Lisey's story - CineFatti

Ci leggiamo Later – CineKing #13

Le grandi notizie arriveranno Later, con Lisey

Sono trascorse ormai svariate settimane dall’uscita di Later nelle librerie italiane, suppongo sia giunto il momento di parlarne brevemente, no? Ammetto di non essere ancora riuscito a concluderlo, sono ben oltre la metà e per quanto gradisca il gioco sento ben poco a cui aggrapparmi per poter sparare qualche frase fatta come Il Re è tornato. Per amor di questa rubrica mi fermerò qui, lo scopo è parlare di adattamenti e del legame di King col cinema e dunque la mia curiosità segue ogni pagina con l’intento di immaginarne una trasposizione: sarebbe possibile farla senza calpestare Il sesto senso?

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La copertina alternativa del romanzo

Per chi non lo sapesse o ignorasse volutamente il mondo di Stephen King, il suo ultimo romanzo Later racconta la storia di Jamie, un bambino col dono di poter vedere e parlare coi morti. Sua madre ha invece in dote l’eredità tipica dei personaggi kinghiani: tende all’alcolismo e lavora nell’editoria, come editor e agente di scrittori che potremmo benissimo vedere nel catalogo della Hard Case Crime che Later l’ha pubblicato. Jamie ricorda molto il piccolo Cole, il loro dono è praticamente identico, ma così com’è l’abbiamo già visto altrove, ad esempio in ParaNorman e col commissario Ricciardi.

La differenza fra questi è nel rigirare il coltello nella piaga, sottolineare il trauma mentale di un bambino costretto a dei tête-à-tête con gente morta malissimo. Un passaggio mi ha ricordato tantissimo una scena de Il sesto senso, film della cui esistenza King è ovviamente consapevole al punto da citarlo sin dal principio, un po’ come a scacciare ogni fastidiosa presunzione del fedele lettore malpensante. Dovendolo tradurre su schermo sarebbe però una bella sfida, magari concentrata sul cuore del romanzo, ovvero l’incontro con Thumper, il serial killer bombarolo morto suicida rimasto incastrato nella vita di Jamie.

Sono molto curioso di arrivare al finale e vedere come King personalizzerà una storia così simile a un’altra tanto radicata nel nostro immaginario contemporaneo. Al momento è sicuro che Thumper lo immagino con l’aspetto di Mark Margolis, anche se l’età dubito coincida col personaggio. La madre Tia invece ha gli occhi azzurri di Carla Gugino, mentre la poliziotta Liz per me è Fairuza Balk. Sì, mi sono fatto un fake casting mentale durante la lettura, ormai King lo avvicino tenendo sempre in considerazione quello che può essere il futuro adattamento. Ed è sicuro che anche Later lo avrà, c’è poco da fare.

La storia di Lisey è alle porte

Passo ora alla vera e unica grossa notizia del mese: La storia di Lisey debutterà su Apple Tv+ il prossimo 4 giugno. Sapevo sarebbe arrivata in estate, non immaginavo sarebbe stato addirittura in tarda primavera, coi mille dubbi ancora circolanti sulle riprese inconcluse a causa Covid. A quanto pare Pablo Larraín ha concluso da un pezzo la produzione ed è pronto a lanciarci dentro una delle storie più tragiche del nostro amato Re di Bangor, non dico personale perché bene o male gran parte dei suoi romanzi contengono un brano della sua mente e carne, La Torre Nera letteralmente più di ogni altro.

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Lei mi basta a convincermi che qualcosa di buono deve esserci.

La storia parte come un mucchio d’ossa inverso, stavolta a morire non è la moglie dello scrittore, ma il contrario. Lisey sopravvive alla sua metà famosa – e qui c’è il collegamento con la buona Tabitha King – e deve confrontarsi coi vari mostri emersi dal lutto. Alcuni sono umani, altri invece il prodotto di una fervida immaginazione, se così possiamo definirla. Vanity Fair ha anche pubblicato una marea di foto, lanciando nell’internet ogni possibile esca in un colpo solo: la protagonista Julianne Moore, Clive Owen (reunion post-Children of Men), Dane DeHaan, Ron Cephan Jones e Joan Allen.

Quest’ultima sarà un piacere rivederla in panni kinghiani dopo quella mezza tacca di A Good Marriage, una storia dal grande potenziale ridotta a poca cosa. La sua intepretazione però mi è cresciuta dentro e il primo piano che vediamo nel frame qui sotto mi conquista in un attimo. Le aspettative sono dunque elevate, La storia di Lisey è un gran romanzo – devo fiondarmi a rileggerlo, perché lunedì 7 giugno partirà il diario su CineFatti – e Pablo Larraín uno dei migliori registi contemporanei. Sarà anche l’ottima occasione per un ripasso della sua filmografia, anche col recupero di Ema che ancora devo vedere.

Julianne Moore's Lisey trying to reach her catatonic sister
Julianne Moore e la catatonica Joan Allen

Se avessi un dollaro…

Sfortunatamente, questo mese non vi sono altre notizie di rilievo, sappiamo però che a giugno ci sarà un altro evento kinghiano: inizieranno finalmente le riprese de L’incendiaria. Attendo con ansia ache quella trasposizione, soprattutto perché Keith Thomas non ha mai smesso di parlarne e adesso vorrei vedere quelle parole diventare fatti. Mi aspetto come minimo un mezzo capolavoro per come lo presenta a ogni occasione, ma scherzi a parte voglio dargli fiducia, è un giovane regista pieno di entusiasmo ed è anche giusto ci disintegri i cosiddetti raccontandoci quanto è contento del suo lavoro.

Teniamo invece gli occhi aperti per un’occasione speciale, il Dollar Baby Film Festival. Iniziativa online organizzata da Baker Street Cinema che spero sarà aperta al mondo intero e non geo-blocked al Nord America: da venerdì 23 a domenica 25 aprile saranno proiettati venticinque cortometraggi tratti/ispirati dai suoi racconti disponibili nel progetto dollar babies. Per farla breve, Stephen King mette a disposizione alla cifra simbolica di 1$, i diritti per l’adattamento di un gran bel gruppetto di suoi racconti. Questo causa spesso l’entusiasmo di giornalistucoli che scrivono articoli dai titoli sensazionalistici in cui indicano qualche cittadino di sperduti paesi di provincia che avrebbe conquistato King in persona, convincendolo a cedere i diritti alla cifra pazzesca di 1$. Sì, certo. Succede davvero, anche troppo spesso, usare google/bing è troppo complicato.

A proposito di google/bing e vari ed eventuali, il web non mi regala ulteriori notizie kinghiane da diffondere. Abbiamo un altro mese di quiete e poi chissà, spero al prossimo CineKing potremo parlare del teaser/trailer, magari anche tornare a discutere del bellissimo the Kingcast con cui sono in ritardo pauroso. Voi lo state seguendo? Se sì, battete un colpo e magari indicatemi alcuni degli episodi imperdibili degli ultimi due mesi – Flanagan ovviamente sono tornato ad ascoltarlo. Nel frattempo io mi preparo, la storia di Lisey ci aspetta e non possiamo assolutamente farci trovare impreparati. L’estate si avvicina e non c’è stagione più kinghiana. Ci si rilegge fra un mese, convinto che avremo tanto, tantissimo di cui parlare.

4 pensieri su “Ci leggiamo Later – CineKing #13

  1. Anche io non ho ancora finito Later, e sì che si tratta di un libro relativamente breve. Mi mancano ancora una cinquantina di pagine, ma per qualche motivo non mi viene mai da prendere il libro e finirlo. La verità è che lo trovo abbastanza superficiale e che abbia sprecato un buon potenziale: tutta la storia di Thumper che fa da stalker avrebbe potuto dare il via a un thriller psicologico sulla paranoia di un bambino che non può difendersi e non può dire nulla alla madre. Se l’avesse trattato come uno dei suoi romanzi-fiume secondo me avrebbe potuto essere bellissimo, così come è mi sembra abbastanza dimenticabile. Se effettivamente dovessero sviluppare di più questo aspetto in un eventuale film, come suggerisci nell’articolo, lo guarderei più che volentieri. L’unico momento che mi ha davvero fatto saltare è stato il riferimento a bruciapelo a It: non l’avevo visto arrivare, e quando lo spara così dal nulla ho trattenuto il fiato.

    Il tempo stringe e non ho ancora iniziato nemmeno Storia di Lisey; sono indietrissimo con la tabella di marcia! Farò in modo di finire al più presto Later per potermi dedicare a quello ed essere pronto per l’inizio della serie – sperando che questa volta il tuo diario ci possa regalare qualche gioia in più rispetto a The Stand!

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    1. Sì, non sono avanti come te con Later – ma perché ormai sono azzeccatissimo a qualsiasi cosa scriva la giornalista Francesca Mannocchi, straordinaria – ma la sensazione è la stessa. Se non fosse stato di Stephen King probabilmente dalla trama non sarei neanche stato attirato al punto di acquistarlo. La storia di Lisey invece l’amerai, l’ho letto quando uscì, qundi è passato un miliardo di anni, mi ci ributterò sopra il prima possibile. Voglio sperare uno come Larrain darà soddisfazioni, per la miseria, credo sia uno dei registi più importanti e fuori dagli schemi – che ci si aspetterebbe da qualcuno portato a trasporre King – ad aver mai deciso di lavorare su un testo del Re. Sono curiosissimo.

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      1. Poi ieri mi sono messo e l’ho finito; confermo il mio pensiero, carino ma molto superficiale, secondo me. Non si è impegnato granchè, ed è davvero un peccato, uno come King anche con un soggetto non proprio originale nei suoi tempi d’oro avrebbe comunque tirato fuori un ottimo libro.

        Ho già messo La Storia di Lisey sul Kobo e conto di iniziarlo appena possibile. Ho anche dato un’occhiata al cast e mi sembra davvero ottimo: Julienne Moore è un’attrice che amo davvero moltissimo!

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      2. Julianne Moore, Clive Owen, Joan Allen, anche Dane DeHaan sto iniziando ad apprezzarlo, devo ammettere. Grandissimo cast e regista eccezionale Pablo Larrain. Ho alte aspettative, direi altissime se non fosse che alla sceneggiatura c’è proprio Stephen!

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