Cinderella Man - CineFatti

Cinderella Man: Una ragione per lottare (Ron Howard, 2005)

Russell Crowe combatte per l’American Dream negli USA del 1929 in Cinderella Man.

Cinderella Man è la storia di Jim Braddock, pugile irlandese, ma di residenza americana, degli anni ’20 che cadde in miseria negli anni della Grande Depressione del 1929 per poi avere una seconda chance nel 1934 vincendo il titolo dei pesi massimi nel 1935 ridando nuova speranza agli americani. James è stato un esempio per gli americani. Un eroe.

Dopo la caduta, ci si può sempre rialzare. Tutto è bellissimo in questo film tranne Renée Zellweger che interpreta la moglie di Braddock. Più che la Zellweger è la doppiatrice che irrita. A noi Renée piace come attrice, ma appena la si sente parlare in italiano entra un impulso omicida.

È così in Cinderella Man, è così con Bridget Jones, è così per Abbasso l’amore ed è così per l’ottimo Ritorno a Cold Mountain. Ora le soluzioni sono due. O si guardano i film con la Zellweger in lingua originale o si sopprime la doppiatrice. Paul Giamatti è straordinario, un piacere per gli occhi, per le orecchie, per le mani. Una interpretazione che gli è valsa moltissimi e meritatissimi premi e anche una nomination all’Oscar, interpretando il manager di James.

C’è Russell Crowe, James Braddock, sul quale il mondo della critica cinematografica si spacca in due. C’è una parte che considera Crowe un grande attore che ha il fisique du role per interpretare parti come queste e non fallisce mai; e la parte che giudica i film con Crowe come Il gladiatoreA Beautiful MindCinderella man e tanti altri molto sopravvalutati e considerano la sua recitazione paragonabile a quella di una mortadella o di Nicolas Cage. Io mi schiero nel mezzo.

Molte scene meritano di rientrare nell’immaginario comune: la scena in cui la figlia di James vuole dell’altra carne. La mamma le dice che non ce n’è più e Jim le racconta di un sogno che ha fatto la notte nel quale mangiava talmente tanto da essere esausto.

Dopo aver raccontato il sogno, pone la sua fetta nel piatto della figlia chiedendo aiuto in quanto lo stomaco è pieno e esce senza mangiare; la scena in cui James torna a casa e vede che i suoi figli non ci sono più perché la moglie li ha portati dalla sorella e da altri parenti.

Allora James va in un albergo altolocato dove ci sono tutti quelli che erano suoi amici quando le cose andavano bene ma non gli chiede di tornare a combattere, semplicemente pochi dollari per pagarsi le bollette e far ritornare a casa i figli. Lui a testa alta e gli altolocati a stento riuscivano a guardarlo in faccia.

Anche lo spettatore partecipa allo squallido vivere di un pugile che ha avuto sfortuna nella vita, gioisce e si emoziona dopo l’annuncio della vittoria dei pesi massimi, si immedesima nel personaggio nonostante Russell Crowe.

Roberto Manuel Palo

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