Ci sono Oscar ed Oscar e persone che credono che ci siano Oscar ed Oscar, ma in realtà quello è solo uno, per fortuna, ma in Asia si fanno come sempre le cose più in grande e da 6 anni a questa parte esiste lAsian Film Award, un premio in lizza per i migliori film asiatici. Per i filo-orientali è un appuntamento sempre interessante, dove vengono premiati per lo più film che hanno avuto un grande riscontro internazionale e questanno infatti la cinquina del Miglior Film non lascia alcun dubbio sulla veridicità di questa constatazione:
Una separazione, di Asghar Farhadi (Iran)
Postcard, di Kaneto Shindo (Giappone)
The Flowers of War, di Zhang Yimou (Cina)
The Flying Swords of Dragon Gate, di Hark Tsui (Hong Kong, Cina)
Warriors of the Rainbow, di Wei Te-sheng (Taiwan)
You dont get life a second time, di Zoya Akhtar (India)
Eccetto lultimo film indiano, tutti gli altri sono di grandi nomi e vincitori di prestigiosi premi internazionali, e mi riferisco ovviamente al film iraniano che si è portato a casa il premio dellAcademy americana come Miglior Film Straniero. Non solo, Asghar Farhadi raddoppia e vince anche come Miglior Film agli Asian Film Awards aggiudicandosi anche la statuetta della gioia (chiamiamola così seguendo le intenzioni del designer William Chang) come Miglior Regista e Miglior Sceneggiatore, nonché Miglior Montaggio grazie a Hayedeh Safiryari. Restano così a bocca asciutta i candidati alla Miglior Regia Zhang Yimou, colonna portante del cinema cinese dellultimo ventennio, Wei Te-sheng, concorrente troppo ambizioso della mostra veneziana, Hark Tsui, maestro del cinema dazione e wuxia cinese, Sion Sono per il controverso (se no che Sono sarebbe) Guilty of Romance e infine lindonesiano Teddy Soeriaatmadja per Lovely Man.
Mentre ci si stupisce che Kaneto Shindo sia ancora capace di scrivere alletà di 100 anni, il regista giapponese di Postcard resta completamente a bocca asciutta quando qualche sorpresa arriva dai premi per gli attori. Koji Yakusho e Andy Lau, concorrenti rispettivamente per Chronicle of My Mother e A Simple Life, colossi dello star system orientale, nonché bravissimi attori, perdono contro lindonesiano Donny Damara per Lovely Man, storia di una ragazza orfana di padre che parte alla ricerca del suo genitore, trovandolo a vendersi sulle strade con una minigonna rossa. E la storia di un amore tra figlia e padre, il quale deve essere stato convincente da portarsi a casa la statuetta strappandola anche al cinese Cheng Kun di Flying Swords of Dragon Gate e al coreano Park Hae-il per il kolossal in costume War of the Arrows.
Nella zona attrici poche sorprese, e dopo una Coppa Volpi a Venezia, Deanie Ip si aggiudica il premio per A Simple Life vincendo contro Leila Hatami de Una Separazione, unica concorrente forte rispetto allindiana Vidya Balan, la taiwanese Michelle Chen e la filippina Eugene Domingo. Tra i Nuovi Arrivati vince il premio come Miglior Scoperta la bellissima attrice Ni Ni per The Flowers of War mentre il premio per i Migliori Non Protagonisti vanno al Taiwan con Lawrence Ko (Jump! Ashin) e alle Filippine con Shamaine Buencamino (Niño) . Miglio Scenografia, Miglior Fotografia e Miglior Colonna Sonora vanno invece al nuovo film di Peter Chan, Wu Xia, uno dei fenomeni commerciali dellanno trascorso mentre, infine, i premi per i Migliori Effetti Speciali e i Migliori Costumi vanno al film di Hark Tsui, The Flying Swords of Dragon Gate.
Questo è tutto quello che cè da dire sugli AFA, ma non sul cinema asiatico che sappiamo essere ben più vasto di una sola decina di film. Il 2011 ha visto vari film farsi strada a livello internazionale: i bizzarri Invasion of Alien Bikini e Karate Robo Zaborgar, lHeadshot di Pen-ek Ratanaruang, e il The Kick coreo-thailandese di Prachya Pinkaew, il film Samurai 3D di Takashi Miike Hara Kiri: Death of a Samurai, ma anche il coloratissimo Milocrorze: A Love Story. Insomma, cè tanto altro, e noi speriamo di dirvelo non appena approderemo al Far East Film Festival.
Fausto Vernazzani