Jane Austen incontra gli zombie
Il cinema ha deciso che Seth Grahame-Smith sarebbe diventato una celebrità quando esordì col mash-up Orgoglio e Pregiudizio e Zombie. Caso curioso, l’operazione è priva di originalità e paragonabile a quelle catene social in cui è chiesto di sostituire una parola dal titolo di un film con “pene”. È un gioco da ragazzi, letteralmente.
Noioso, scontato, privo di creatività, nato per essere un film. Arriva con ritardo la regia di Burr Steers e come previsto il risultato è ben al di sopra del romanzo, una simpatica incursione nel campo dell’horror user friendly.
Carta conosciuta
PPZ è avvantaggiato dalla notorietà della storia scritta da Jane Austen consentendo a Steers di consumare le sue energie sugli intrusi affamati di cervello nel regno d’Inghilterra. Sempre rispettando i parametri di un film adatto a tutta la famiglia. User friendly, appunto.
La vita nel Regno Unito è tutt’altro che friendly però, la minaccia incombe e le sorelle Bennett come altre hanno bisogno di apprendere le norme del galateo… e le arti marziali, cinesi e giapponesi insieme. Non può ovviamente mancare anche un’infarinatura di tiro al bersaglio.
Questo non pregiudica le sane abitudini tradizionali e allo scoccare delle cinque è inevitabilmente l’ora del tè. Allo stesso modo sopravvivono i dialoghi di Jane Austen. Nel bel mezzo della lotta ai non-morti il battibecco tra Liz e Mr. Darcy scorre con una bizzarra naturalezza.
Lo shaolin delle cinque
L’orgoglio e il pregiudizio continuano però a essere i temi portanti e il giochetto manca di originalità non andando a parare in alcuna nuova direzione. La stessa Lily James in costume è talmente a suo agio da non rappresentare una novità, mentre Sam Riley non è né carne né pesce.

Per fortuna c’è chi crede che a un gioco si debba vincere oltre a festeggiare la partecipazione e questi sono Charles Dance capofamiglia dei Bennett, Lena Headey con la sua Lady Catherine e il Collins di Matt Smith. Non sorgente, Grahame-Smith, approdata su altri lidi da inquinare, nella fattispecie Dark Shadows e La leggenda del cacciatore di vampiri, altro adattamento dai “suoi” romanzi.
Stabilite le regole e lo sono già prima di entrare in sala, esistono due possibilità per godersi al meglio PPZ: considerare un significato nuovo già nella ripetizione, stabilendo ancora una volta la forza di Liz Bennett come personaggio femminile, a cui va aggiunto ancora lo spettacolo dell’azione ben coreografata.
Diciamocelo, se vogliamo vedere fedeltà totale seguiamo Keira Knightley con Ang Lee, qui in PPZ godiamo degli scambi amichevoli tra sorelle a suon di shaolin nel dojo dei Bennett, la pittorica eliminazione degli zombie al ballo di Mr. Bingley e le furiose notti alla katana di Mr. Darcy.
Fausto Vernazzani
Voto: 2.5/5