Stephen King's Shining

CineKing: il cinema e Stephen King, oggi (#4/Dicembre)

di Francesca Fichera.

Non fatevi ingannare dalle apparenze (e dall’immagine di quest’articolo che, lo sappiamo, abiterà i vostri incubi per mooolto tempo): il vero protagonista del CineKing di questo mese – ma anche già da un po’ – è Matthew McConaughey, ufficialmente annunciato, come in molti di voi sapranno, per il ruolo del villain Randall Flagg nel rifacimento cinematografico de L’ombra dello scorpione a cura di Josh Boone. Che – altra notiziona – consterà di ben 4 lungometraggi. Troppi? In effetti sì. D’altro canto è evidente – e proprio per la scelta dell’attore che interpreterà l’antagonista principale – la voglia di imprimere al progetto un certo tono; tono la cui conferma definitiva arriverebbe se venisse scritturato un interprete altrettanto importante per il ruolo dell’eroe – il mitico Stu Redman, in tal caso. Ma potrebbe anche non arrivare. (e ad ogni modo i fantacasting sono aperti)


McConaughey in Stephen King's The Stand

Segue a ruota una presenza molto meno aitante ma che rimane impressa in egual misura:  IT, il pagliaccio infame, quello che l’ultima volta abbiamo visto con le fattezze e l’indimenticabile mimica di Tim Curry, e la cui futura identità sul grande schermo ci è ancora oscura. Conosciamo invece chi si occuperà della regia, ossia Cary Fukunaga – ad unire lui e McConaughey non è soltanto Stephen King ma soprattutto True Detective -, e sappiamo che la pre-produzione del primo dei due film in cui verrà trasposta la mastodontica opera kinghiana comincerà a marzo, per un ideale start delle riprese durante i mesi estivi del 2015. Come ricordato in precedenza – repetita iuvant – le due parti del ‘mega-metraggio’ riguarderanno rispettivamente l’infanzia e l’età adulta dei protagonisti della storia; scelta non poco criticata dai fan del Re del Brivido, che però, almeno a parere di chi scrive, potrebbe al contrario rivelarsi una strategia più indovinata di quella adottata da Tommy Lee Wallace nel pastiche televisivo anni Novanta. Fermo restando che disprezzare qualcosa a scatola chiusa è totalmente illogico e non serve a niente.

Stephen King's IT with Tim Curry

A volte ricorrono

Ne avevamo già parlato qualche post fa: Le ali della libertà quest’anno ha spento venti candeline, e per l’occasione, al Goldwyn Theather di Beverly Hills, si è svolta una proiezione speciale cui hanno preso parte i due attori protagonisti, Morgan Freeman Tim Robbins, e il regista Frank Darabont. Molti gli aneddoti e gli scoop in esclusiva: da Robbins, che ha detto di aver osservato la vita degli animali nelle gabbie di uno zoo per prepararsi al ruolo di Andy Dufresne, a Darabont, che ha confessato di aver usato il film a mo’ di trampolino di lancio prima di addentrarsi nei confini del cinema di genere con The Mist; se infatti The Shawshank Redemption non fosse andato bene – e all’inizio così fu, però poi tutto il terreno perduto lo recuperò l’edizione home video – il regista non avrebbe osato l’azzardo dell’horror, tanta era la paura di incappare in paragoni con grandi maestri del genere come George A. Romero e David Cronenberg, e nonostante il suo sfavillante esordio breve con La donna nella stanza.

Naturalmente la storia – è risaputo – ha preso tutta un’altra piega, perché non solo Le ali della libertà risulta tra i film di maggiore successo di tutti i tempi, ma fra lui e The Mist abbiamo potuto ammirare il miracolo de Il miglio verde, forse l’esempio di adattamento meglio riuscito dell’opera di Stephen King, che lo scorso 10 dicembre ha festeggiato il quindicesimo anniversario della sua prima proiezione con tanto di DVD e Blu-ray special edition. La strana e anche bella coincidenza? Michael Clarke Ducan, quel gigantesco John Coffey  che è riuscito a mantenere intatto il proprio personaggio nel passaggio dalla pagina allo schermo, riuscendo persino a nobilitarlo e guadagnando una nomination agli Oscar, nacque nello stesso giorno – il 10/12/1957. Purtroppo, e anche questa è cosa nota, è venuto a mancare poco più di due anni fa, lasciando il ricordo delle sue lacrime e della sua sagoma imponente per sempre tatuato nell’immaginario del mondo.

Stephen King's Shawshank Redemption

Rumours e deliri

Un passo indietro per tornare a The Stand e menzionare un post di Jim Parsons – Sheldon Cooper nella serie The Big Bang Theory – diventato virale a pochi giorni dall’uscita del CineKing di novembre: un selfie dell’attore con una copia del libro fra le mani e un paio di righe a sottolineare la “fortunata coincidenza” dell’annuncio riguardante i quattro film con la conclusione della lettura del volume. Un fatto che Parsons interpreta un poco come un segno, nonché come “primo passo” della sua candidatura per un qualsiasi ruolo interno al progetto di Josh Boone.

Stephen King's The Stand

E rimaniamo in territorio di serie tv, ma più propriamente kinghiane, con Haven – per chi ci ha seguito in passato, abbiamo dedicato all’argomento un ampio approfondimento in due tempi, qui e qui – e l’incontro fra la sua realtà, libera rilettura di Colorado Kid giunta ormai alla sua quinta stagione, e nientedimeno che quella di Star Trek: la TVLine ha infatti dichiarato che William Shatner, passato alla storia come il mitico capitano Kirk, entrerà a far parte del cast dello show, e nelle vesti di un personaggio potenzialmente decisivo per il destino di tutti gli abitanti della cittadina affetta dai “problemi”. A pochissima distanza dal “mid-season finale” della serie, è una notizia che mette addosso tanta curiosità per il futuro. In perfetta assonanza con lo spirito (quello positivo) dell’anno che cede il posto al suo gemello nuovo.

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