di Roberto Manuel Palo.
Franco Campanella è un bravo ragazzo. Non beve, non fuma, non si droga, non dice parolacce e ama la moglie e i due figli, ma la sua dipendenza è il gioco, prosciugando un’intera pensione in esso. La figlia Luisa si deve sposare e la moglie tedesca Josephine vuole che il matrimonio della figlia sia un giorno perfetto per avere un riscatto sociale a tutti i guai che le procura il marito. Gestisce tutta la situazione matrimoniale prevedendo tutte le spese necessarie al centesimo. Franco promette di non giocare più fino al matrimonio. Nel negozio di Mariellina, davanti ad una guantiera di babà, Franco cede ad una notte d’amore che convincerà Mariellina a parlare col figlio Nennillo. Nennillo è uno dei “muccusielli” che giocano a fare i camorristi e quando Franco rifiuta la seconda notte di sesso con Mariellina, la situazione si complica. Nennillo dà tempo a Franco fino alla fine del mese per estinguere il debito con questa motivazione: “Pe te chiava’ a mammà c’e mise cchiù poco”. Poi gli dice: “Ca nun e tien io so ancora cchiù cuntento pecché ta faccio pagà ‘o stesso”.
Sergio Castellitto ormai lo conosciamo, è difficile che faccia cilecca e anche Franco Campanella è un personaggio che interpreta benissimo. Il problema è ciò che ruota intorno a Castellitto, a partire dalla sceneggiatura. Si vuole a tutti i costi ripercorrere la strada delle vecchie commedie all’italiana, quelle che hanno dato lustro al nostro cinema nel mondo, senza riuscirci. La conseguenza di questa ambizione è la scarsissima originalità.
E poi vogliamo parlare di Paolo Briguglia? Ma io non so come fa ad essere tanto apprezzato questo attore. Per un intero film, che lui sia incazzato, felice o triste, ha sempre la stessa inespressiva faccia. Sembra Michael Myers o Schwarzy in Terminator. E’ una cosa sconcertante che ti fa cadere le braccia. Avesse almeno una faccia simpatica… Quando lo vedi inquadrato ti verrebbe voglia di lanciargli addosso migliaia di cimici carnivore.
Degna di nota la prova di Martina Gedeck nella parte della moglie di Franco, Josephine. Nota di merito anche a Salvatore Cantalupo che interpreta Ferdinando, grande amico di Franco nonché proprietario della sala dove Franco è solito andare a giocare, e a Paolo Calabresi, che interpreta il giocatore professionista che invita Giovanni ad aiutarlo ai tavoli di gioco durante le partite di poker e menzione per il sempre simpaticissimo Giovanni Esposito che interpreta Luigino, “l’esperto” di cavalli che aiuta i giocatori a scommettere.
La sceneggiatura è di Vincenzo Terracciano e di Luisa Sabatino e riesce comunque a regalare alcuni momenti divertenti, altri drammatici e numerosi momenti “morti” che vanno a discapito del film. L’idea, anche non essendo originale, poteva avere risvolti interessanti, ma la carta vincente non cala mai.
La colonna sonora è di Nicola Piovani che, come di consuetudine, riesce a dare quel qualcosa in più anche ad una pellicola che a stento raggiunge la sufficienza.
P.S.: Il film è stato proiettato ieri al Napoli Film Festival.
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