di Roberto Manuel Palo.
Prendete delle didascalie in puro stile espressionista. Fatto? Bravi. Ora prendete una qualsiasi puntata di Lost. Fatto? Bene. Ora prendete la prima parte del film Vincere di Marco Bellocchio. Fatto? Ottimo. Ora prendete un pizzico di Saw – L’enigmista e di Alta tensione di Aja. Fatto? Perfetto. Ora date una telecamera ad un ubriaco e…anche voi avrete il vostro Antichrist.
Alla fine della pellicola Von Trier scrive: “Dedicato alla memoria di Andrej Tarkovskij“. Il povero regista di Stalker e di Solaris si sarà sicuramente rivoltato nella tomba quando è venuto a conoscenza di questa dedica.
Il film è diviso in quattro capitoli, preceduti da un prologo e da un epilogo. Nel prologo si viene a conoscenza dei due personaggi, marito e moglie, e dei loro organi genitali. Mentre scopriamo quanto ce l’ha corto Willem Dafoe vediamo che il figlio dei due coniugi esce dal suo box e va alla finestra a vedere quanto è bella la neve che cade. Si immedesima nella neve e, fatalmente, cade anche lui. Ma i due nel frattempo stanno ancora facendo l’amore. Lo faranno per tutta la pellicola, altro che Sting. Tutto ciò sotto la colonna sonora tratta dal Rinaldo di Händel.
Von Trier tenta di fare il maestro con la macchina da presa, ma ad ogni inquadratura sembra che qualcuno lo spintoni e faccia muovere la cinepresa senza motivo. Inoltre i piani-sequenza su ogni dialogo tra marito e moglie risultano fastidiosi alla vista. Tanto che preferireste bere cinque bottiglie di vodka. L’effetto è lo stesso.
Il regista cerca di imitare anche David Lynch proponendo a volte immagini che esulano dalla comprensione della trama, ma sono fini a se stesse e non emozionano per niente.
Dal secondo capitolo inizia la puntata di Lost senza “Altri” o “nubi nere” che passeggiano per il bosco, ma con l’apparizione di animali all’improvviso degna dei cinghiali o degli orsi polari del telefilm. S’inizia qui a dare un po’ di senso a ciò che sta succedendo e ad avvicinarci verso il finale.
L’ultima mezz’ora potrebbe piacere agli amanti dello splatter e del porno-horror. C’è una improvvisa sterzata sado-masochistica verso questi due generi per cercare di dare un po’ di vivacità al tutto, ma non serve a salvare un film con un ritmo lentissimo e privo di alcuna poesia.
Forse, per essere compreso, andrebbe rivisto una seconda volta, ma è proprio in questo che Von Trier fallisce (dove, invece, Lynch riesce benissimo). Non si ha voglia di rivederlo e, quindi, ben presto, si dimentica del tutto.
Von Trier ha attraversato un lungo periodo di depressione e bisogna dare atto che in questa pellicola il regista trasmette questa sua malattia, però lo fa male, molto male, soprattutto registicamente parlando. Per chi ha amato pellicole come The Kingdom o Dogville rimarrà molto deluso da quest’ Antichrist, un semplice compitino che avrebbe avuto lo stesso risultato con qualunque regista.
See You Soon!
Bene così, anche se secondo me continua ad essere concesso troppo poco spazio nelle analisi a questo film alla volpe di Robocop.
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Decisamente. Forse perchè ci sono talmente tante cose da sottolineare che uno se la dimentica di citare la volpe di Robocop:D. Ed è male, senz’altro:D
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anche i migliori sbagliano,e mi sa che il mio amatissimo lars con questa pellicola ha sbagliato alla grande.Tuttavia rimane sempre il mio preferito!
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Ha toppato, ha toppato. Voleva fare il Lynch della situazione e ha prodotto una pellicola noiosa e decisamente irritante. La dedica a Tarkovskiy, poi, mi ha distrutto dentro. Non si può dedicare un film così brutto a un grandissimo, perdonami.
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Per carità hai ragione,chiaramente quasi tutti a un certo punto fanno film del cazzo.Nondimeno rimane per me un faro illuminante pari a Zhang Yimou,cioè quei registi che mi han salvato dagli anni 90 dei tarantinismi e delle brutture varie.
Povero anche tarchovsky ,prorpio il film peggiore doveva dedicargli?Già ci ha pensato soderbergh a rovinare solaris
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A quanto pare il regista russo sta avendo un riposo alquanto inquieto:D
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rivista ha momenti assolutamente ben fatti, l’inizio, e una visione della natura Matrigna non male,ma non è il migliore von trier
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Bro, magari un giorno lo rivedrò, però, come ho scritto, imho la voglia di rivederlo non ti viene proprio spontanea. La sensazione di voler “lynchare” a tutti i costi in alcune scene dove non ce n’era alcun bisogno, ecco, come hai detto tu, induce a pensare che non è il miglior Von Trier per non dire altro. E io rincarerei addirittura la dose dicendo che, probabilmente, è il peggiore.
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