Pop-corn al cianuro #1 – Gone Girl

di Ambra Porcedda.

La mattina, per svegliarmi, mi servono due cose: tre caffè e almeno quattro notizie stupide. Non vado diretta alla politica, troppo facile. Solitamente mi butto sul gossip, sui gattini e sul cinema pop. Rosamunde Pilcher candidata agli Oscar.

Sul serio? Quella dei film del dopo pranzo su Canale Cinque? Quella dei film dove c’è sempre una tizia che è innamorata di un qualche figo uscito da un catalogo postalmarket che le corre incontro a cavallo e poi si scopre che non può sposarla che in Scozia c’è sempre un brutto ceffo che nel ramo del lago di Lochness questo matrimonio non s’ha da fare.

Pike, Ambra, Rosamunde Pike. Mannaggia a me. La bionda di Gone Girl. Quella che, come uno di quei cagnolini da borsetta del cavolo, inizialmente si fa accarezzare in testa – tutta carina – e poi si rigira idrofoba e si trasforma in un gremlins con problemi di autostima. No, dico, gran bella idea candidare la donna che sa stappare le bottiglie di spumante senza mani per un film che a Canale Cinque, il pomeriggio, avrebbero rifiutato un po’ imbarazzati.

Gone Girl - L'amore bugiardo P

In generale, la scelta degli attori mi ha lasciato dubbiosa come quella volta che hanno tentato di rifilarmi una matriciana con melograno e alici. Lo ammetto, da quando Ben Affleck si è lasciato con J.Lo – santa patrona di tutte le culone ben prima della Kardashian – mi sta abbastanza antipatico. La mia amica, con cui ho visto Gone Girl, mi ha detto: è perfetto! Deve avere una faccia da idiota e provocarti il desiderio di punirlo con ore di waterbording col vino Ronco.

Ok, le ho detto, allora spiegami anche perché hanno pure preso quello di How I Met Your Mother che, finita la tortura di quel surrogato di Friends, ha potuto finalmente esprimersi in tutta la sua gioiosissima omosessualità, e gli hanno messo in mano un ruolo che avrebbe avuto bisogno di qualcosa che puzza durissimo di maschio matto tipo Javier Bardem, ma senza muscoli.

È entrata totalmente nel panico ed ha iniziato a gridare “ Ma è Fincher!”. A quel punto le ho assestato un pugno fortissimo sull’orecchio, le ho messo la testa del moroso in una scatola, le ho detto che da bambina sembrava già vecchia, l’ho iscritta a Facebook contro la sua volontà e le ho detto: questo è Fincher, stronza!

Gone Girl - L'amore bugiardo

Devi capire, le ho spiegato mentre piangeva in un angolo, che se vuoi posso anche giustificarti il ritorno dei crop top ma questo non significa che non siano una piaga per il mondo intero. Per questo film non cambia la situazione: puoi dirmi tutto quello che vuoi, anche che tre ore di ribollimento mesto per un finale da tre minuti sono assolutamente perfette. No, mia cara, così funziona una lavatrice col programma per i bianchi.

Gone Girl è brutto, ripetilo con me. Brutto. Ed è brutto perché ho visto, fuori dal cinema, un tizio con la tuta da ginnastica e gli stivaletti da trekking togliere lo zucchero a velo della ciambella dalle labbra di quella bulimica della fidanzata e dirle: ma poi non far la matta anche tu, ahahahahah. È brutto perché ha dei buchi nella trama che manco le tue calze 20 denari quando torni da un rave tra i rovi.

Fammi vedere chi sono le concorrenti di quella Maria de Filippi a cui è stato tolto il Ritalin: Marion Cotillard, quella della morte più divertente di sempre in Batman; Julianne Moore, che non so per quale motivo ma nella mia mente ha sempre questa faccia urlante e piangente alla Giovanna Mezzogiorno e Felicity Jones.

Chi è Felicity Jones? Non lo sai? Non lo sai, vero? La figlia di Indiana Jones? Hai detto davvero la figlia di Indiana Jones? Benissimo, per punizione, ora rimarrai qua a rivedere tutto Gone Girl. Tutto. E quando avrai finito lo rivedrai al rovescio che, magari, diventa pure una cosa decente.

[Per leggere la recensione di Victor Musetti cliccate qui: L’amore bugiardo]

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