festival. La finezza di un cinema che a volte si nasconde in progetti dall’’ambizione più grande dell’opera stessa. Photo è un film con un cuore pulsante, dal sangue che scorre veloce di foto(gramma) in foto(gramma)

Si stende sullo stile di un rebus, seminando indizi ma offrendo allo spettatore sin dall’inizio un quadro completo della narrazione. La soluzione è sempre stata tra le mani del pubblico, partecipe di ’una vicenda sporca e malata, di ’una rivoluzione che fu (dimenticata da noi) e dei peccati mai ammessi o puniti come dovuto.

Nell’’anno in cui Guimaraes sarà capitale della cultura europea, il Portogallo si fa avanti per raccontarsi al resto dell’Europa, un paese con tanto da dire, una storia non meno oscura di altre ampiamente divulgate, nascosta dalla nebbia d’i un Impero crollato.

Saboga ci ricorda che il Portogallo è stato protagonista, ha vissuto, è come noi e come siamo stati noi, genitore come tutti dell’europeismo odierno, in cui i suoi personaggi camminano, tra la Francia dove Elsa ed Elisa han vissuto, la nostra ’Italia dove il fidanzato Luca l’’attende e il Portogallo con ancora i conti da fare con se stesso.

Fausto Vernazzani

Voto: 5/5

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