Maldamore - CineFatti

Maldamore (Angelo Longoni, 2014)

Maldamore… e mal di testa!

Buona è stata la scelta del titolo Maldamore in rapporto ai temi trattati nel film. Il problema è che questa è l’unica cosa positiva della nuova pellicola di Angelo Longoni, regista con un’enorme esperienza televisiva le cui tracce purtroppo sono molto evidenti nei suoi lavori cinematografici.

Sono molte le sfaccettature dell’amore analizzate in Maldamore e, come s’insegna alle prime lezioni di un corso di sceneggiatura, a ogni personaggio corrisponde una visione diversa dell’amore e dell’infedeltà che sono i temi cardine della puntat… ehm, del film. Niente di nuovo sul fronte occidentale,  ormai è abitudine italiana parlare di corna, Milf e crisi matrimoniali, ogni film sembra un rifacimento di tutta la recente cinematografia italiana che tratta di problemi di coppia. Sono infinite le produzioni di questo stampo e ormai non ricordiamo più chi ha girato l’originale.

Maldamore s’inserisce pienamente nel filone descritto sopra e presenta dei personaggi ultrastereotipati, come Veronica (Ambra Angiolini) moglie lunatica e preoccupata della sua età e del suo aspetto che potrebbe deteriorarsi col passare degli anni e quindi è lusingata dalle attenzioni del ventenne Luigi (Ennio Fantastichini). Personaggio fresco, no?

Oppure Marco (Luca Zingaretti) marito di Veronica che, fin da bambino, dopo aver visto le gambe della zia (Maria Grazia Cucinotta) al funerale del nonno, sopperisce alla paura della morte con il sesso ottenendo come risultato la cacciata di casa; o ancora Paolo (Alessio Boni) uomo gelosissimo della moglie Sandra (Luisa Ranieri) che, dopo avergli confessato di averlo tradito con un altro uomo nello stesso periodo in cui lui tradiva lei, suscita in Paolo la voglia di cercare quest’uomo perché ha il complesso di inferiorità.

Tutti questi temi sono trattati in fase di sceneggiatura (dello stesso regista e Massimo Sgorbani) con una superficialità disarmante. E cosa si fa quando una sceneggiatura non è degna di essere tale? S’inseriscono battute a ogni dialogo, non fa nulla se sono forzate, servono per dire a noi spettatori: Amici, almeno non è noioso!

Ma cosa si ottiene quando si vuole far ridere per forza? Che il pubblico si annoia e cadono le braccia a sentire dell’otite di Beethoven. Altro che mal d’amore, in sala è venuto il mal di testa a furia di scuoterla su ogni battuta squallida.

Forse la sceneggiatura di Maldamore poteva funzionare davvero come fiction giacché il target di chi guarda la TV è diverso da quello che va al cinema, così come la regia e i frequenti tagli in fase di montaggio di Mauro Bonanni, degni più di una puntata di uno spettacolo televisivo tipo Affari tuoi che di una produzione cinematografica. Per capirci, si vede più il montaggio di Bonanni che la regia di Longoni, cosa che non depone a favore del regista che non ha potuto (avrebbe saputo farlo?) fare nulla di particolarmente interessante.

Longoni ha dichiarato: Maldamore è un film sull’amore che alterna situazioni comiche e situazioni amare. Io dico che la comicità era becera e l’amaro, sì, c’era, quello di noi spettatori che ancora una volta siamo stati ingannati dai nomi del cast usati per sopperire l’enorme povertà di ritmi e idee. L’amaro c’era anche fuori dalla sala: in offerta ti potevi portare le bottigliette di Bellini a casa. Che è sempre cosa buona e giusta. La seconda di questa pellicola.

See You Soon.

Roberto Manuel Palo

2 pensieri su “Maldamore (Angelo Longoni, 2014)

  1. pensare che persino in america escono commedie sentimentali come : crazy stupid love, l’amore secondo dan e altre che hanno la bontà di aver attenzione,anche minima, per i personaggi
    Qui manco questo,qui dico in italia…nel genere sentimentale

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    1. Come già detto in recensione, in Italia ci si preoccupa di mettere le battutine squallide per non essere noiosi, l’approfondimento dei personaggi non si sa neanche dove sia (chiaramente è un discorso generale, sicuramente ci saranno delle eccezioni, anche se finora io non ne ho viste:D). In America si prova, in Italia si arronza, ma dimmi in quale ambito non è così da noi.

      Rob.

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