Nascita di una programmazione estiva alla tv.
Il riscaldamento globale non esiste, dice Trump.
Tutto è come una volta, sono solo i disfattisti de la gauche caviar che strillano isterici al cambiamento.
Donald è un fan dei cari vecchi tempi.
Sono in pochi a essere ancora cullati dolcemente dall’idea di un passato idilliaco, di una tradizione severa e serena e di un conservatorismo rincuorante e immobile.
Così, su due piedi, oltre al Presidente degli USA potrei includere nell’aerea grigia anche gli addetti alla programmazione televisiva italiana con la giustificazione che – per i miei conterranei – il fenomeno è fortunatamente limitato per lo più ai mesi estivi.
L’importanza dell’omino
Si alza la temperatura, sbocciano le zanzare e le bucce di anguria si ammorbidiscono al sole mentre l’omino che carica la bobina dei film da mandare durante la tardiva cena nostrana si ritrova davanti alla sterminata filmoteca di proprietà della rete.
Apre la stanza dove, come nel magazzino in cui Indiana Jones fece finire l’Arca dell’eterna Alleanza, si conservano tutti i film acquistati nel corso degli ultimi cinquant’anni e sale sul suo muletto.
Muovendosi alla folle velocità di due km all’ora, attraversa i corridoi e ogni tanto si abbiocca un po’.
È più forte di lui, fa caldo e nella schiscetta la moglie ha messo le zucchine ripiene di ieri sera. Molto ripiene. Il rumore di quel piccolo trattorino è così rilassante che è davvero facile chiudere le palpebre. Solo un minutino. Solo per riposare gli occhi.
Così l’omino si addormenta, ché nel magazzino fa fresco, e – di soprassalto – si risveglia che sono quasi le 9 e il telegiornale sta per finire, i pacchi su Rai Uno sono quasi stati tutti aperti, Striscia la Notizia ha già svelato lo scandalo dell’acqua bagnata ed è partita la sigla di Un Posto al Sole.
Allora spinge al massimo il pedale perché ha davvero pochi minuti prima della messa in onda e lui, che è ancora mezzo addormentato e si sente nella testa la voce di Lucio Dalla che fa dei versi che annunciano in chiave jazz l’inizio del film, è nel panico completo e ha iniziato a sudare.
È inutile perdere tempo: sa già dove andare. Lo sa dall’anno in cui è nato suo figlio Stefano e non è andato a lavoro e il suo sostituto ha mandato in onda IT in prima serata, segnando per sempre una generazione intera.
Tira il freno a mano e il muletto fa uno scatto e un testacoda. Entra nel corridoio numero 36B ed eccoli là, tutti in fila ordinati con l’etichetta:
PROGRAMMAZIONE ESTIVA
C’è tutto Totò, c’è Il Principe Cerca Moglie, tutta la serie completa dei film di Lino Banfi e la faccia bionda di Massimo Ciavarro che sorride dalla VHS di Sapore di Mare 2. Li acchiappa e li lancia nel retro del muletto.
Allunga la mano ed ecco aggiunti al bottino tutta la trilogia di Mission Impossible, Terminator e i western con Giuliano Gemma che ogni volta la moglie lo fa ingelosire, con quelle occhiate voluttuose che lancia al 42 pollici.
Un po’ di James Bond, Scemo & più Scemo e una scatola intera di film catastrofici, sperando che la pellicola di Armaggedon non sia troppo consumata. Sister Act (tutti quanti) e pure quello con Raoul Bova che esce dall’acqua tutto muscoloso che ci si fanno ancora delle battute spassosissime in spiaggia quando invece quello che emerge dalla battigia è chiatto come un porco.
Continua così, si muove sempre più grondante in quel corridoio che nessuno visita più da almeno 18 anni. Ogni tanto per sbaglio ci capita qualche film con Jim Carrey, ma per lo più se arriva qualcosa di più recente è perché gli addetti al riordino sbagliano a sistemare le cassette. Una volta, per dire, c’è finito un film su Steve Jobs.
Mette la marcia indietro e consegna la sua selezione: fino a dopo Ferragosto siamo tranquilli. Torna nel suo ufficio, allunga le gambe e si mette vicino al ventilatore e chiede alla guardia giurata che ogni mezz’ora fa un giretto da quelle parti se, anche per lui, questo Donald Trump non è simpatico quasi quanto Silvio.
ahahah narrazione perfetta per introdurre il Deserto dei Tartari che è l’estate televisiva italiana :-D
La cosa assurda è che il Paese è molto cambiato da quando la gente scompariva nel nulla per tre mesi e non si guardava la TV perché in casa faceva caldo, e si preferiva stare di fuori. Ora si sta tutti chiusi davanti al televisore, con condizionatore acceso e rutto libero, e si guardano mille volte di più i programmi rispetto a quando la TV ha adottato il suo ridicolo palinsesto: poi le reti si lamentano che internet le danneggia… Certo che se a fine maggio chiudete bottega e la riaprite ad ottobre, non è che fate un gran servizio allo spettatore, soprattutto in tempi in cui la TV è del tutto inutile: ho così tante possibilità di farmi un palinsesto personalizzato che i canali dovrebbero pagarmi per guardarli! :-P
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Nel Deserto dei Tartari, almeno, ad una certa sparano ad un povero soldato.
Botta de vita.
Nel palinsesto italiano Bud Spencer risorge infinite volte, senza scomodare una fantomatica minaccia orientaleggiante :)
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