Skiptrace - CineFatti

Skiptrace – Missione Hong Kong (Renny Harlin, 2016)

Skiptrace è l’ultima deludente commedia d’azione con Jackie Chan – di Fausto Vernazzani.

Se Jackie Chan chiama, noi rispondiamo. La nostra è una fede costruita su anni di grandi film… anni assai lontani, sepolti sotto l’ultimo titolo degno di nota, Mr. Nice Guy. Da allora a oggi sono pochi quelli meritevoli di una visione spensierata e purtroppo Skiptrace – Missione Hong Kong sarà da ricordare tra i peggiori.

Un road movie dalla Russia a Hong Kong

In coppia con Johnny Knoxville, Chan, per la regia di Renny Harlin – potremmo anche chiudere qui – interpreta un agente di polizia in cerca di vendetta per l’omicidio del suo partner nove anni prima per mano de El Matador, un misterioso capoclan che lui identifica nel miliardario e benefattore Victor Wong.

Knoxville è un truffatore, un piccolo imbroglione braccato dagli uomini di Wong per essere stato casualmente testimone di un omicidio e da un boss russo che lo vuole veder sposare la figlia da lui ingravidata. Una serie di peripezie porterà i due a fare un lungo viaggio dalla Russia a Hong Kong per smascherare Wong.

Lui tosto e burbero agente di polizia e l’altro uno scapestrato, classica coppia improbabile formata per dar vita a delle gag ammuffite. Skiptrace delude, parecchio, e poco possono fare le scene d’azione – a volte ancora cariche di una misoginia fuori moda – quando il protagonista inizia ad avere una certa età.

Arruffianarsi il mondo

Ma è come Dragon Blade un nuovo tentativo di avvicinare il mercato USA a quello cinese, con riferimenti pop alla cultura occidentale – i mongoli e Chan che cantano Rolling in the Deep – e locale – gli scagnozzi di Wong che improvvisano un balletto su Little Apple dei Chopstick Brothers.

Il tentativo però è così goffo da risultare persino fastidioso, forzato oltre l’inverosimile. Renny Harlin e gli sceneggiatori non sapendo come fondere insieme le due culture creano scenette ad hoc per gli uni e per gli altri, inserendo immagini da cartolina della Cina come unico elemento visivo a rispettare questa scelta.

È ruffiano, Skiptrace prova a solleticarci, a farci sorridere, ma Johnny Knoxville è divertente solo se lo schianti contro un muro, Chan troppo vecchio per delle acrobazie degne dei suoi migliori film, e la trama è troppo prevedibile. Insomma, se c’è Eric Tsang dove volete che sia la sorpresa?

Che dire di Fan Bingbing, figlioccia del personaggio di Chan, non certo un’attrice straordinaria, ma è pur sempre una delle star più importanti della Cina contemporanea. Vederla utilizzata in un ruolo di così poco spessore è più che deludente. Skiptrace, diciamocelo, è un fallimento su tutta la linea.

2 pensieri su “Skiptrace – Missione Hong Kong (Renny Harlin, 2016)

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