The Lords of Salem (Rob Zombie, 2012)

The Lords of Salem: le streghe son tornate brutte come non mai – di Francesca Fichera.

Certe cose andrebbero commentate solo con una sana, abbondante, terapeutica dose di ironia; almeno nel tentativo (vano) di tirare giù dall’alto di (supposti) piedistalli quelli che in The Lords of Salem di Rob Zombie hanno voluto per forza vedere qualcosa di estremamente serio e sensato a prescindere dal contesto attuale (dimenticato, come ricorda un bel post su Ilgiornodeglizombie).

Invece di unirsi metaforicamente al “PERCHÉ’?” urlato dagli altri spettatori, e magari accompagnato da un sonoro e deciso pugno sul tavolo. Dato che un loop di visioni, un’atmosfera da incubo ben resa (pur se in maniera parziale) e una critica esplicita ed enfaticamente blasfema all’idolatria ecclesiastica, nel Bene come nel Male; tutti questi aspetti non sono sufficienti a sradicare dal profondo del cuore la convinzione che l’acclamato regista de La casa del diavolo, a furia di voler prendere per il culo il genere, abbia finito col prendere per il culo anche noi e, forse cosa ben peggiore, se stesso.

Né il primo, né l’ultimo

D’altronde, ed è bene averne memoria, in questo senso The Lords of Salem non rappresenta una novità: esempi ben più illustri e certificati, quali gran parte della filmografia di Sam Raimi e il recente e fortunato caso di Quella casa nel bosco di Drew Goddard, hanno ampiamente dimostrato quanto all’horror sia necessaria, e addirittura funzionale, l’auto-parodia – condita e sostenuta da un gradevole numero di citazioni.

E il film di Zombie non fa eccezione a questa regola, oramai consolidata nel panorama cinematografico attuale; ma, nel non farla, si perde. Facendo perdere anche i fin troppo fiduciosi fruitori del suo lavoro.

[SEGUONO SPOILER]

Una caotica auto-parodia 

Il difetto di quel tentativo di semi-parodia trash che è The Lords of Salem è, forse, proprio quello di prendersi troppo sul serio. Scadendo nel ridicolo. Tanto che viene da chiedersi se [SPOILER] l’eroina, più volte citata, sniffata e probabilmente iniettata nel corso della storia e delle sue ellissi, l’abbia assunta Zombie assieme a parte del cast tecnico[FINE SPOILER].

E se è così, i più vivi complimenti al fornitore, perché l’effetto che ne deriva non è soltanto la già menzionata serie di incubi e diaboliche allucinazioni – contenenti capre, stambecchi (?!), scene di parti difficili cui manca soltanto Moretti che urla “epidurale per tutte”, falli di gomma, falli elettrici, falli tentacolari, signori del Male travestiti da Brunetta con addosso un sacchetto della raccolta differenziata.La conseguenza è il CAOS più totale: della sceneggiatura prima, della regia poi. La conseguenza è che ci si chiede: come mai quella finta sfigata della protagonista Heidi (Sheri Moon, bella e brava signora Zombie)* ami far prendere aria al sedere mentre dorme.

Batteria di cliché

Come mai Heidi chieda alla vicina, a neanche 10 minuti dall’inizio del film, chi vive al numero 5 del condominio – perché ha visto il solito “qualcuno” a cui fischiano le orecchie negli horror di bassa lega – e, sentendosi rispondere “nessuno”, controbatta con tanti saluti e grazie.

Come mai un uomo che s’è occupato a tal punto dell’argomento ‘streghe di Salem‘ da riuscire a scriverne un libro non conosca né abbia mai letto il diario di Jonathan Hawthorne, storico persecutore e giustiziere delle adepte di Satana.

Come mai i sottoposti del Sommo Antagonista facciano più paura di lui stesso, capace di suscitare soltanto una modesta ilarità, oltre che di inguaiare il climax del Lacrimosa di Mozart. E così via.

Non basta inserire nel cast la discreta e affascinante Moon o la carismatica Patricia Quinn (nel ruolo di una delle simpaticissime condomine di Heidi); usare Bruce Davison, interprete del reverendo ne La seduzione del male, per dare un volto all’esperto di stregoneria [SPOILER] ucciso miseramente a padellate [WTF – FINE SPOILER]; fare incetta di riferimenti – scenografici e non – a The Shining di Kubrick, Le voyage dans la lune di Méliès, L’esorcista di Friedkin e Black Swan di Aronofsky; selezionare una (pur lodevole) tracklist per la colonna sonora, includendo l’alienante motivetto dei malvagi sviluppato su quattro note e un trillo telefonico, che fa molto Miss Kittin.

Non basta…

Non basta la scelta di concludere il film con una fastidiosa sequenza onirica, montata alla stessa maniera serrata e videoclippara con cui Aronofsky (ancora lui) ha firmato la fine di Requiem for a Dream scrivendone anche il mito.

E non basta nemmeno il nobile significato, intravisto ed incerto, della critica a quella solitudine cui la società condanna i sofferenti, e dove più facilmente attecchiscono demoni e fantasmi, nella totale indifferenza delle religioni.

Va detto basta, piuttosto, all’insensatezza: anche il nonsense ha le sue regole. E The Lords of Salem ne è quasi del tutto privo: delle streghe rappresenta solo il calderone. Un pentolone ben venduto, per di più, ennesima dimostrazione dello strabiliante potere del marketing. Che da fin troppo tempo predetermina anche i nostri gusti.


* uno spettatore dopo la visione: “La ragazza bionda… sai che è la figlia del regista?”

6 pensieri su “The Lords of Salem (Rob Zombie, 2012)

    1. Collega! Sono contenta che tu sia d’accordo con me :’) (e ne approfitto per dire: ho dimenticato Polanski, fra tutti i grandi da cui Zombie ha scopiazzato c’è anche lui!)

      – Fran

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  1. quello spettatore che ha sentenziato:”sai che la bionda è figlia del regista”, subito reclutato tra noi Spettatori Indisciplinati,perchè non saper che è la moglie di Zombi è da geni assoluti.

    Per quanto mi riguarda credo che il buon Rob sia uno che discretamente fa tante cose,questo però non lo iscrive di diritto alla Lega Degli Uomini Straordinari,ma di quelli che si dà da fare in tanti campi ora se la cava benino,ora no.
    La Casa del diavolo è il colpo di fortuna unito a una grande ispirazione,almeno un ottimo film l’ha fatto.
    Halloween ha una prima parte molto interessante,poi scade vertiginosamente nel più classico degli slasher di serie c. Ho da vedere il secondo, mi attende il cavallo bianco.
    Haunted world of superbeasto è una cazzata di cartoon colossale .

    Il problema è che a mio avviso si dia tanto spazio a questi Maledetti da esportazione e pop corn,quando hai registi che ti fanno opere come The Children o Loved Ones che urtano,disturbano,inquietano e sono cattive veramente.Mah

    Comunque vedrò anche questo film,patricia quinn non me la perdo….peccato non vi sia il buon riff raff ^_^

    ottima recensione

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    1. Sono completamente d’accordo. E poi, finché la congrega telematica dei cinefili ignorava la sua intera filmografia, Zombie era solo “quello del remake di Halloween”. Da quando qualcuno d’autorevole (o presunto tale) ha messo la voce del suo (altrettanto presunto) genio, espresso nella coppia di film “del diavolo”, a poco a poco lo si è rivalutato in massa per partito preso. Generando quegli infami casi di cui sopra (cieco fanatismo dal nauseabondo odore di troll ;)).
      Io, ripeto, l’ho sempre amato. Ma tutti sbagliano, soprattutto chi s’è già giocato la probabilissima cartuccia migliore della sua carriera.

      A presto, caro occhialuto e compagno :)

      – Fran

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  2. ma certo i miei amatissimi Von Trier ,Paul t Anderson e Zhang Yimou,hanno fatto anche loro delle opere non proprio riuscite.Si difende la storia del nostro amatissimo autore,ma non si supera il limite dell’insulto. Poi a mio avviso ci sono in giro gente talmente messa male che per un piccolo screzio ti rompono le palle a vita,cambiando tanti nickname e così via. Che pistola.

    Ciao!

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