Pop-corn al cianuro #10 – Assolo

Assolo di ceffoni – di Ambra Porcedda.

Quando mi viene il dubbio se l’Italia sia un paese dove ritornare a brevissimo, nonostante io sia dotata di attributi sessuali femminili, mi cerco un bel film e mi do la risposta.

L’altro giorno ho visto Assolo, con e di Laura Morante.

La sinossi recita: Flavia è una donna di mezza età che è reduce da due divorzi e ha due figli. Ha mantenuto buoni rapporti con i suoi due ex mariti, Gerardo e Willy, che si sono entrambi risposati con successo. La donna però si sente sola e poco realizzata, nonostante venga accolta da questa grande famiglia allargata.

Il risultato è uno snocciolarsi, senza trama alcuna, di luoghi comuni su quanto le donne marciscano con gli anni e su come siano costrette a sottoporsi ad inutili e goffamente alleniane analisi, per averne conferma negativa.

Assolo - Pop-corn al cianuro

Flavia non si è mai masturbata in vita sua e la cosa dovrebbe farci sorridere.

Flavia va a ballare il tango da sola e nessuno se la caga di striscio, risatone amare proprio.

Flavia va a letto con un deficiente, giusto perché le donne sono assolutamente vittime delle loro pulsioni uterine e quindi, prima che la menopausa e la morte definitiva dei sensi le colga, devono donarsi perché ci sia il loro posto nella società.

Flavia ha la faccia di Laura Morante, con quegli occhi lucidi costanti che vorresti tirarle un ceffone che così, come diceva mia mamma, almeno piangi per un qualche motivo valido.

Assolo - Pop-corn al cianuro

Assolo è un film profondamente misogino, perché finge di non esserlo.

È un film sulle donne, per le donne, in cui siamo ad un livello di odio per sé stesse che manco le diete dell’ananas o i corsetti che comprimono il pancreas e spezzano le costole.

Le donne di questo film sono donne che si realizzano solo nel cono d’ombra di un uomo: se hanno una sessualità libera, sono perverse. Se fanno carriera, sono zoccole e si mettono con uno più giovane perché è così che si fa. Se sono giovani e toste, sono comunque incapaci di vivere senza l’aiuto costante dei pene dotati che – amica mia – davvero da quanto tempo non vieni toccata da un uomo? (sic)

Assolo, anche nel goffo tentativo di un finale di redenzione, toppa e fa acqua da ogni parte.

È più superficiale di un test di Glamour e più fastidioso del proteggi slip messo al rovescio.

Quello che provoca è la stessa sensazione che si potrebbe provare nell’essere incastrate per il resto della propria vita in un continuo ed infinito spot della Tena Lady.

Assolo Reactions

Manca di ironia, sarcasmo e sapore.

Se Laura Morante – permettetemi un altro ceffone per farla piangere davvero un altro po’ – una donna che è sicuramente professionalmente realizzata ed è pure bella – come se questo dovesse fare la differenza in qualche modo – si riduce a ricalcare il ruolo di donna passiva, con le spalle ripiegate e il tic dei capelli dietro l’orecchio, ecco, allora non è cambiato nulla.

L’Italia è ancora il paese in cui il lavoro parla solo al maschile, con uomini dagli stipendi maggiori rispetto alle colleghe e un aumento di lavoratrici irregolari e neo mamme senza occupazione dopo il parto, dove persiste un’elevata asimmetria dei ruoli della coppia: la mamma resta a casa con figli, anche dopo un eventuale lavoro mal pagato e instabile.

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