Le follie dell'imperatore, 10 film all'ombra della Pixar - CineFatti

All'ombra della Pixar: 10 Film d'Animazione Innovativi

di Francesca Fichera e Fausto Vernazzani.

Spesso e volentieri spunta qualcuno con nella mano destra un pezzo di cartone con su scritto Il cinema è morto e nell’altra una Bibbia aperta sull’Apocalisse di Giovanni. Su CineFatti non crediamo affatto nella morte della settima arte, né che un impostore sia stato portato dagli alieni per sostituirla come già hanno fatto con Paul McCartney. Un’altra cosa in cui non crediamo è il se, una particella lanciata per introdurre il nome salvifico di un regista, film o studio senza il quale il presente in cui ci troviamo oggi a vivere sarebbe privato della bellezza per l’eternità.

C’è talmente tanta qualità nel cinema contemporaneo che riesce difficile non vedere la luce a ogni angolo del tunnel. E così ci troviamo a discutere di un articolo scritto da una firma importante su un giornale di rilievo, periodico di tutto rispetto verso cui la nostra stima non è affatto calata. In tal articolo, a proposito di Inside Out, l’ennesima prova della genialità di ogni essere animato e inanimato all’interno dei Pixar Animation Studios, è stato scritto che senza il qui nominato studio, il cinema d’animazione di Hollywood non avrebbe raggiunto le vette di cui siamo testimoni.

Lungi da noi voler ripercorrere l’intera storia del cinema d’animazione negli Stati Uniti d’America , così abbiamo voluto portare 10 prove per dimostrare come non sia affatto così. Toy Story arrivò nel 1995 e fu il primo a scatenare una piccola rivoluzione, ma come ogni grande cambiamento, le cose partono dal cuore di molti. Eccoci dunque qui a parlare di una fetta di cinema USA, tra il 1994 e il nuovo millennio, il 2000, con quei titoli che già erano sulla strada dell’innovazione totale.

Il Re Leone (1994)

Un solco profondo nel canone Disney, dopo il quale niente più sarà uguale a prima, a cominciare dallo spessore di riferimenti e metafore: Roger Allers Robert Minkoff insegnano l’Amleto ai bambini filmando, senza veli, la morte di un padre e il dolore di suo figlio. Trauma di intramontabile bellezza.

Balto (1995)

La storia vera dell’abnegazione di un cane lupo nei confronti dei propri padroni e amici, Balto, in corsa nel gelo dell’Alaska per portare le medicine necessarie per la salvezza di una bambina. L’avventura raccontata da Simon Wells unisce tutta la famiglia davanti allo schermo partendo da uno spunto tutt’altro che allegro.

In viaggio con Pippo (1995)

Tutte le difficoltà del rapporto padre/figlio esplorate e rappresentate senza il peso della retorica, ma con la leggerezza di un film – diretto da Kevin Lima – brillante, incalzante e costellato di riferimenti pop, secondo noi da considerare a buon diritto una delle migliori pellicole Disney di tutti i tempi (come abbiamo scritto qui qualche tempo fa).

Il principe d’Egitto (1998)

La Bibbia al cinema rischia sempre di tramutarsi nella noia più assoluta. Molti sono i film che sono riusciti a evitare l’ostacolo, non ultimo l’epico ingresso nel mondo dell’animazione della DreamWorks Animation. Il principe d’Egitto trae dalle sacre scritture un messaggio universale, in esse vede il potenziale intrattenimento generale fino a quel momento inesplorato.

Mulan (1998)

Niente principesse coraggiose ma fragili, prese a modello dalle bambine desiderose di indossare gonne svasate e lustrini: qui c’è una donna guerriera nel senso più stretto del termine, che non cambia per l’amore di un principe ma per quello della propria casa. Tony Bancroft Barry Cook fanno il resto.

 Z la Formica (1998)

Oggi la DreamWorks la colleghiamo ai Minions, ma il suo capolavoro fu Antz. Eric Darnell e Tim Johnson diressero un film di gran lunga superiore al concorrente Pixar, A Bug’s Life. Woody Allen dà la voce a Z, una formica in cura da uno psicanalista all’interno di un formicaio dove la tragedia e l’omologazione sono le uniche due scelte di vita. Operaio o soldato?

Il gigante di ferro (1999)

Il debutto di Brad Bird alla regia è ancora oggi celebrato come uno dei grandi capolavori dell’animazione. L’amicizia tra un bambino e un gigante di ferro, come da titolo, piovuto dal cielo, nell’anno in cui lo Sputnik raggiunse lo spazio. La delicatezza dell’Iron Giant ricorda molto l’animazione giapponese più di qualunque altro prodotto Hollywoodiano. È unico.

Le follie dell’imperatore (2000)

Il quarantesimo classico Disney, per la regia di Mark Dindal, tutto è fuorché canonico. E meno male, perché altrimenti non sarebbe l’esilarante commedia di cui abbiamo memoria, stracolma di gag (Yzma e Kronk in cima) e doppi sensi, e con l’amore e il buonismo messi, per una volta, davvero in secondo piano.

La strada per El Dorado (2000)

Non si smette mai di fare ammenda per il genocidio dei popoli precolombiani, il più bizzarro è l’avventura della DreamWorks, una delle prime perle in 2D dello studio di Shrek. Non è certo argomento da affrontare con dei bambini e lo stile, chiaramente ispirato ai classici Disney, è la prova che ormai chiunque poteva replicare la magia. Bastava volerlo.

Titan A.E. (2000)

Di Don Bluth Gary Goldman, ex animatori disneyani riunitisi nella (purtroppo fallimentare) Don Bluth Productions, questo modesto post-apocalittico animato merita molta più attenzione di quanta ne abbia effettivamente ricevuta. Se non altro perché, oltre a intrattenere per bene, conserva un’atmosfera raramente riscontrabile in un film d’animazione occidentale.

4 pensieri su “All'ombra della Pixar: 10 Film d'Animazione Innovativi

    1. Ehhh, film come quello e Mary Poppins – il primo confesso che era una delle mie gioie segrete delle feste natalizie, quando lo ripassavano in tv – hanno cambiato ogni cosa e dettano ancora legge, per quanto in maniera implicita. Credo che diversi film fra quelli citati in questa lista debbano loro qualcosa, e anche per questa ragione – perché conservano il merito di aver saputo riadattare le lezioni del passato – andrebbero valutati diversamente da com’è stato fatto su larga scala.
      p.s.: sul doppiaggio c’è solo da sospirare. Sempre citando i suddetti, dopo Gassman e Solenghi nel Re Leone il declino è stato rapido!

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