La morte è solo un trasloco per Carrey e Gondry
Sono come un biscotto Oreo senza il boccone cremoso, ma sono buono lo stesso.
È disarmante il modo in cui Jeff Piccirillo (Jim Carrey) cerca di far capire al padre che Jeff e Mr Pickles, il suo alter-ego televisivo, possono e devono coesistere. Questo se Jeff, che solo un anno prima ha perso il figlio in un incidente stradale, vuole mantenere la sua sanità mentale.
Ai bambini che seguono il suo show televisivo desidera solo dire la verità ma il pubblico non è pronto per tutta questa sincerità. Almeno secondo suo padre Sebastian (Frank Langella), produttore dello show.
Vuole solo che tutti continuino a intrattenersi con il Mr Pickles che conoscono e amano, il simpatico e stralunato amico dei bambini che frutta milioni di dollari in merchandising.
Quello che con il largo e beato sorriso intona canzoncine dolci e pizzica le corde immaginarie di un ukulele animato, interagisce con pupazzoni giganti e sorvola un bosco di cartone in mongolfiera. Di certo non quello che parla della normalità del dolore e di conigli di peluche dimenticati in scatoloni da trasloco che finendo per sbaglio nelle case di qualcun altro, porteranno in dote sorrisi preziosi.
Una malinconica Sesame Street
Kidding – Il fantastico mondo di Mr. Pickles, la serie in dieci episodi di Showtime, in onda su Sky Atlantic e per la quale è già stata confermata una seconda stagione, ci riconsegna un Jim Carrey come da tempo non ne vedevamo.
Toccante nel suo eterno sorriso, una smorfia che miscela dolcezza, angoscia e malinconia. Il pilot si apre con Jeff-Mr Pickles ospite di un talk show, protagonista di un divertente siparietto con Danny Trejo, lo ritroviamo a telecamere spente uomo gentile in un mondo rapace.

È un mondo poetico nella finzione e cinico e ipocrita nella realtà quello dipinto da Michel Gondry, di nuovo in coppia con Carrey quindici anni dopo Se mi lasci ti cancello.
Un mondo dove ai bambini si parla come se non fossero in grado di comprendere ma che invece sono più maturi e consapevoli degli adulti. Come il figlio di Jeff, Will (Cole Allen che interpreta anche il gemello Phil) e la figlia di Deirdre (Catherine Keener), creatrice dei pupazzi del programma e sorella di Jeff.
Un mondo e una società che coltiva una sistematica idiosincrasia per la gentilezza, scambiata per debolezza. Io sono gentile, non debole. Replica Jeff con sincera sofferenza a Will che lo apostrofa con un “sei una passerina, papà. E per questo mamma ti ha lasciato”.
Lui per tutta risposta lava via la pipì del cane con l’acqua di una bottiglia, salvo poi immaginarsi di fracassare tutto ciò che lo circonda.
Una luce sul dolore
Con toni da commedia surreale lo show sceneggiato da Dave Holstein (Weeds) e Halley Feiffer (Mozart in the Jungle) riesce a raccontare con originalità la vita buia di un uomo che così diverso si sente dagli altri e che immagina di esplodere di rabbia per buttare fuori tutto quel dolore che nessuno sembra comprendere, a cominciare dalla moglie Jill (JudyGreer) che si è rifatta una vita con un collega.
Si sorride a denti stretti e ci si commuove, proprio come Mr. Pickels in quella splendida sequenza in cui spiega ai bambini la morte, paragonandola a un trasloco. Una scena che suo padre gli lascia girare ma non manda in onda, perché per lui e per gli spettatori Jeff e Mr. Pickles devono continuare a essere due persone ben distinte.
E così quando lo show rischia di essere fagocitato dalle emozioni di Jeff ecco l’idea di sostituirlo con una pattinatrice travestita da Mr. Pickles. Un piano che finirà per sconvolgere Jeff, che vive in un mondo tutto suo, non nella finzione, ma nella realtà.
Jeff affronta il dolore a modo suo, con gentilezza e altruismo. Così sceglie di innamorarsi di una paziente terminale, quasi perché sa di non dovere restarle accanto a lungo.
Si prepara a essere sostituito da un pupazzone che piroettando sul ghiaccio prenderà ilsuo posto, con il benestare di papà Sebastian. O così almeno sembra fino al decimo e ultimo episodio durante il quale una diretta televisiva ci regalerà un discorso di sconvolgente e totale onestà.

Francesca Paciulli