Adrenaline (A. Assal, P. Dorisol, J. Hudson, J. Maddeddu, Y. Piquer, A. Robak, 1990)

di Roberto Manuel Palo.

Se volete un’esperienza sconvolgente dovete guardare Adrenaline, progetto molto particolare e anomalo del panorama cinematografico di fine anni Ottanta girato in Francia da sei registi. Questo progetto racchiude una serie di cortometraggi in un lungometraggio di circa 70 minuti, spaziando dall’horror alla fantascienza fino ,allo humour nero per arrivare allo splatter. I vari cortometraggi non hanno alcun legame tra loro e vengono intervallati da una scena dove si vede una lunga fila di ciechi che incitano a proseguire la visione sbattendo i loro bastoni sul pavimento (anche questo segmento, comunque, è un corto del film).

Il termine visionario viene oggi utilizzato in maniera eccessiva e, spesso, fuori luogo, per definire registi che di visionario non hanno assolutamente nulla. Per capire che cosa sia davvero l’essere visionario, oltre a vedere i film di David Lynch e le prime pellicole di Cronenberg, dovete visionare anche questo film. Chiaramente ci sono degli alti e bassi, dei corti migliori e dei corti meno riusciti. Tra questi ultimi va citato proprio il primo episodio della rassegna, intitolato Metrovision e diretto da Yann Piquer, un corto adrenalinico, ma davvero poco coinvolgente. Nonostante questo corto non lasci presagire nulla di buono, i successivi alzano decisamente la qualità della pellicola e sono davvero weird, sconvolgenti e fuori di testa, ammiccanti sia ai surrealisti, sia a Videodrome, all’Esorcista e alle opere di Shin’ya Tsukamoto. Ben girati, questi corti sono meritevoli di lode anche per la discreta tensione e per la simpatia che i vari protagonisti suscitano nello spettatore. Tra i registi che lasciano l’impronta maggiore sul progetto vanno menzionati sicuramente Jean-Marie Maddeddu, anche attore in tutti i corti da lui diretti, e la coppia John Hudson-Anita Assal che ci regala il corto splatter Graffiti (una nonnina fa dei graffiti con il sangue del suo gattino) e, a mio avviso, il corto più bello di tutta la rassegna, TV Buster, dove una TV viene posseduta dal demonio e parla ai due protagonisti tramite i programmi televisivi, i due chiamano un esorcista e…dovete vederlo, assolutamente. Jean-Marie Maddeddu, invece, ci regala il bunueliano Le dernier mouche, storia di un uomo talmente ossessionato dalle mosche che decora i muri della sua stanza con i loro cadaveri, e lo straordinario corto finale Sculpture Physique, dove il volto dello stesso regista, preso a pugni, viene talmente sfigurato da diventare una scultura in mostra in una galleria parigina.

Certamente, in fase di trattazione, ho dimenticato qualche altro corto interessante ma ce ne sono altri due assolutamente meritevoli: Le cimetiere des elephants di Philippe Dorisol e Corridor di Alain Robak. Il corto di Dorisol è la storia di alcune auto che prendono vita e si dirigono alla rottamazione facendosi demolire con l’autista al loro interno. Straordinario, davvero! Corridor è simpaticissimo e davvero incredibile: un uomo deve vincere una casa e, per farlo, supera una serie di trappole. Si ride, ma non senza una certa ansia.

Questo film, purtroppo, è finito nel dimenticatoio più totale, a causa , forse, della forte componente visionaria non proprio adatta a tutti i palati. Eppure, a mio avviso, è una pellicola tranquillamente fruibile da tutti. Ci provo io a risollevare le sorti di questo sottovalutato prodotto dicendo che è tutt’altro che “irreperibile”. Gli amanti del cinema e gli addetti ai lavori, invece, devono vederlo e troveranno materiale su cui riflettere, dibattere e, addirittura, studiare.

Un ultimo avviso: guai a voi se osate spegnere appena iniziano i titoli di coda.

See You Soon.

 

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2 pensieri su “Adrenaline (A. Assal, P. Dorisol, J. Hudson, J. Maddeddu, Y. Piquer, A. Robak, 1990)

  1. Bellissimo, ce l’ho in VHS, e quella patina di qualità inferiore me lo ricorda come ancora più “oscuro”.
    A distanza di tempo, ricordo con maggior precisione proprio l’episodio della TV!
    Molto esplicativo sul passaggio dagli Ottanta ai Novanta.

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    1. Concordo. Anche l’episodio della vecchietta che sbatte il gattino sul mare per fare dei graffiti con il suo sangue è molto d’impatto. Il cortometraggio della casa da vincere mi ha fatto ridere dall’inizio alla fine:D. Mi fa piacere che siamo in due sulla Terra che l’abbiam visto:D.

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