Killing Bono (Nick Hamm, 2011)

Killing Bono, riascoltando gli U2 – di Fausto Vernazzani.

Non capita tutti i giorni di avere come compagno di classe un certo Paul David Hewson, o meglio, non capita tutti i giorni di poter pensare che un ragazzino qualunque che viveva sedeva ad un banco vicino al tuo potesse diventare Bono, frontman e leader di una della band di maggior successo della storia della musica: gli U2. A Neil McCormick è capitato proprio questo, nella stessa scuola con Paul e David Evans, un chitarrista che scelse di farsi chiamare The Edge, a cui avrebbe potuto fare da numero due Ivan McCormick, fratello di Neil.

I Was Bono Doppelgänger è un romanzo autobiografico che racconta in maniera un po’ romanzata, e con un pizzico di verità in grani di sale grosso, la storia di un uomo che ha da sempre cercato di raggiungere la fama come rockstar toccata, invece, ai suoi semplici compagni di scuola, che dopo vari sforzi pubblicarono il primo album Boy. Cosa fu dunque dei McCormick Brothers?

Neil (Ben Barnes) è ossessionato da Bono, dall’essere considerato sempre solo “una parte” della storia della star degli U2, al punto da negare a suo fratello Ivan (Robert Sheehan) la possibilità di diventare il quinto membro della band irlandese per puro e semplice egoismo ed egocentrismo. Convinto d’essere la prossima stella del firmamento rock che avrebbe inaugurato il nuovo decennio degli ’80, non riesce a prendere una singola decisione giusta, trascinando se stesso e suo fratello in una rovinosa e dolorosa scalata al successo che mai raggiungeranno pur avendo avuto decine e decine di occasioni.

È una commedia? Una trama del genere non potrebbe essere altro, ma il regista Nick Hamm fa di tutto pur di riuscire a non costringere il suo nuovo film, Killing Bono, in una categoria a cui sarebbe stato difficile appartenere senza diventare ridicolo. È una commedia nera? Sì e no, ma a questo punto risulta chiaro lo scopo di Hamm, ovvero la svolta verso un racconto tragicomico sull’ “indimenticabile fuoco” dell’invidia insita in Neil, un ottovolante senza grandi salite e spaventose discese, ma che fila liscio come l’olio.

Cosa sarebbe un film che narra la storia iniziale degli U2 da una strada parallela senza lo stesso Bono in scena? Martin McCann, più che credibile sia fisicamente che non nel ruolo di Paul Hewson, fa le sue apparizioni per aggiungere pepe alla storia dividendo il film in scaglioni, plasmando le vicende di Neil e Ivan in base ai contatti fantasma e non con gli U2, i quali intanto riempiono stadi mentre a loro tocca sopportare le avance di Pete Postlethwaite (al suo ultimo ruolo prima della dipartita).

In Killing Bono si ride delle loro disgrazie e della serie di sfortunati eventi che li colpisce – il papa che “ruba” gli spettatori – e si pensa che in fin dei conti tutti quanti noi potremmo rivederci nella loro situazione, perenni cacciatori di sogni che canterebbero in coro con Bono uno dei suoi più grandi successi: I Still Haven’t Found What I’m Looking For.

Naturalmente la colonna sonora fa il suo, tra pezzi creati di proposito per le numerose band di Neil, prima The Undertakers poi McCormick Brothers e infine Shook Up, chiedendosi come siamo destinati ad essere e dove vogliamo essere a 5 anni da adesso. Si esplorano stili, si vive una trasformazione e si arriva a The Joshua Tree ed alla sua presentazione, alla consacrazione ed all’affossamento, alla realizzazione che spesso i propri sogni sono estranei a noi pur essendo parte di quel che siamo.

Fatto sta che con Killing Bono è un piacere assistere alle disavventure dei protagonisti, alle loro delusioni, ma soprattutto lasciarsi andare al desiderio di riascoltare quei grandi momenti che videro nascere quella che molti definiscono LA Band, sola ed unica.

2 pensieri su “Killing Bono (Nick Hamm, 2011)

    1. A me non dispiacciono, ma in effetti tra le cose che preferisco della loro discografia c’è buona parte della prima produzione e non quella più recente! Però il film è divertente, quindi ci vai bene, e anche se giocano all’accento irlandese t’assicuro che è comprensibile anche senza sottotitoli!

      F.

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