Fantascienza: Pro e Contro delle serie Sci-Fi in TV, Parte II

di Fausto Vernazzani.

Nella prima parte di ieri (cliccate qui per leggerla) abbiamo sottolineato l’importanza della fantascienza, un genere con cui sarebbe d’obbligo fare i conti. Noi su CineFatti non mancheremo mai di sottolinearne la bellezza, o la poesia di film come Her di Spike Jonze. C’è tanto che può dire, c’è tanto che può dare: è come un medico specializzato, è necessario andarci anche se spesso si entra nello studio con una punta in più di diffidenza rispetto al nostro medico generico.

Qui continuiamo a parlare delle serie sci-fi in onda in questo momento, non tutte perché è difficile già riuscire a trovare il tempo per tentare di stare al passo con ognuno dei titoli da noi presi in esame. Chi abbiamo mancato? Sicuramente il Doctor Who, la più longeva di tutte che lo scorso Novembre ha festeggiato i cinquant’anni di attività e presto si prepara a lanciare il dodicesimo Dottore, Peter Capaldi. Un’altra è Warehouse 13, che se non erro sta per concludersi a breve sul canale SyFy, e poi ci troviamo con le due basate sui fumetti, la nuova Agents of S.H.I.E.L.D.Arrow, da tempo in onda e che presto troverà un compagno in Flash.

Altre invece non sono entrate nel team perché forse troppo lontane dal genere, come ad esempio l’ottima The Blacklist, con un James Spader come non lo si vedeva ormai da anni ed anni, ma la storia del grande criminale Reddington ha pochissimi elementi fantascientifici a suo favore e la maggior parte sembrano solo una variante stilistica di cose già esistenti. Lo stesso vale per Resurrection, nuovissima, dove Omar Epps è un agente del reparto immigrazione che si ritrova in Arcadia, Missouri, dove tutti i morti iniziano a ricomparire come se nulla fosse mai successo. Ce ne sono sicuramente altre, tantissime, ma guardarle tutte sarebbe un lavoro a tempo pieno, perciò, iniziamo con queste, che poche non sono!

THE 100

The 100

La CW e la fantascienza vanno molto d’accordo se solo nell’ultima stagione hanno avviato ben tre serie dello stesso genere, tra cui la nuova arrivata The 100 di Jason Rothenberg. Il tema sono sempre gli adolescenti, come anche in Star-CrossedThe Tomorrow People, ma qui siamo in un futuro più lontano, dove la Terra è stata devastata dalle radiazioni e gli umani ancora vivi erano gli astronauti nelle stazioni spaziali, unitisi in una grande Arca con un sistema rigido che per la sopravvivenza della specie decide di mandare 100 giovani criminali sul pianeta per verificarne l’abitabilità. Nel cast spiccano Isaiah Washington (Grey’s Anatomy) ed Henry Ian Cusick (Lost).

ProRothenberg si è chiaramente ispirato a Il signore delle mosche di William Golding, ed è esattamente quanto vediamo nella serie, in cui il gruppo di ragazzi criminali appena arrivano sulla Terra si dividono in ribelli e ligi al dovere, con una preponderanza ovviamente nella prima fetta. Il cervo a due teste del pilota è un fantastico esempio di creature modificate dalle radiazioni e simbolo della serie.

Contro: Un pianeta completamente cambiato in soli 100 anni, improvvisamente ricoperto di foreste fittissime e nessuna città in vista, ma qualche rimasuglio di popolazione è rimasta, ed è il principale motore iniziale della serie, uno di quelli che spaventa, così come il proliferare fin troppo improvviso di amori e triangoli tra ragazzi in una situazione poco indicata.

HELIX

Helix

Su io9 non hanno avuto paura di paragonare la serie di Cameron Porsandeh e prodotta da Ronald D. Moore (Battlestar Galactica), Helix, al cult televisivo più amato dei nostri tempi, Lost. Del resto come biasimarli, ad ogni episodio un nuovo mistero e la fantascienza rapidamente si mescola ad un sotto-strato fantasy che inevitabilmente cattura e avvinghia lo spettatore. Pochi giorni fa si è conclusa la prima stagione e il canale SyFy l’ha rinnovata per una seconda. Siamo nell’Artico, leggi internazionali ed una base di ricerca scientifica di proprietà della misteriosa ILARIA, dove un virus potente richiede l’assistenza del CDC per trovare una cura: intrecci familiari, intrighi politici ed una razza umana finora nascosta saranno i grandi impedimenti per Alan Farragut/Billy Campbell e l’oscuro direttore Hiroshi Hatake/Hiroyuki Sanada.

Pro: La serie sin dall’inizio ha un sapore internazionale, accenti d’ogni continente fanno la loro apparizione ed il co-protagonista Sanada è un attore sopraffino con la grande abilità di saper reggere un ruolo in costante mutazione. L’intera location e la sua atmosfera asettica e claustrofobica dove i vari personaggi, ben caratterizzati, si intrecciano e agiscono come topi di laboratorio è il tocco di classe.

Contro: Proprio come Lost tutti questi misteri possono a volte portare ad un cumulo di domande che potrebbero concludersi in un nulla di fatto ed in molti casi è già andata così in questi tredici episodi della serie di Porsandeh, ma trovandoci alla prima stagione forse è un errore che possiamo perdonare, così come la faciloneria nel gettarsi in argomenti scientifici forse un po’ raffazzonatati.

CONTINUMM

Continuum

Simon Barry è una delle persone da stimare, il suo Continuum nacque tre anni fa su Showcase, in Canada, ed è lì che è rimasta, portando alto il nome del Nord America nei canali televisivi di mezzo mondo. Nel 2077 Kiera Cameron/Rachel Nichols è una diligente agente di polizia del City Protective Service e a causa di un attacco terroristico dei Liber8 si ritrova improvvisamente 65 anni indietro nel tempo, dove i malfattori faranno di tutto per evitare che il loro futuro si avveri e lei dovrà impedir loro di riuscire nella missione. Ad aiutarlo ci sarà il classico geek teenager, Alec Sadler/Erik Knudsen e l’agente della polizia di Vancouver Carlos Fonnegra/Victor Webster.

Pro: Trama coinvolgente, con elementi di fantascienza e proiezioni nel futuro che a tempi alterni affascinano e ci ricordano che il 2012 in cui è ambientata inizialmente la serie è solo un pezzo del passato e non il nostro presente. La Nichols non è lì solo per fare la bellissima di turno, sa anche recitare, un buon motivo come Anna Torv lo era per Fringe.

Contro: Non c’è un grande finanziamento alle spalle, si tratta pur sempre di una serie canadese, e questo si fa palese negli effetti speciali che solo in rari casi possono esser visti come realistici o anche solo funzionanti. La rappresentazione del super-geek dal futuro splendido è una bella casualità ed uno dei propulsori della serie, ma anche uno dei difettucci un po’ forzati che ne intaccano la semi-perfezione.

FALLING SKIES

Falling Skies

Robert Rodat l’ha scritta e pensata, ma ad averla creata in realtà è stata la pubblicità di babbo Spielberg, il grande capo grazie a cui Falling Skies continua a vivere senza fermarsi. Siamo alla terza stagione e volendo giudicare solo dalla prima, la storia di un’invasione aliena e della lenta morte del genere umano sotto le armi dei tecnologicamente avanzati extraterrestri sa come difendersi. Noah Wyle è Tom Mason, un tempo insegnante di Storia Americana, che con la sua conoscenza e la sua intelligenza sprona un folto gruppo della resistenza a considerare il passato e ad imparare dai propri errori per combattere contro gli Skitters e tutte le altre razze dietro cui queste creature si nascondono.

Pro: Quando le chiacchiere sembrano prendere il sopravvento, emozionanti scene d’azione assumono il comando e combattimenti armati e a mani nude risollevano svariati episodi. Il lento disfacimento del plotone di Mason e del generale Dan Weaver/Will Patton, permettono anche di iniettare la giusta dose di adrenalina nello spettatore, sempre più coinvolto emotivamente nella guerra per la sopravvivenza dell’uomo.

Contro: Diciamocelo, a volte gli sceneggiatori non si sforzano più di tanto e qualche scena piuttosto nonsense rovina l’andatura della serie intera, così come le costanti lezioni di storia di Mason/Wyle non sempre sono interessanti come vorrebbero essere, e la troppa propaganda pro Stati Uniti d’America può essere fastidiosa quanto alcune sotto-trame un po’ patetiche.

REVOLUTION

Revolution

Sembrava essere una delle serie più promettenti quando a fine 2012 debuttò sulla NBC, ma Revolution, nato dalla penna di Eric Kripke e prodotto come al solito da J.J. Abrams, già a metà della sua prima stagione si è rivelato essere un po’ una delusione. Billy Burke/Miles Matheson è uno dei vecchi generali della Milizia che ha preso il potere quando l’energia elettrica di colpo scomparì lanciando il globo terrestre in un nuovo Medioevo. Ora è l’eroe che cerca di salvare la famiglia del suo defunto fratello, un uomo che sapeva più di tutti quanto stesse accadendo e perché, e scoprire come riportare l’ordine in quel che un tempo era il paese della libertà.

Pro: Il divertimento sta tutto nel vedere le varie location abbandonate, città ricoperte d’erba e gente armata di balestra che se ne va in giro in tutta tranquillità. A parte luoghi e luna park inquietanti, la devoluzione della popolazione è un concetto che molti temono ed interessa, nel caso in cui un evento simile dovesse mai avvenire per davvero, lasciandoci tutti di colpo con una conoscenza informatica assolutamente inutile.

Contro: La premessa poteva funzionare, ma col proseguire degli episodi tutto acquisisce un sapore già visto. Troppo del format è somigliante a Lost, a partire dalla suddivisione in flashback e presente, mostrando una certa scarsità di idee ed una propensione a deviare verso territori dove la caratterizzazione dei personaggi sembra non avere più alcuna importanza. Se mai ne aveva una.

DEFIANCE

Defiance

Al momento siamo in attesa di una seconda stagione in arrivo nei prossimi mesi, ma dalla prima possiamo già dire cosa la distingue da tutte le altre: Defiance è l’unica serie ad essere di fantascienza al cento per cento, senza equivoci. Una fantascienza di vecchia data, quasi fantastica, con tutte le sue razze aliene ed il pianeta mutato in seguito all’arrivo delle varie civiltà dal sistema di Votan. Rockne S. O’BannonKevin MurphyMichael Taylor, i creatori della serie, hanno immaginato una futuristica St. Louis diventata Defiance, una delle prima città dove tutte le razze tentano di convivere pacificamente. Ovviamente non sarà semplice come sembra e starà a Joshua Nolan/Grant Bowler in qualità di tutore dell’ordine, mantenere tutto al suo posto.

Pro: La varietà di razze lascia un po’ di spazio all’immaginazione, ed è bello vedere ogni tanto che non tutti gli alieni arrivano sulla Terra per ucciderci e che talvolta sono esattamente come noi, non solo nel fisico, ma anche nel comportamento: arroganti, presuntuosi ed insopportabili. L’ambientazione futuristica ed anche un po’ western ci rimanda ai bei tempi di Firefly.

Contro: Avremmo preferito che nessuna serie ci ricordasse Firefly e che rimanessimo con la creatura di Joss Whedon, ma la sorte ha deciso altrimenti ed i pro di Defiance sono anche i suoi contro: nessuna razza aliena vive come l’uomo, imprevedibile in tutte le sue sfaccettature, ma ognuna di loro è specializzata in un determinato campo, come se fossero nati per essere una sola cosa. Un po’ troppo retrò per i nostri tempi.

THE TOMORROW PEOPLE

The Tomorrow People

Abbiamo parlato degli adolescenti alieni insieme agli umani a scuola in Star-Crossed e dei ragazzini criminali in The 100, ed ecco la terza serie di fantascienza in onda sulla CW: The Tomorrow People. Creata da Roger Price, è la solita storia di come l’uomo si stia in realtà evolvendo di nascosto e questi nuovi “poteri” sono le tre T: teletrasporto, telecinesi e telepatia. Stephen Jameson/Robbie Amell da poco ha scoperto le sue abilità e le sue origini, così come una sotterranea guerra tra umani e i cosiddetti “tomorrow people”, dove lui non vorrebbe entrare, ma che suo malgrado sarà costretto a vivere sulla sua pelle.

Pro: Se non altro possiamo provare ad immaginare nuove applicazioni di tutti questi poteri, anche se sono ormai decine e decine di anni che il cinema, la televisione e la letteratura ci ripropongono questi super-poteri. Non ci sono altri pro, se non quelli che possiamo cavar fuori noi per puro divertimento, come un gioco alcolico ad ogni cliché risputato fuori.

Contro: Non ce ne sono neanche qui, a meno che non si desideri sparare sulla croce rossa, tant’è che la serie, così come Star-Crossed, sembra che morirà molto presto sotto i duri colpi degli ascolti bassissimi che sembrano averla colpita. Di queste trame ne abbiamo sentite fin troppe e non sembra che Price si sia dato da fare nel tentare di essere originale rispetto ad altri serial. 

COSMOS: A SPACE-TIME ODYSSEY

Cosmos: A Space-Time Odyssey

Sì, non c’entra proprio niente con la fantascienza, ma il suo posto è insieme a loro. Cosmos: A Space-Time Odyssey, già trasmessa in Italia dal 16 Marzo con una sola settimana di differita e col titolo Cosmos: Odissea nello spazio, è un reboot della mini-serie cult creata da Steven Soter, Ann Druyan e il leggendario divulgatore scientifico ed astrofisico Carl Sagan. Negli anni Ottanta fu un vero boom, arrivò anche in Italia e fu mandata in onda nella trasmissione del nostro altrettanto leggendario Piero Angela, ed ora grazie al denaro di Seth MacFarlane e al nuovo conduttore, Neil deGrasse Tyson, è tornata per parlarci del mondo della scienza attraverso un pizzico d’immaginazione, che in un certo senso la rende una serie di fantascienza, ma di fantastico in realtà, non c’è nulla.

Pro: Tyson non ha dimenticato chi c’era al suo posto trent’anni fa e non perde occasione di ricordare l’importanza di Sagan non solo nel mondo culturale degli Stati Uniti, ma anche nel suo personale universo, un cosmo che condivide con tutti con una sana dose di romanticismo inaspettata da un divulgatore spesso noto per il suo cinismo ed i suoi sarcastici attacchi ai dogmi religiosi.

Contro: Purtroppo sempre minore è l’interesse per la scienza reale ai giorni nostri, la si mette da parte e dimentica di volta in volta e gli ascolti sono bassi, motivo per cui potrebbe essere cancellata anzitempo. Non è un difetto della serie stessa, perché al momento non ne ha alcuno, ma è un contro che purtroppo va tenuto in considerazione.

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