La promessa di Sangre eterna – di Roberto Manuel Palo.
Sangre eterna di Jorge Olguin è uno di quei classici film che, in una prima visione, ti sembra che abbia degli spunti interessanti e alla seconda gli spunti restano, ma te lo ricordavi meno lungo e con meno momenti morti e inutili.
Jorge Olguin è un regista cileno, molto ben visto da Guillermo Del Toro, che è stato il precursore del cinema fantastico in Cile. Nella sua filmografia sono presenti solo due film: Angel negro del 2000 e questo, del 2002.
La trama
Carmilla (Blanca Lewin) è una giovane che entra in contatto con un gruppo di amici appassionati di giochi di ruolo attraverso il loro master M (Juan Pablo Ogalde), suo compagno di università.
I ragazzi stanno giocando a “Sangre eterna”, un gioco dove si interpretano dei vampiri che lottano per restare nell’ombra ed evitare i nemici.
Il gruppo si reca ad un rave dove fanno la conoscenza di Dahmer (Carlos Borquez) che li introduce nei rituali di vampirismo. Da questo momento M comincerà ad avere dei dubbi sul fatto che i vampiri esistano solo nel gioco oppure anche realmente.
La critica
Realizzato con un budget risibile nonostante i fondi offerti dal governo Cileno, Sangre eterna ha dei punti deboli e dei punti meritevoli di lode.
Tra gli aspetti meritevoli bisogna annoverare senza dubbio il trucco, lo spunto molto interessante della storia nonostante il difetto di originalità e una recitazione decente vista la poca esperienza degli attori.
Tutto ciò viene rovinato da una sceneggiatura pietosa che manca di quel mordente che il soggetto avrebbe meritato.
La mancanza di approfondimento dei personaggi, l’assenza di un crescendo drammatico in favore di un appiattimento della trama e l’eccessiva durata di 100 minuti ridimensionano il valore di questa pellicola, comunque degna di una visione.
Un videoclip sanguinolento
La marca registica di Olguin è il classico stile da videoclip ma, nonostante la poca esperienza, riesce a regalare alcuni momenti molto interessanti come l’intera scena finale, ma anche il primo combattimento dei vampiri con un buono e sapiente utilizzo del sangue che è distribuito copioso durante tutto l’arco del film (essendo un film di vampiri).
Sangre eterna rimane un film importante sia per la cinematografia cilena sia per quella indipendente, in quanto in Cile non c’è una vera e propria industria cinematografica e il giovane regista ha acquisito esperienza insieme al suo cast non privo di talento per i futuri progetti.
Questo suo lavoro ha avuto una distribuzione internazionale in vari paesi, tra cui Stati Uniti e Spagna (non ancora in Italia) e ciò ha regalato ad Olguin la possibilità di farsi notare e di poter lavorare al suo terzo film, Caleuche: El llamado del mar (attualmente in post-produzione) con maggiori finanziamenti. Aspettiamo al varco.
See You Soon.
Sembra interessante. Speriamo che serva alla cinematografia cilena per ricostruirsi.
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Già, speriamo. Le capacità Olguin le ha, ma i budget inesistenti non gli permettono di esplodere e dimostrare appieno le sue capacità. Vediamo con questo nuovo film se escono fuori queste capacità.
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