Unfacebook (Stefano Simone, 2011)

di Roberto Manuel Palo.

Tutto sommato, questo film è stata una piacevole sorpresa rispetto alle aspettative che avevo. Non un capolavoro, certo, ma alla sufficienza piena e meritata ci arriva sicuramente essendo un lavoro indipendente fatto praticamente con pochi euro a disposizione. Sono due le cose che lo inguaiano: la prima è il trailer, francamente molto scadente e che non rende per niente giustizia al prodotto finale che lo spettatore andrà a visionare; la seconda è il titolo. Non so chi abbia dato l’idea al regista Stefano Simone o se è stata sua, ma non si può proprio sentire.  La sceneggiatura è tutt’altro che scadente e bisogna fare sicuramente i complimenti al trio Pia Conoscitore, Dargys Ciberio, Antonio Universi.

La pellicola parla di un prete (Giuseppe La Torre) appassionato, in particolare, di informatica e di tecniche ipnotiche. Ascoltando le confessioni dei parrocchiani e costretto a perdonarli, per volontà di Dio, con qualche preghiera, decide di farsi giustizia da sé tramite un virus che immette nel cervello via cellulare e e-mail e che induce la persona al suicidio. Dopo l’apertura del social network Unfacebook, il prete cambia strategia. I giovani Unfacebookiani contraggono il suo virus tramite un gioco, divenendo così preda di un raptus omicida.

La prova degli attori non è male dal punto di vista della mimica e della presenza scenica. Ciò che preoccupa è l’intonazione vocale che…avete presente quando Marina Massironi presentava i bulgari? Ecco! Sarebbe stata opportuna una sessione di doppiaggio. Una nota di merito va fatta a Giuseppe La Torre che interpreta in maniera egregia la parte del prete. Ho provato molta simpatia, invece, per il questore Tonino Pesante.

Unfacebook si divide in due parti: una prima parte ottima, in cui capiamo le intenzioni del prete, assoluto protagonista, e assistiamo ad alcuni suicidi veramente non male dal punto di vista del make-up grazie a Lorenzo Giovenca e Giuliano Giacomelli; una seconda  in cui vengono vanificati tutti gli sforzi fatti in precedenza. Giovenca e Giacomelli continuano a fare un ottimo lavoro dal punto di vista della resa degli omicidi, ma è l’attenzione che viene a scemare fino ad arrivare al finale-non finale. La prima cosa che ci si chiede è perché Simone abbia deciso di far virare la bellissima idea del virus che porta al suicidio all’idea unfacebookiana di portare le giovani menti all’omicidio, è uno di quei cambi registro che avrebbe meritato almeno un cinque minuti di “spiegone”. Tralasciando il fatto che l’idea del suicidio era molto più inquietante e coinvolgente dei soliti omicidi da posseduto, c’è da dire che, appena si passa a questa fase, il prete sparisce quasi completamente dalla scena.

Le musiche di Luca Auriemma sono stupende, mai fuori luogo e abusate, una vera gioia per le orecchie, un omaggio a Brizzi e ai grandi compositori dei thriller anni ’70.

In conclusione possiamo dire che Unfacebook merita una pubblicità attraverso i festival e il passaparola sulla rete. Perché? Per dare un’opportunità a Stefano Simone di gestire un budget più alto e di cimentarsi in un lungometraggio fatto come Dio comanda. Partendo dall’ottima parte iniziale di questo film (tratto da un racconto di Gordiano Lupi), spero che Stefano Simone avrà idee sempre migliori. Spero anche che non abbia l’idea di intitolare il nuovo progetto Untwitter o UnGoogle+ (mi chiedo perchè non abbia dato il titolo del racconto, Il prete, anche al lungometraggio: ). Le qualità da regista ci sono e ci sono anche bravi collaboratori da riconfermare.

See You Soon

8 pensieri su “Unfacebook (Stefano Simone, 2011)

  1. forse l’attore che interpretava il prete aveva altri impegni e quindi si è dovuto fare una scelta del genere ragazzi giocano su facebook,possessione e via alla carneficina.
    Auguro Buonafortuna al regista,che possa girare con mezzi migliori

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  2. ho visto il film di Simone alla sua “prima” a Calcata e penso sia un prodotto veramente scadente,fatto con attori veramente “imbarazzanti”..Mi associo alla recensione:il titolo veramente non si puo sentire..Nel complesso a mio dire (che sono un giornalista che si occupa del genere)non arriva al 4 in pagella..

    Rimandato Simone alla prossima puntata

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    1. Sugli attori siamo d’accordo e anche sulla resa complessiva del prodotto. Infatti l’ho specificato che, se fosse stato distribuito nelle sale, mi sarei sicuramente scagliato contro questi due fattori con il massimo della cattiveria. Però ho pensato, mentre ragionavo sul cosa scrivere, che forse si poteva sorvolare su questi punti in quanto sicuramente il regista ha dovuto chiamare a recitare qualche amico che non penso abbia fatto alcuna scuola di recitazione e che nemmeno sappia cosa sia la recitazione. Perciò ho scritto che nella mimica e nelle movenze non erano poi così disastrosi come le credenziali avrebbero potuto far immaginare.
      Però Giuseppe La Torre, a mio avviso, se l’è cavata benissimo e il film scade moltissimo quando sparisce dalla scena. La prima parte della pellicola io la ritengo di buona fattura, almeno dal punto di vista dell’idea. Sono d’accordo con Lei che il prodotto diventa scadente per i motivi citati in recensione quando si passa agli omicidi. Forse ho esagerato un pochino a dire che il prodotto è stato sufficiente, ma credo che questa mia valutazione sia stata dettata proprio dal ridicolo titolo e dal trailer che non mi avevano fatto pensare a nulla di buono. Del buono che poi, anche se poco, ho trovato.
      Sul rimandare alla prossima puntata, sono pienamente d’accordo con Lei e la ringrazio di questo commento visto che è un professionista e c’è sempre da imparare. E’ un onore averla qui a seguirci:D

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  3. Ero presente anche io a Calcata e sinceramente questo film non mi ha fatto una buona impressione..sono d’accordo con il buon vecchio Mario(è sempre un piacere vederti e salutarti)..io credo ci sia stata una involuzione:Simone mi mandó i suoi film a casa e sinceramente un 5,5 glielo avevo attribuito..unfacebook è davvero da 4 in pagella..bisogna sempre migliorarsi e non credere già di essere arrivati solo perchè sei presente ad un convegno di horror con altri talenti(Alemá e altri)..
    Saluti

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    1. Sono d’accordo con Lei sul fatto di doversi sempre migliorare e non adagiarsi sugli allori. Se la prossima prova di Simone non è all’altezza della situazione, non ha attenuanti e verrà trattato di conseguenza. Anche perchè, confesso, questa è stata la prima opera che ho visto del regista. Mi sono informato, prima di scrivere, e ho visto che ha già all’attivo un sacco di corti e un lungometraggio precedente. La domanda me la son posta:”Perchè ancora è misconosciuto nonostante tutti questi lavori?”. La seconda parte del film e la prova generale degli attori, nonchè la qualità delle immagini me l’hanno fatto intuire. Ma vista (e lo ripeto) la buona prima parte e la bella interpretazione di La Torre oltrechè le musiche di Auriemma e il make-up quelle poche volte che ce n’era bisogno, ho pensato, forse esageratamente, che la pellicola fosse stata sufficiente.

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    1. Saluto ricambiato assolutamente. Io, attualmente, ho il computer in riparazione e prendo in prestito il portatile quando è libero. Quindi scrivo poco, ma leggo comunque. Appena ritorno a pieno ritmo, vengo a farti visita attiva e non solo di lettura anch’io:D. A presto.

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