Kevin Spacey è l’Imperatore indiscusso nella commedia Il prezzo di Hollywood – di Fausto Vernazzani.
Il prezzo di Hollywood, non vuole lasciare nulla al caso il titolo italiano di Swimming with Sharks, primo film di George Huang e anche ultimo a essere meritevole di considerazione dal 1994 a oggi e se è così è per un solo motivo. Grande abbastanza da lasciarci qui con un sorriso a 32 denti e il suo nome è Kevin Spacey. In quel 1994 che precedette lanno doro per lui, con Seven di David Fincher e lo stupendo I soliti sospetti di Bryan Singer, Spacey al fianco di Frank Whaley e Michelle Forbes dimostra come si sbrana lo schermo.
Siamo a Los Angeles, negli studi della Keystone Pictures dove lavora Buddy Ackerman/Spacey, il temuto e rispettato numero 3 dellazienda e nuovo capo di Guy/Whaley, arrivato per sostituire il suo vecchio assistente Rex (una brillante e purtroppo breve apparizione di Benicio Del Toro), dopo anni approdato a una posizione di rilievo alla Paramount. Per Guy, piovuto in California dallo stato di New York, Hollywood è un sogno, ma Buddy ci mette pochi minuti a portarlo coi piedi per terra, anzi, sottacqua con gli squali.
Noi spettatori siamo su due posizioni diverse: nel passato ai primi giorni di lavoro alla Keystone Pictures, tra un insulto, un sopruso e unumiliazione subita da Guy e nel presente, con il giovane assistente a torturare il suo mostruoso superiore, legato a una sedia. Ma siamo sinceri, Il prezzo di Hollywood non riesce mai per un secondo a creare empatia tra il pubblico e Guy: Whaley ha scarso carisma e la sua love story con Dewn/Forbes ha un aspetto fin troppo pigro, al contrario di Spacey, mattatore dal primo allultimo minuto.
Chi fosse stato assalito dal dubbio che Fincher e Singer furono i veri autori della carriera di Spacey dovranno fermarsi. Spendete 90 minuti col film di Huang, povero dal punto di vista registico e anche sul fronte della sceneggiatura (sempre di Huang) il finale è sì dimpatto, ma per colpa di Whaley poco sentito -, potentissimo invece grazie proprio a uno dei nostri attori preferiti. In futuro i nostri nipoti ricorderanno Kevin Spacey come noi facciamo coi titani dei tempi del bianco e nero, da Cary Grant a Katherine Hepburn.
Buddy Ackerman è il prototipo di Francis Underwood, larchetipo dell’Horrible Boss, un personaggio pieno di misteri che in pochi minuti desidererete di conoscere più a fondo. Lo vorremmo vedere ancor più cattivo nei confronti di Guy, così come in House of Cards contiamo di vedere Frank Underwood in schemi sempre più crudeli, infimi e viscidi. Potremmo quasi definirla una storia della cattiveria secondo Kevin Spacey, organizzare una maratona cinematografica in onore dei suoi spaventosi Boss.
Un peccato per la cornice, ma a 22 anni dalluscita de Il prezzo di Hollywood ci siamo abituati ad andare al cinema a vedere un film se Kevin Spacey vi recita, poco importa se come protagonista o secondario. Andando a ritroso nella sua carriera, tra film meno celebri sepolti da American Beauty e I soliti sospetti, ci sono però ancora molti titoli meno noti e comunque meritevoli di essere recuperati, se vi considerate fan del solo e unico Kevin Spacey.

Kevin per me è una garanzia. E anche qui il suo sorriso sardonico è uno dei vertici della pellicola.
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Già, basta un Kevin Spacey a dare a un film almeno la sufficienza! :D
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