Bird Box - CineFatti

Bird Box e l’apocalisse che non può essere vista

L’effetto non vedo di Bird Box

La risposta di Susanne Bier per A Quiet Place: è questo che si legge in giro.

Non sono quasi mai d’accordo con questo tipo di titoli, per me nessuno risponde a nessuno e ognuno fa il proprio film, ma se proprio vogliamo ragionare in termini giornalistici, possiamo dire che Bird Box risponde al non sentire del film di Krasinski col non vedere.

Nel lungometraggio di Susanne Bier le creature non devono essere viste, pena il suicidio. A differenza di A Quiet Place, dove era ben visibile l’oggetto delle aggressioni, il mistero pervade tutto il film: soltanto degli schizzi su un foglio fatti da un pazzo danno una mezza idea del pericolo che incombe sulla Terra.

Come uccellini in gabbia

Bird Box é un titolo azzeccatissimo non solo perché gli uccelli in gabbia sono fondamentali per sapere quando i mostri si avvicinano, ma anche perché i sopravvissuti sono al sicuro solo in luoghi chiusi e con le finestre sprangate o coperte da tende scure.

Malorie (Sandra Bullock), con i suoi due bambini che chiama Boy (Julian Edwards) e Girl (Vivien Lyra Blair), deve raggiungere un posto sicuro che si trova al di là del fiume. I tre escono bendati e le raccomandazioni di Malorie sono di non parlare e non togliersi la benda qualsiasi cosa succeda.

Questo è l’incipit che poi, con l’aiuto dei flashback, viene spiegato. Scopriamo che l’apocalisse è cominciata cinque anni prima quando Malorie era incinta di Boy e viveva con Jessica (Sarah Paulson).

Quando tutto ha inizio, Malorie riesce a rifugiarsi nell’appartamento di  Douglas (John Malkovich) assieme ad altre persone, tra cui Tom (Trevante Rhodes) e Olympia (Danielle MacDonald), anch’essa in attesa di una bambina.

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L’empatia dietro la benda

Bird Box è un buon thriller: in special modo nella prima ora la tensione è palpabile e le scene esterne danno un senso di (s)gradevole incertezza. La stessa che ritorna ogni volta che qualcuno bussa alla porta.

Ci si può fidare? È un’illusione? Ha la benda sugli occhi? Chi mi dice che non l’ha messa solo quando ha bussato? Tutte cose che invitano ad avvalersi di un fucile a pompa da puntare costantemente sui nuovi coinquilini.

L’immedesimazione personaggi/spettatori è senz’altro resa possibile dalla bravura di tutti gli interpreti, autori di un’ottima performance collettiva (compresi i due bambini) che regala empatia nonostante il limitato sviluppo dei characters della sceneggiatura di Eric Heisserer, ispirata a un racconto di Josh Malerman.

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Dove ho già visto questa scena?

La nota dolente arriva nelle scene domestiche, dove l’attenzione cala drasticamente a causa dei dialoghi – poco pertinenti rispetto al contesto – e bisogna aspettare che arrivi l’imprevisto  per fortuna sempre dietro l’angolo – a ridare verve alla storia.

Oltre a A Quiet Place sono evidenti rimandi alla trilogia degli zombi romeriana ma ancor di più a The Mist (le creature e la location del supermercato) e, per la scena del bosco, sia a Lost che ai demoni de La Casa.

Bird Box per la Bier è una esperienza in un genere nuovo, quello del thriller soprannaturale, ma la regista danese se la cava in maniera egregia, anche perché dietro il thriller si nasconde il dramma di una donna incapace di connettersi con gli altri, costretta a essere madre e a superare le proprie paure per far sopravvivere i suoi bambini.

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Buon inizio, continua così

E questo sì che è territorio di Susanne Bier, capace di donarci momenti straordinariamente emozionanti (l’inizio del film, la scena dalla ginecologa) attraverso i quali introdurci all’arduo cammino di Malorie verso la salvezza materiale e, soprattutto, spirituale raccontataci da un commovente finale.

Non resta che fare il tifo per lei e per tutte le persone che incroceranno la sua strada: che la Bier continui così, perché è la direzione giusta.

Roberto Manuel Palo

Voto: 3.5/5

4 pensieri su “Bird Box e l’apocalisse che non può essere vista

    1. Pienamente d’accordo, specialmente nella seconda parte del film ci sono dialoghi un po’ pesanti e lungaggini inutili. Però sono difetti sulla quale si può tranquillamente sorvolare e Bird Box è da consigliare a tutti :)

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  1. Certi spunti da altri film sono evidenti, hai detto bene, tanto che io ad esempio ci ho visto dentro una buona dose del più pauroso The Ring. In ogni caso la visione è piacevole, quindi è davvero un “buon inizio”, come suggerisci!

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