Whiskey Tango Foxtrot, un biografico indeciso – di Fausto Vernazzani.
Seppelliti dai punti interrogativi, una marea di ? abbattono le speranze nutrite a freddo dopo la tiepida delusione lasciata dalla visione dellultimo film della coppia John Requa e Glenn Ficarra, il biopic romanzato Whiskey Tango Foxtrot, adattamento della vita a Kabul di Kim Baker, corrispondente di guerra per un giornale statunitense (diventato emittente televisiva per esigenze sceniche). Di una così complessa esperienza si poteva davvero raccontare solo questo? Era questa la strada giusta?
In Afghanistan nel 2003 la stampa cerca di cavare un ragno dal buco: la guerra sembra essere finita e lattenzione è tutta per lIraq, il nuovo fresco campo di battaglia dellesercito USA. Nonostante tutto la capitale Kabul sembra poter offrire ancora qualcosa di interessante e al nutrito gruppo di giornalisti si aggiunge anche Kim Baker/Tina Fey, reporter da scrivania trasformata in inviata di guerra per esigenza della direzione: servono news attraenti e lex terra dei Talebani, chissà, può essere il luogo giusto.
A Kabul la vita della stampa è ben diversa da quella che ci si può aspettare: allinterno di un edificio condividono le loro esperienze, ma soprattutto sesso, alcol e droghe, utili a tirare avanti in un paese sottosviluppato sotto ogni fronte. Lì Kim farà amicizia con la bellissima Tanya/Margot Robbie, il fotoreporter scozzese Ian/Martin Freeman e la sua guida locale, Fahim/Christopher Abbot, ma soprattutto con se stessa e la sua nuova vita: spericolata, adrenalinica e scollegata dalla realtà.
Proprio lei, la realtà, qual è? La sensazione finale è che lAfghanistan sia uno sfondo qualunque per la consueta storia duna persona tirata fuori dal proprio contesto per scoprire un nuovo lato di sé. Requa e Ficarra si concentrano troppo sulla commedia sfiziosa da cima a fondo, ma con picchi di banalità e prevedibilità non indifferenti e quando arrivano finalmente al punto riesce difficile credergli. Whiskey Tango Foxtrot voleva essere, forse, una commedia atta a riflettere sul nuovo concetto di normalità.
È normale la situazione in cui versa un paese come lAfghanistan? Cosa significa normale, a cosa è giusto aspirare e una sottile critica allo sciacallaggio operato dallindustria mediatica, Whiskey Tango Foxtrot da qualche parte, in fondo alle tante scenette, ha un cuore profondo. Peccato sia nascosto, peccato si palesi troppo tardi e peccato non riesca a convincere, lasciandoci col dubbio su quale fossero le reali intenzioni del duo registico, cresciuto di fama, ma a quanto pare non di qualità. Dobbiamo dirlo ancora: peccato.
Nulla da eccepire al cast, Tina Fey convince più di altre sue colleghe dellambiente comedy, Martin Freeman funziona benissimo anche in versione predatore sessuale e Margot Robbie no, Margot Robbie inizia a fossilizzarsi un po troppo nella bellissima donna senza alcuno spessore. A giorni dalla visione del film, di Whiskey Tango Foxtrot purtroppo resta poco e chissà se non ci vorrà del tempo per poterlo valutare adeguatamente, se Requa e Ficarra sapranno, magari con qualche scena eliminata erroneamente -, ricostruire unopera che aveva del potenziale enorme e ha finito per essere unopera troppo dozzinale.