The Endless - CineFatti

#VenerdìHorror: Lovecraft, l’eterno e l’ignoto di The Endless

L’informe condanna a morte lovecraftiana di The Endless

“Il sentimento più antico e radicato nel genere umano è la paura, e la paura più antica è quella dell’ignoto.”
H. P. Lovecraft

Lo scrisse il caro Howard ne L’orrore soprannaturale in letteratura, citazione degna di esistere senza richiedere ulteriori riflessioni ma è in realtà la chiave ideale di lettura dell’opera omnia lovecraftiana e della sua progenie, tra cui figura The Endless del duo Justin Benson e Aaron Moorhead.

Gli autori di Resolution e Spring, l’unico a essere distribuito in Italia, potremmo definirli gli Shane Carruth del cinema horror. Penne visionarie dotate di un talento innaturale grazie a cui scrivono storie intricate, inspiegabili eppure sensate e senza una sbavatura che sia una. The Endless non fa differenza.

Memoria infranta

Sono Justin e Aaron dietro e davanti la macchina da presa, due fratelli fuggiti correndo da una setta devota a non si sa bene cosa. Divennero famosi per qualche tempo raccontando le assurdità della loro vita precedente all’interno della setta, ma Aaron sente di dover tornare per chiudere coi ricordi.

Justin acconsente al ritorno malvolentieri e una volta tornati tra i vecchi compagni Aaron ritrova la voglia di vivere e il fratello scettico scopre di avere domande a non finire per cui non esiste realmente una risposta. Qualcosa è nella foresta, la Luna si sdoppia e sacche di tempo bloccano la morte.

L’eternità confusa

I registi non sono Frank Darabont e questo non è The Mist di Stephen King, non vedrete mostri giganti assimilabili a Cthulhu o altri antichi partoriti dagli incubi di Eich’Pi’El ma come nei suoi racconti vedrete gli occhi colmi di confusione e orrore. La paura di scoprire e ricordare cosa arriva dall’oltre.

The Endless infatti cuoce lentamente lo spettatore ribollendolo nel moltiplicarsi di domande a cui non può corrispondere una risposta positiva. Né ora né mai, nel peggiore dei casi può persino essere una condanna a non finire dove non sai se quella che vedi è follia, venerazione, sottomissione o peggio.

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La torre nera

L’ideale è guardarlo in loop portando indietro le lancette dell’orologio, cedere inutilmente alla voglia di trovare una spiegazione agli eventi. Così facendo si creerà solo una situazione paragonabile a quella kinghiana de La torre nera, dolore protratto e ancor meno risposte della prima visione.

È come chiedersi se quei rapidi stacchi di montaggio tra un luogo e l’altro siano davvero parte del linguaggio cinematografico oppure salti nello spazio e nel tempo, due entità ridicolizzate e misteriose come il buio nello spazio profondo con cui giocano al tiro alla fine nella setta di Arcadia.

Il cinema è immaginazione

Ricordate Suspense di Jack Clayton? In una scena seguiamo dall’alto Deborah Kerr mentre terrorizzata cammina svelta per avvicinarsi alla magione dove lavora, con lo sguardo pietrificato dal terrore fisso verso chissà cosa. Clayton disinteressato dall’oggetto del panico creò paura mostrando paura.

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The Endless è lo stesso moltiplicato all’ennesima. È il raggelante orrore dei protagonisti di Lovecraft, imperfetto per chiunque sia alla ricerca di una soddisfazione visiva, semplicemente perfetto per coloro che vorranno aprirsi alla fantasia, all’immaginazione di qualcosa di terrificante e indescrivibile.

Come un uomo costretto a vivere la morte.

Fausto Vernazzani

Voto: 4/5

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