Loveless-Cinefatti

Ghiaccio, vodka e Loveless

Loveless. Reggere al colpo

È un film che non perdona, non riscatta e abbandona ogni benevolenza Loveless di Andrej Zvjagincev, e mentre lo guardi non puoi fare a meno di sentire la voglia di un bicchiere di vodka, ben ghiacciato. Non per spossarsi s’intende, ma per reggere al colpo.

L’inverno. Dentro e fuori

Una coltre di ghiaccio e neve avvolgono le foreste verdi di Mosca e nonostante il gelo, è in queste distese lunghe di alberi dai rami alti verso il cielo che Alexey (Matvey Novikov) si sente al sicuro.

Il gelo di Mosca non è mai come quello che respira ogni giorno a casa, tra due genitori in procinto di divorziare, preoccupati più della propria reputazione e degli averi da spartirsi, che del volto spento del loro unico figlio.

Un matrimonio senza amore

Zhenya (Maryana Spivak) e Boris (Aleksey Rozin) non si sono mai amati, o almeno lo credono da quando hanno iniziato a ricrearsi una vita con qualcun’altro.

Lei tra le braccia rassicuranti di un uomo più grande e lui pronto a risentirsi in vigore grazie alle premure di una compagna giovane e innamorata.

Sono troppo entusiasti e occupati da questo nuovo inizio per ricordarsi che il piccolo Alexey non è un capitolo del passato, ma una pagina costante del loro presente.

Fuga nel silenzio

Nel trascorrere di una vita apparentemente indaffarata, ma metodica, precisa e ripetitiva, prima o poi c’è bisogno di una scossa. E se gli adulti non sono pronti, perché troppo occupati a raccogliere emozioni fugaci per illudersi di aver voltato pagina e fare pace con rimpianti e rimorsi, allora ci pensano bambini e adolescenti a darci un taglio, o forse vuole dirci più precisamente Zvjagincev, una lezione. Alexey scappa, sotto gli occhi vuoti di quelle due ombre che dovrebbero essere i suoi genitori.

Sguardi nascosti

Loveless è sostanzialmente un film in interno, almeno nella prima parte. Le fugaci ma lunghe inquadrature di una Mosca nel pieno della sua attività, ma scandita nella rigidità degli orari d’ufficio, sono quasi una boccata d’aria.

Pur trattandosi di una narrazione distaccata e fredda, lo sguardo dello spettatore nell’osservare due adulti persi, falliti e incapaci di riprendersi, si avvicina in maniera sorprendente a quella sensazione di rassegnazione trasmessa dal piccolo Alexey nelle prime scene che lo vedono protagonista.

Dramma travestito da thriller

Travestito da thriller, Loveless è una dramma familiare come se ne vedono pochi in giro, per la scelta di far parlare le inquadrature, i frammenti di vita dei personaggi e soprattutto le situazioni.

Essendo al centro il caso di un matrimonio distrutto, si sceglie la strada meno classica dei numerosi dialoghi di scontro/confronto, che rendono i film sempre un po’ teatrali, lasciando che sia l’immagine a parlare.

Una nuova prospettiva

È un film difficile da seguire ma non insopportabile Loveless: non cerca giustizia e non vuole essere di alcuna consolazione. Ha il coraggio di raccontare la realtà nuda e cruda così com’è, e forse può infastidire proprio per questo, perché si vede ciò che fa sempre comodo nascondere, soprattutto nel privato.

La sua bellezza è proprio quella di non prendere una posizione, non offrire morali ma lasciarci solo con una domanda: “Possiamo essere migliori di così?”.

Valentina Esposito

Voto: 4/5

 

 

2 pensieri su “Ghiaccio, vodka e Loveless

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