Tom Waits: 10 canzoni per 10 film

La musica di Tom Waits nel cinema di ieri e di oggi – di Fausto Vernazzani.

Nato sul retro di un taxi con un “albero” per madre, un personaggio e non una persona, uscito da un film di Jarmusch e per sbaglio cascato giù nell’essenza della poetica di Terry Gilliam, un Federico Fellini evolutosi stando seduto a una tavola calda bevendo caffè e fumando sigarette insieme a Jim, Jiggy o Iggy, non importa come lo chiami. Tom Waits è un’icona della Musica, uno strano uomo dal volto butterato e dai movimenti fuori da questo monto che aggiungono pathos a ogni sua esibizione canora.

Così come per la musica, anche nel Cinema è un personaggio caratteristico, attore istrionico e dalla presenza gigantesca, sia come mangiatore d’invertebrati in Dracula di Bram Stoker che come predicatore del deserto in Domino, ma anche come curiosa entità demoniaca ne L’immaginario del Dottor Parnassus. Impossibile non notarlo, impossibile non apprezzarlo in entrambe le sue vocazioni, più che uomo è ormai mito e numerose, com’è ovvio che ci si aspetti, sono le sue partecipazioni alle colonne sonore di film, serie tv e quant’altro.

Qui eccovi le 10 che trovo più incisive, più belle e più indovinate.

You Can Never Hold Back Spring

È una canzone scritta per La tigre e la neve, opera dell’amico Roberto Benigni, un film un po’ flaccido ma che sprizza gioia e amore da ogni fotogramma, fattore che alza i suoi valori in positivo data l’intenzione del fiorentino di predicare sempre e comunque l’amore. Waits qui appare in persona, suona al piano insieme a una piccola banda cantando di un qualcuno che se anche perde la strada, sempre sarà pronto ad attendere e sperare nella primavera. È una scena surreale, un inizio degno sia del regista che del cantante, la cui “partecipazione straordinaria” è davvero tale.

Goin’ Out West

In un film pieno di regole che tornano a chiudersi su se stesse, una canzone di fuga, uno dei pochi singoli con un video apposito nella carriera discografica di Waits, è quanto di più adatto – dopo Where Is My Mind dei Pixies – ci potesse essere per la selezione musicale di Fight Club. Si direziona la luce, si taglia il soffitto per dargli la forma di un cuore e ci si batte per essere apprezzati per ciò che si fa e  si vuol fare, un po’ come Tyler Durden decise di cancellare l’impero economico per far brillare la luce su di lui e chiunque lo accompagni, nel modo che considera più giusto.

Earth Died Screaming

Non si parla di Terry Gilliam a caso, regista per cui Waits ha recitato nel suddetto Parnassus, ma più adatto di un Mr. Nick è, invece, il brano dal titolo ispirato a un film di fantascienza inglese degli anni Sessanta, la cui trama non interessa perché lontana dallo spirito della canzone legata a un capolavoro del genere: L’esercito delle 12 scimmie. L’opera post-apocalittica, piena di un cinismo dai tratti brillanti, s’avvicina molto alla canzone dai suoni selvaggi e dalle parole profetiche in senso filmico, un luogo in cui paradiso e inferno sono pieni.

Please Call Me Baby

La canzone perfetta per la regia di Edward Norton di Tentazioni d’amore, storia di un prete cattolico e di un rabbino, uomini religiosi entrambi innamorati della stessa donna. Come canta Tom son due persone che ammettono nel profondo di non essere due angeli, che le persone ferite per amore possono fare pazzie, ma che in fin dei conti, non è il momento giusto per andarsene nel freddo a camminare tra le strade. Tra le prime esperienze musicali del musicista californiano, una voce quasi irriconoscibile, ma del resto l’intero film sembra essere estraneo al solito.

A Little Drop of Poison

Quale potrebbe mai essere l’alter ego cinematografico di Tom Waits, chi potrebbe interpretarlo per suonare in playback? Secondo gli autori di Shrek 2, Capitan Uncino è l’ideale. Far infuriare la propria amata fino a distaccarsene, infilarsi in pub che potrebbero essere la versione cartoon e vivace della tavola calda dove Iggy Pop e Tom  siedono nel loro episodio di Coffee and Cigarettes. Più rauca, interiore, la voce forte di Tom Waits crea un ambiente, dando una tridimensionalità che nemmeno un paio di occhialini avrebbero potuto garantire allo scenario caotico rappresentato.

The World Keeps Turning

Jackson Pollock è una figura interessante nel panorama artistico contemporaneo, sicuro ne ha modificato i termini ed il linguaggio, ha aggiunto azione, ma dietro il dripping c’era dell’altro e Ed Harris lo ha dipinto – giochi di parole di bassa lega – con cura e passione nel suo Pollock. “I’m the only one for me” è un verso che ben si addice al pittore. Pur non essendo solo, ma vissuto e nutritosi in un mondo a cui non riusciva ad appartenere se non autodistruggendosi, un mondo che nonostante il dolore dei suoi abitanti continua a girare.

Heart Attack and Vine

Chi racconta gli aneddoti e le supposizioni di questo brano d’annata è sicuramente un osservatore come lo è per costrizione il protagonista omonimo della pellicola fantasy di Guillermo Del Toro, Hellboy. Si adatta con cura anche l’avviso ad attendere per chiunque volesse un assaggio di follia, ché ce n’è tanta nella storia del mezzo demone che combatte contro le sue stesse origini, insignificanti se si dà retta alla vita coltivata negli anni nel fronte della luce. Demoniaco poi sarà lo stesso Waits come Mr. Nick e Renfield, adoratore di Dracula.

Cold Cold Ground

Un mondo rude e freddo è quello di Domino di Tony Scott, biopic sulla cacciatrice di taglie Domino Harvey molto romanzato e per la cui fotografia e atmosfera, un uomo come Tom Waits non può che essere perfetto per decorare il panorama, tant’è che lui in persona appare in una scena semi-onirica. Lì mostra tutta la sua presenza scenica, mescolato ai colori caldi e aspri come sa essere la sua voce, caratteristiche per cui è in fondo più ricordato.

All the World is Green

Fingere, immaginare che non si abbiano né debiti né crediti con nessuno, crearsi nuovi pianeti nella propria testa e vedere il mondo verde in tutte le sue forme, reali ed irreali, specialmente in quest’ultime entro cui Dominique Bauby si crea il suo spazio per sopravvivere. Biopic anche questo, più fedele alla vita di chi è poi protagonista interpretato da Mathieu Amalric, Lo scafandro e la farfalla è un piccolo capolavoro diretto da Julian Schnabel, regista potente ed espressivo, la cui scelta musicale è caduta anche su Tom Waits (anche Green Grass nel repertorio), prendendone la facciata più allegra, sbeffeggiante e calda, un po’ come anche questo Dominique di cui non si po’ far a meno di innamorarsi.

Soldier’s Things

Jarhead non è il miglior film di Sam Mendes così come questa non è certo la migliore di Tom Waits, ma è solo una ciliegina con cui chiudere, per la perfezione e la scelta calzante del brano con il tema di fondo della pellicola del regista di American Beauty: Il dilemma esistenziale dei soldati. Nel film c’è della critica, nella canzone meno, si racconta, si canta su di loro, ma non ci si esprime troppo per parlare di una condizione, descritta però con una certa amarezza nelle parole di Waits, stese con cura sulle vicende del plotone di marines in attesa di un attacco che non arriverà mai.

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