Consigli per il suicidio – 10 film che vi spingeranno sull'orlo del baratro

di Fausto Vernazzani.

Mentre leggete quest’articolo vi consiglio di ascoltare Gloomy Sunday, nella versione che preferite. Perché? Per essere in tema col titolo di questa classifica, necessaria per riempire le vostre stanze col mood giusto. Gloomy Sunday è infatti la canzone con il maggior numero di suicidi a carico, così per dire, e in un certo modo ci sono diversi film che potrebbero alla perfezione costituire la controparte cinematografica. Ian Curtis, un tempo frontman dei Joy Division, ad esempio, fosse vivo ci suggerirebbe senza alcun dubbio il classico capolavoro La ballata di Stroszek di Werner Herzog, ma naturalmente non può giacché si è suicidato dopo averlo visto. Questa è invece una lista di altri 10 film che vi spingeranno sull’orlo del baratro, capaci di rovinarvi la giornata, la settimana, il mese, l’anno… avete capito l’antifona, dipenderà dalla vostra sensibilità. Tenetevi pronti, coppe di gelato alla mano.

Requiem for a Dream

Cominciamo con il più famoso di tutti e che chiunque si aspetta da una classifica dei film più deprimenti della storia. Il secondo cult che lanciò Darren Aronofsky – dopo Pi Greco – Il teorema del delirio – esamina la dipendenza in ogni sua forma possibile, ci mostra l’ascesa e, soprattutto, la discesa di un sogno. Se nella vostra vita in questo momento avete fallito nel raggiungere un obiettivo, siete stati abbattuti, demoralizzati, distrutti, fucilati nel cuore della vostra anima, allora Requiem for a Dream vi darà il colpo di grazia. È quasi con sadismo che Aronofsky infila il dito nella piaga senza pietà fino a distruggere tanto i suoi personaggi quanto i suoi spettatori. È un prodotto di sicuro effetto.

Ladri di biciclette

Il secondo titolo che propongo viene da casa nostra, uno dei massimi capolavori della storiografia mondiale. Se non trovate triste di per sé la depressione del dopoguerra dipinto da Vittorio De Sica – a quel punto avrei dei dubbi sulla vostra umanità – allora vedere un bambino lavorare e comportarsi come un adulto può aiutare, osservare come la vita di un uomo possa distruggersi a causa del semplice furto di una bicicletta, capire come quest’azione possa rovinare un’esistenza, la reputazione e soprattutto la dignità di un uomo… è devastante. Ladri di biciclette è consigliato soprattutto alle persone che si son viste soffiare davanti qualcosa di tremendamente importante per loro. Vi aiuterà a trovare la strada per il giusto girone dantesco.

Synecdoche, New York

Il numero 3 purtroppo non ha ricevuto alcuna distribuzione italiana. L’autore e regista ha firmato pellicole che ormai tutti conoscono e amano, quali Eternal Sunshine of the Spotless Mind ed Essere John Malkovich. Parliamo di Charlie Kaufman. Partiamo col dire che Philip Seymour Hoffman in questo film recita talmente bene la parte del disperato che avrebbe meritato tutte le Coppe Volpi di questo mondo: è la storia di un drammaturgo di successo a cui è stato commissionato uno spettacolo, e lui progetta qualcosa di grandioso che alla fine rifletterà completamente la sua vita. Vi domando ora, cosa fareste se poteste rivedere per filo e per segno ogni vostro errore, capire quanto siete stati patetici, stupidi e indifferenti al lento declino della vostra presenza su questa terra. Cosa fareste? Il protagonista non lo sa, ma lo scoprirà in un finale che renderebbe la guerra una cosa più allegra.

Toto le Héros

La vostra vita vi ha deluso e tutt’ora continua a farlo? Vi sembra che qualcuno ve l’abbia portata via e siete così pieni di rancore dall’essere a un’antecchia dall’esplosione? Toto le Héros è la risposta ai vostri problemi. Il regista, Jaco Van Dormael, non ha pietà. Toto è un uomo anziano che vive in una casa di riposo, convinto che al momento della sua nascita, durante un incendio nell’ospedale, sia stato preso per sbaglio dalla madre del bambino della culla affianco. Avrebbe dovuto vivere con i ricchi vicini di casa e non con i poveracci che sono i suoi genitori. Una vita all’insegna dell’invidia, della desolazione, della solitudine e incapacità di far del proprio percorso un qualcosa pregno di significato, se non per un breve istante di luce. Ma, per l’appunto, breve.

Una tomba per le lucciole

Andiamo ora in Oriente, in Giappone per l’esattezza. Isao Takahata ci regala il numero cinque, un film d’animazione con protagonisti un paio di bambini rimasti orfani durante la Seconda Guerra Mondiale. Cosa possono fare due bambini da soli in un paese devastato da bombardamenti fuori dalla norma? Contro ogni stupido preconcetto sui film d’animazione, vedendo Una tomba per le lucciole, ispirato alla tragica storia vera di Takahata stesso, coloro che pensano ancora che i “cartoni” siano film per bambini, si ricrederanno e probabilmente vieteranno di vedere questo film ai propri figli finché non raggiungeranno i 20 anni. Farglielo vedere prima potrebbe decisamente toglier loro ogni speranza e voglia di campare.

Paradise Now

È il turno adesso della Terra Santa. Tra Palestina, Israele e l’area medio-orientale eccovi i prossimi tre film, che, sparati uno dopo l’altro, ci mostrano gli orrori di una guerra eterna ai nostri occhi eterna. Cominciamo col palestinese Hany Abu-Assad la sua allegra storia di due kamikaze che indovinate un po’ cosa fanno? Si suicidano. Un film straordinario che tutti dovrebbero vedere prima di dire “Ma perché questi pazzi si suicidano?”, forse poi verrà voglia a voi di suicidarvi, solo per aver pensato una cosa del genere. Illuminante tanto quanto è dolorosoParadise Now avrebbe il diritto di esser proiettato per raccontare il dolore provato sulla pelle di un intero popolo, abbandonato sotto un cielo coperto di bombe e proiettili.

Valzer con Bashir

Il massacro di Sabra e Shatila non è, purtroppo, un evento noto a tutti, ma il cinema ci infiocchetta sempre tanti di quei massacri che alla fine non ci sembrano neanche così terribili. Ari Folman con Valzer con Bashir non infiocchetta proprio niente, la pillola è amara e così com’è dobbiamo buttarla giù. Ripetiamo, dobbiamo. È una sorta di documentario su una delle più grandi stragi perpetrate dai soldati israeliani durante la guerra del Libano, guardatelo e ditemi se la scena con i cavalli non è sufficiente a farvi a pezzi nel profondo. La scelta di farne un film d’animazione, di sfruttare l’universo onirico, non basta in alcun modo a scalfire l’orrore di una verità insabbiata, nascosta sotto il tappeto come fosse polvere. Il sangue alla fine macchia qualunque cosa.

Lebanon

Samuel Maoz con il suo film vincitore del Leone d’Oro alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia ci dà un altro triste animale da guardare dritto negli occhi, ma questa volta non è animato, è un asino vero visto dal mirino del cannone di un carro armato. L’asino piange in un paese bombardato dagli israeliani. Non so voi, ma vedere un animale piangere dritto in camera spinge a pensare che si sia davvero toccato il fondo. Ma non è l’unico elemento deprimente di Lebanon, ce ne sono altri e non sto a dirvele per non rovinare la visione di un vero capolavoro, auto-critico e, a modo suo, decisamente uno dei migliori war-movie del nuovo millennio. Provare per credere. La difficoltà è sopravvivere alla visione.

Non si uccidono così anche i cavalli?

Verso la conclusione torniamo in pieno Occidente, con un Sydney Pollack la cui crudeltà colpisce più forte di una mazza da baseball dritta nello stomaco. Non si uccidono così anche i cavalli? è la storia straziante d’un gruppo di persone che per guadagnare una manciata di soldi partecipa a un concorso di ballo. Senza pause. Il vincitore sarà l’ultimo a rimanere in piedi, dopo decine e decine di ore di ballo ininterrotto, ma che costo morale ha tutto questo? Dov’è la dignità? E se qualcuno non ce la facesse? Non è così che si uccidono i cavalli quando si spezzano una gamba? L’adattamento del romanzo di Horace McCoy vi lascerà senza fiato ad ascoltare il battito del vostro cuore, in silenzio.

Match Point

L’ultimo della lista non è tale perché il migliore, ma perché è il più sottile di tutti, il più viscido e infame. Dopo tanti anni di carriera, un Woody Allen devastato dalla sempre più vicina ora della morte, si decide a dire infine la sua sulla vita, sull’importanza delle scelte, su tutto, descrivendolo in una brevissima scena: da quale parte del campo cascherà la palla dopo aver urtato la rete a metà del campo da tennis? Chi vincerà la partita quando essa colpirà la rete non è un dato dettato dalla bravura dei giocatori, ma dalle semplice, miserabile fortuna. Match Point è forse l’ultimo capolavoro della carriera di Allen e non ci si faccia ingannare dalla sensualità di Scarlett Johansson e Jonathan Rhys-Meyers, è un’opera brutale.

 

Potremmo andare avanti con titoli come The Wrestler, Mysterious Skin, Redacted, Million Dollar Baby, Viale del tramonto e molti altri ancora. Il cinema è per nostra “fortuna” pieno di questi capolavori che istigano all’autolesionismo più di ogni altra cosa, ma forse noi stessi nel ricordarli ed elencarli uno per uno in fila, potremmo decidere di prendere a testate il muro fino a romperci la testa. E forse non è il caso. Da somministrare con misura, andateci!

 

3 pensieri su “Consigli per il suicidio – 10 film che vi spingeranno sull'orlo del baratro

    1. Mysterious Skin quando c’è la scena in cui i due ragazzi stanno sul divano e l’occhialuto piange addosso all’altro e tutto scompare in basso nel nero… tristezza infinta D:!

      Felice d’averti fatto pariare con i suicidi! xD

      F.

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