di Fausto Vernazzani.
Negli ultimi anni abbiamo visto un vero e proprio rinascimento della distribuzione cinematografica in Italia, con nuovi soggetti desiderosi di offrire nuove opportunità agli spettatori della penisola. Le difficoltà sono ancora grosse e cè tanto ancora da lavorare, ma possiamo nutrire forti speranze per il futuro magari anche per chi vive a sud di Roma, dove la distribuzione soffre. Questanno chi si è fatto notare è Cineama, un gruppo che in passato ha contribuito a migliorare la situazione anche per quella fetta di paese abbandonata dai grandi distributori.
Questanno grazie a loro abbiamo potuto vedere film come The Repairman di Paolo Mitton, da molti salutato come uno dei migliori esordi italiani degli ultimi tempi, il documentario Io sto con la sposa visione atipica sulla delicata situazione dei migranti in Europa e Corn Island, il forte candidato allOscar come Miglior Film straniero della Georgia. Per il futuro quelli che aspettiamo di più sono Hostile, il vincitore del ToHorror, girato dal quattordicenne Nathan Ambrosioni, e The Treacherous, dramma storico sud-coreano del veterano Min Kyu-dong.
E in più un progetto di crowdfunding, il cui titolo sarà sicuramente apprezzato tra gli spalti della tifoseria napoletana, Odiosa Juve. Il cinema a sfondo calcistico da un po di tempo a questa parte sta trovando il suo spazio nelle sale italiane: Álex de la Iglesia e il suo Messi, arrivato in Italia proprio con Cineama, il Maradona di Emir Kusturica, di nome e di fatto, Ronaldo Il mondo ai suoi piedi di Tara Pirnia (con voce narrante di Benedict Cumberbatch) e dovremmo citare anche United Passions, il film auto-celebrativo prodotto dalla FIFA. Boicottato, per valide ragioni.
https://www.youtube.com/watch?v=yd8I4vuwrMs
Cineama con Odiosa Juve e il regista Lorenzo Minoli, si propongono di rivolgersi al calcio con uno sguardo critico: cosè diventato il business sportivo italiano dopo gli innumerevoli scandali di Calciopoli (e non solo)? La strada migliore sembra essere appunto seguire la Juventus, il club più odiato dItalia, studiandone il fenomeno dal di dentro e dal di fuori. Unottica politico-critica con una spruzzata di sociale, che promette di essere la prima visione realista del calcio italiano.
La campagna di raccolta fondi ha ancora 47 giorni di vita, più che sufficienti per raggiungere la cifra desiderata (e se ogni tifoso italiano contribuisse, sarebbero a cavallo), e la parte bella è che al contrario di molti crowdfunding, basta davvero poco per ottenere un minimo di premio col proprio contributo. Ed è anche bello vedere che parte dei soldi raccolti saranno raccolti per pagare la troupe, ormai unabitudine persa nel tempo nellodierno mondo della gloria e della visibilità.
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