di Fausto Vernazzani
Se siete un produttore o unagenzia di vendita, il film di vostra fattura dovrà essere spedito ai seguenti festival se si vuole aprire con tutti gli onori e grandi speranza: il festival di Berlino a Febbraio, il festival di Cannes a Maggio ed il Toronto International Film Festival (TIFF) tra fine Agosto e inizi Settembre. Il Festival di Venezia, questo 2013 immediatamente prima di Toronto, è stato scalzato via dal Canada, dove il numero di acquisizioni dalle case di distribuzione la dà vinta ad un evento molto meno glam della nostra storica Mostra dArte Cinematografica. Lultimo smacco è arrivato con lannuncio delle presentazioni speciali del Festival di Toronto, dove numerose World Premiere si sono presentate lasciando a bocca asciutta la Mostra di grandi nomi che ci si aspettava potessero indossare il loro smoking tra le acque della laguna. In attesa del programma completo di entrambe le iniziative di tarda estate, vi presentiamo qui i dieci titoli imperdibili in prima mondiale a Toronto dal 5 al 15 Settembre.
Visitors è un film rimasto impresso nella nostra memoria sin da quando è stato aperto il (vuoto) sito internet che lo pubblicizzava, ma rimanere indifferenti di fronte al ritorno di Godfrey Reggio e Philip Glass, regista e compositore, dopo lavventura della bellissima trilogia Qatsi, è impossibile. Non sarà facile riuscire a reperire questo film in Italia, non finché qualcuno non faccia la coraggiosa decisione di distribuirlo nel nostro paese, dove in realtà mancano le sale adatte per poter proiettare una meraviglia in 4k, così com’è anche accaduto per Samsara, il celebrato capolavoro di recente produzione di un altro grande regista di questo genere cinematografico: Ron Fricke. Possiamo solo essere certi che il CD della colonna sonora di Glass sarà un acquisto da fare assolutamente.
Prisoners è stato già ampiamente anticipato con un trailer pubblicato tempo fa, anche qui su CineFatti. Linteresse per questo esordio americano del canadese Denis Villeneuve nasce ovviamente dallentusiasmo di vedere il regista del perfetto Incendies tornare dietro la macchina da presa. Lhype è certamente aiutato da un cast stellare con Hugh Jackman in prima linea, accompagnato da delle solide truppe in cui sono inclusi il giovane ed eccellente Paul Dano, Viola Davis, Terrence Howard e Jake Gyllenhall. La storia di due bambine rapite e mai ritrovate, di un padre che decide di cercare la giustizia da solo senza aver la certezza di star seguendo la strada giusta, è stato negli anni passati affossato nella black list delle sceneggiatura, da cui poi il ripescaggio lha liberata per renderla una delle più interessanti di questanno.
Ida non conta un regista famoso a livello globale, ma i colori di My Summer Of Love hanno incantato tutti, ed il suo stile tra lest-europeo e linglese ne fanno un autore unico: stiamo parlando di Pawel Pawlikowski. Vincitore più volte di un BAFTA, grazie ai suoi Last Resort e My Summer Of Love, grazie a cui una giovane ed esordiente Emily Blunt ha iniziato a farsi strada, Pawlikowski tenta la via del bianco e nero con la vicenda ambientata negli anni Sessanta di una novizia avviatasi in un convento polacco che poco prima di prendere i voti scopre un terribile segreto di famiglia con radici ben affondate nella non troppo lontana storia nazista. Cè da aspettarsi un solido dramma con un gusto estetico raffinato, una premiere da tener docchio proprio perché lontana dai riflettori.
Half of a Yellow Sun di Chimmanda Ngozi Adichie è un romanzo che ha fatto scalpore al momento della sua pubblicazione nel 2006, stampato in Italia nel 2011 col titolo Metà di un sole giallo da Einaudi. Il racconto segue due ragazze educate in Inghilterra e cresciute in Nigeria, le cui storie si intrecciano come un romanzo damore prima, come una tragedia familiare poi, il tutto stravolto dai tragici eventi della guerra del Biafra, la guerra civile nigeriana che devastò lo stato africano dal 1967 al 1970. La trasposizione cinematografica del romanzo di Ngozi Adichie è stata affidata al nigeriano Biyi Bandele, drammaturgo, scrittore e regista teatrale al suo esordio dietro la macchina da presa, con nel cast Chiwetel Ejiofor e Thandie Newton. Storie così drammatiche non possono non esser cercate, specie quando affidate a chi quel paese lo conosce e lo porta nel sangue.
Enough Said al momento è una frase famosa grazie al trash prodotto dal SyFy Channel, Sharknado, fortunata tagline destinata ad esser cancellata dalla memoria in favore della nuova commedia indie della regista Nicole Holofcener. Iniziò la sua carriera con Walking and Talking, si fece amare ancor di più con Friends with Money e nel 2010 si aggiudicò su molte riviste il titolo di una dei migliori registi dellanno col bellissimo Please Give, ma la sua carriera è stata impreziosita anche dalle sue partecipazioni ad amate serie televisive come Sex and the City e Six Feet Under. A Toronto torna ora con una nuova storia di famiglia ed amicizia, con le vicende di una donna che inizia a frequentare lex-marito di una sua nuova amica, e questultimo sarà lormai deceduto James Gandolfini, a cui faranno compagnia due ottime attrici come Catherine Keener, feticcio storico della regista, e Julia Louis Dreyfus.
The Double fu scritto nella prima metà dellOttocento da Fëdor Dostojevskij, un inquietante ed angosciante racconto in cui un comune impiegato dello stato si trovava a dover confrontarsi con il suo doppio: un uomo a lui identico nel corpo, ma migliore sotto ogni altro aspetto. A portarlo al cinema sarà lattore comico inglese Richard Ayoade, salito alla ribalta col suo adattamento di Submarine, romanzo poco conosciuto fino al momento delluscita del film, dimmediato successo. La speranza è che il talento di Ayoade bissi a Toronto con questa sua avventura semi-americana, con Jesse Eisenberg e Mia Wasikowsa nei ruoli principali, tratta da un noto racconto di uno dei più importanti e grandi scrittori di sempre. Un tentativo che solo per lidea merita di essere visto ed esaminato.
Attila Marcel è un film di Sylvain Chomet. Potrei concludere solo con queste otto parole, uno dei più straordinari registi dellanimazione contemporanea merita sempre un posto di riguardo e tra le acquisizioni del TIFF di questanno, Attila Marcel è sicuramente una delle più interessanti e promettenti di tutte. Dopo il magnifico Appuntamento a Belleville e Lillusionista, Chomet, come i colleghi (semi)francesi Satrapi e Paronnaud con Pollo alle prugne, passa al live action, ma non sembra in alcun modo voler abbandonare il suo stile che unisce la tenerezza ad un particolare tono grottesco degno delle migliori fiabe di Roald Dahl. La trama? Il TIFF la presenta come un misto tra Buster Keaton e Jacques Tati, in cui protagonista è appunto Attila Marcel, un ragazzo muto e di buon animo i cui ricordi dinfanzia scatenano delle magnifiche fantasie musicali.
12 Years a Slave, il grande schiaffo alla Mostra dArte di Venezia, il nuovo attesissimo film di Steve McQueen era dato per scontato tra le opere in concorso alla Biennale, ma la sua World Premiere ha preferito attendere per un festival più deciso nella sua scelta di voler parlare di Cinema. Tratto dallautobiografia omonima di Solomon Northup, racconta di un uomo di colore nato libero a New York e poi rapito e venduto in una piantagione di cotone in Louisiana prima della Guerra Civile Americana. Nella parte di Solomon Northup si cala Chiwetel Ejiofor, uno dei due attori e grandi protagonisti di Toronto 2013, insieme a Benedict Cumerbatch, anche nel cast di McQueen, cast stellare dove, ovviamente, compare anche il fedele Michael Fassbender, la cui carriera ha preso il volo proprio grazie al regista in questione. Sicuro è che Spike Lee questa volta non avrà nulla da dire, e il cambio di tono e ambientazione rispetto ad Hunger e Shame può aprire le porte a molte sorprese.
Mandela: Long Walk To Freedom è un film in uscita in un momento particolare per Nelson Mandela, la cui vita sembra essere sul filo del rasoio. Sceneggiato da William Nicholson, autore di opere importanti come Viaggio in Inghilterra, Les Misérables e Elizabeth: The Golden Age, questo è il punto di forza di Mandela, non certo il regista Justin Chadwick, il cui curriculum include il pessimo Laltra donna del Re, ma anche The First Grader, pellicola in cui il tema africano era già stato preso come protagonista. Sarà questo forse il motivo che avrà convinto i produttori a scegliere lui per guidare il fantastico Idris Elba nel ruolo di una delle figure più importanti del secolo scorso. Molti numeri non sono a favore di questo biopic dal tempismo particolare, ma la speranza è che, rimanendo fedele al passato del genere, ci si possa trovare di fronte ad uninterpretazione da Oscar, premio a cui di sicuro Elba punterà.
For Those Who Can Tell No Tales è lultimo di questa mitica decina, il meno conosciuto e meno riconoscibile di tutti, ma dopo aver visto il trailer si rimane colpiti da quanto la bosniaca Jasmila bani? sia riuscita a trasmettere. Sulla strada è lultimo suo film che gli italiani possono ricordare, e ora con soli 72 minuti di film, la bani? ci porta in una simpatica, quasi alleniana allinizio vacanza con la sua protagonista australiana in viaggio in una città al confine tra Bosnia e Serbia, dove la gente sembra essere riuscita fino ad oggi a mantenere un macabro segreto su quanto accadde durante la guerra dei Balcani. Da commedia a dramma angosciante, in poco tempo il trailer infonde un sospiro di paura e gelo, lasciando solo all’immaginazione non il compito, ma il dovere di cercare la verità e possiamo essere sicuri che la regista non si lascerà scappare loccasione di sconvolgere lo spettatore.
La conclusione va accompagnata con la banale dicitura del ma tanti altri sono i film che meriterebbero di essere visti. Non si dovrebbe lasciare mai da parte Jason Reitman, così come anche Ralph Fiennes ed il suo tentativo di incarnare il maestro Charles Dickens, ma anche la nuova opera di David Mackenzie (il suo Perfect Sense era incantevole), Paul Haggis, John Carney con una nuova storia damore con al centro una chitarra, ed il primo grande ruolo cinematografico per Benedict Cumberbatch, in The Fifth Estate nei panni di Julian Assange. Non si finirebbe mai di parlare, volendo anche solo citare tutte le Premiere Nord-Americane (Agnieszka Holland, Hany Abu-Assad, Kiyoshi Kurosawa e Andrzej Wajda al top), le internazionali e così via, in cui rientrano molti titoli oggi annunciati tra i concorrenti principali della Mostra dArte di Venezia, il cui catalogo sembra essere di gran lunga inferiore a Torono. Insomma, Toronto 1 Venezia 0.





Un pensiero su “Toronto International Film Festival: 10 Film da non perdere”