A Boy and His Dog (L.Q. Jones, 1975)

La crudele apocalisse ispirata da Harlan Ellison

Parafrasando Forrest Gump gli anni Settanta sono come una scatola di cioccolatini per il cinema di fantascienza, non sai mai quello che ti capita, ma hai la certezza che sarà sempre un grande film.

Ad aggiungersi alla lunga schiera di opere straordinarie come Soylent Green o Silent Running, per non parlare di Solaris e Stalker di Tarkovskij, vi è un meno chiacchierato cult diretto da L.Q. Jones, dal titolo A Boy and His Dog.

Se il titolo trasmette calore e bontà, il film non lo è affatto.

Combatteremo con le pietre

La quarta guerra mondiale durò solo cinque giorni, il tempo di lancio e arrivo dei missili atomici sparati da ogni nazione armata e oggi, nell’’anno 2024, non resta altro che un enorme deserto pianeggiante a coprire la Terra.

I sopravvissuti vagano su quelle enormi piane, scavando per trovare il cibo nelle case sepolte, e nel caso di Vic, il bottino è un altro: ha bisogno di una donna da stuprare e il suo cane Blood lo aiuterà a trovarla.

Vic è un Don Johnson giovane dal fascino malandato e sfrontato, mentre Tiger, fama televisiva, interpreta Blood, cane dotato di poteri telepatici grazie a cui riesce a comunicare solo col suo padrone e compagno di malefatte.

Insieme sono un duo di bastardi sperduti tra le bande di predoni, animati da intenzioni crudeli, ordinaria amministrazione in una società senza né regole né morale, priva di organi di riferimento, ma col terrore della gente che abita sottoterra e delle creature mutate in seguito alle radiazioni.

L’umanità è morta

Non c’è spazio per i buoni sentimenti, Vic e Blood sono due bestie di prima categoria, senza pietà per donne mutilate, intrististi solo dallo spreco di un corpo femminile, ancora “utilizzabile” per un quarto assalto sessuale se solo i precedenti stupratori avessero avuto la gentilezza di lasciarla ancora viva.

Così si apre A Boy and His Dog, mettendo in chiaro immediatamente come il film di L.Q. Jones non sia altro che una rappresentazione perfetta del mondo alieno all’umanità in cui ci troveremmo se la civiltà per come la conosciamo adesso svanisse nel giro di poche ore. Il classico terrore della guerra atomica.

Il regista Jones, anche sceneggiatore e adattatore del racconto del leggendario scrittore di fantascienza Harlan Ellison da cui A Boy and His Dog è tratto, riesce nel suo intento senza commentare con apparente pietà le immagini del film, tutt’altro, con un tocco sarcastico segue le avventure di Vic e Blood come fossero un duo comico in uno spettacolo di cabaret degno di un nightclub.

Sopra il passato, sotto la morte

Si sorride con amarezza, col magone in gola procurato dal buon Jones, immerso nella sua spietata rappresentazione dell’’anarchia astratta e concreta di questa non-società dotata di regole, incarnata dal popolo dei sotterranei, dove si vive in una società ispirata alle “innocenti” campagne degli anni Cinquanta.

Un trucco da clown li distingue dagli uomini di “sopra”, l’’utilizzo di una tecnologia rozza, ma avanzata, e uno spirito di sopravvivenza tanto brutale quanto gli assalti sessuali di chi vive sotto il sole cocente.

Il finale sarà l’’ultimo scherzo, magari di cattivo gusto, ma efficace per rendere un’’idea del 2024 secondo A Boy and His Dog, un colpo di grazia a ogni traccia di bontà nel mondo, se non fosse per un’assurda amicizia tra un ragazzo e il suo compagno telepatico, riassunta in un gesto d’’amore di Vic per Blood.

Perché un ragazzo ama sempre il suo cane.

Fausto Vernazzani

Voto: 4/5

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