Venezia71: Le dernier coup de marteau (Alix Delaporte, 2014)

di Arturo Caciotti.

Un piccolo frammento della vita del tredicenne Victor (Romain Paul) che vive una situazione difficile e più grande di lui: la madre ha un tumore, il padre, ottimo musicista, è scappato tempo addietro, e la condizione economica non è delle migliori. Intanto, Victor viene selezionato per un provino per una squadra professionistica di calcio. Dopo il buon esordio di Angèle e Tony, con Le dernier coup de marteau Alix Delaporte torna a dirigere ed interpretare un film dai toni delicati ed eleganti, ma stavolta leggerezza e dolcezza sono così marcate da rendere infine il film quasi inconsistente, o comunque strutturalmente molto fragile.

Il racconto di adolescenza è elaborato con una certa grazia, ma è anche strapieno di eventi e personaggi stereotipati e già visti che non permettono al film di progredire davvero, di andare oltre al “carino” facilmente dimenticabile. C’è la madre tendenzialmente  dolce ma sofferente e malata, e quindi spesso nervosa e sgarbata; c’è un padre assente e anche un po’ troppo menefreghista che è un artista scorbutico ma, in fondo, dal cuore buono, che vorrà educare il figlio alla musica; c’è anche una ragazza un po’ più grande di lui che inizialmente tratta Victor con sufficienza e lo usa per farsi fare i compiti di scuola, ma poi ci si affeziona davvero. Tutto nella norma, tutto fin troppo mieloso (anche se non patetico) e soprattutto indeciso.

È uno di quei casi in cui la forma “vaga” del film non riesce a renderlo di conseguenza un film sulla vaghezza dell’essere e della vita, che non ha un ordine chiaro e segue l’incostante procedere della quotidianità. Ma se tra forma e contenuto non c’è vera continuità, tutto il progetto perde di attrattive e credibilità. Per di più, le vicende raccontate sfiorano in alcuni casi l’inverosimile (in particolare, i termini della separazione tra i due genitori), e neanche ciò può giovare alla godibilità di Le dernier coup de marteau; sicuramente apprezzabile da un punto di vista stilistico (ma come abbiamo detto, un po’ debole e impreciso), tuttaviaa sostanzialmente poco interessante sotto tutti i punti di vista.