Attack the Block (Joe Cornish, 2011)

Attack the Block: quando la fantascienza fa ridere – di Fausto Vernazzani.

Quando penso all’Italia mi viene in mente Imagine di John Lennon, una canzone che racchiudeva in sé una speranza, onirica, ma era un sogno creato da un desiderio reale. Oltre a questa Imagine penso anche alla cover realizzata dagli A Perfect Circle, i cui toni distruggono completamente l’atmosfera sognante. Qui in Italia ormai è solo questa versione che si canta, esce la voce per dare al pensiero un suono vero che dia l’illusione di una speranza che bene o male è morta, per quanto Carlo Verdone urli difendendo la sua città contro la rappresentazione da tabaccaio – a detta sua – di Woody Allen.

Altri paesi invece, mai piccoli e sempre grandi, hanno coraggio e immaginano di più, apprezzano il reale e lo mostrano con piacere (Ken Loach e Mike Leigh), ma decidono di spingersi anche in avanti e rispondono al vero con la fantasia. Così dichiara il neo-regista Joe Cornish, amico di Edgar Wright, che si accoda alla fila di “nuovi” registi dell’odierna era cinematografica inglese: il suddetto Wright, Duncan Jones, Gareth Evans.

Cornish esordì nei primi del 2011 con un’opera che racconta, attraverso il mezzo cinematografico, i disagi della sua popolazione, della sua città, di Londra e dei suoi sobborghi abitati da ragazzini senza una guida, che resistono solo in branco e nell’illegalità. Moses (John Boyega) è una sorta di Maschio Alfa che guida il suo gruppo di amici, tutti sotto i quindici anni, in piccoli furti perpetrati contro le persone povere ed indifese del quartiere, quale può essere la loro ultima vittima Sam (Jodie Whittaker), infermiera che tornava a casa nel suo condominio. Quella stessa notte piove qualcosa dal cielo distruggendo la macchina di Brewis (Luke Treadway), occupato in quel momento a comprare erba dallo spacciatore Ron (Nick Frost). Dall’auto un piccolo alieno mostruoso esce e attacca Moses, che in tutta risposta lo uccide. Quel su cui non ha contato è che era l’unica “donna” di una razza aliena che giunge sulla Terra per farne il loro nido e, appena “sbarcano”, inizia una caccia agli assassini e l’assedio al condominio. Comincia così Attack the Block.

È una delle pellicole di fantascienza migliori dell’anno passato che, come al solito, viene distribuita in Italia con grandissimo ritardo e in totale silenzio, impedendo al pubblico italiano di comprendere che nelle sale cinematografiche sta per essere proiettata la commedia fantascientifica dell’anno (anche se trascorso). Commedia perché Cornish pur parlando di spaccio, baby-gang, iniziazione al crimine organizzato e deriva della società dimenticata annidata lontana dal “centro del mondo”, riesce a divertire con una serie di situazioni che hanno del comico.

A conti fatti si tratta di bambini che giocano a fare gli adulti perché costretti, grande esempio il Moses protagonista le cui teorie assurde (“Alieni mandati per uccidere i neri dei quartieri della South London”) hanno dell’infantile, ma il cui atteggiamento è quello di un ragazzo già ventenne. Sarà comprensibile tutto ciò già dalla presenza stessa di Nick Frost, uno degli attori comici di punta del cinema inglese contemporaneo, che vede in Attack the Block l’ennesimo esempio di talento British non sprecato.

Tra sangue, ragazzini decapitati e gangster sbranati atrocemente c’è tempo per divertirsi. Ci sono intrattenimento, riflessione e una certa dose di brividi che ti salgono su fino alla punta dei capelli per dei momenti – resi alla perfezione dall’esordiente Boyega – di rivalsa e pregni di significato. Cornish riesce con poco a fare di Attack the Block un cinema di fantascienza come non se ne vedevano da tempo, ispirati a quelli di un tempo, destinato ad essere ricordato nel tempo.

 

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