#InCorto: Happiness (Steve Cutts, 2017)

Happiness, ovvero la felicità dei topi

A noi di CineFatti non è mai piaciuta la retorica, specialmente se associata alle solite tiritere su capitalismo e alienazione. In questo caso però abbiamo deciso di fare uno strappo alla regola.

L’eccezione si chiama Happiness e la firma Steve Cutts con l’arte dei colori. Un grigio che si trasforma in fiumara pronta a riversarsi nella mancanza d’aria delle strade, dei treni metropolitani troppo pieni, nei centri commerciali zeppi di pazzi furiosi.

Al di là di tutto è inutile negarlo: esiste un certo tipo di familiarità con la manciata di episodi appena citata. Ma sarà sufficiente a sentenziare l’ennesima condanna contro il sistema capitalistico? La risposta con ogni probabilità sta nel mezzo.

L’amara condanna

Perché non tutti gridano e strepitano durante i saldi, non tutti vedono il lavoro come trappola (letterale) dove infilarsi per guadagnare il solito iconico quattrino tra file e file di topi (uomini) sempre uguali.

Ovvio che Happiness in questo modo miri a diventare un titolo amaro foriero di un’altrettanta amara condanna a tutto ciò che ci circonda, che però resta sempre il tramite affinché noi possiamo parlare, scrivere e fare critica proprio di tali argomenti.

Le verità dolenti

Nel pluripremiato cortometraggio di Steve Cutts l’esagerazione è di casa, ma anche la sincerità. Chi non si è mai lanciato in un vagone della metro come se fosse a un concerto rock? Chi non ha mai fatto il proprio ingresso in un ufficio simile agli stanzoni alienanti del Brazil di Gilliam?

E poi bisogna dire che annusare l’aria al ritmo della Carmen di Bizet, risalendo lungo i cartelloni pubblicitari come nel più malinconico dei Fellini – bevete più latte/il latte fa bene ♪ – per fare scorta di alcool, mette insieme una scena capace di lasciare il segno.

Per il resto nel mondo dei ratti non fa altro che piovere – lo vedrete da voi – ed è fra quelle gocce che dovremo impegnarci a ritrovare la felicità, dato che – almeno secondo la sottoscritta – da qualche parte c’è.

Buona breve visione.

Francesca Fichera

Voto: 3/5

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